Scusa, sono al cinema #9
di Mila Buarque
Si intravede finalmente, dopo giorni di pioggia e nuvole, qualche raggio di sole al Lido di Venezia. Ed è un raggio di sole, insieme al sorriso del protagonista, a chiudere Le dernier coup de marteau, il film di Alix Delaporte, proiettato ieri in concorso. La regista francese ci racconta la storia di Victor, un ragazzo appena quattordicenne che vive con la madre nella periferia di Montpellier. Il padre mai conosciuto, direttore d’orchestra, torna al Teatro dell’Opera. La madre è malata gravemente e lui, giovane promessa della squadra locale di calcio, deve sostenere una sorta di provino che potrebbe aprirgli la via verso il professionismo. La vicenda si sviluppa sottolineata dalla musica della sesta sinfonia di Mahler la cui esecuzione coinciderà con il finale della stessa. Pochi dialoghi e una storia semplice e intensa, per un film che facilmente troverà un distributore nel nostro Paese.
Come speriamo possa arrivare nelle nostre sale l’altro titolo visto ieri alla Mostra: Sivas del regista turco tedesco Kaan Mudjeci. Ambientato nelle campagne dell’Anatolia racconta l’amicizia tra un ragazzino e un cane da combattimento. La vita di Aslan, il protagonista del film, scorre tra occupazioni normali per un suo coetaneo (la scuola, con la messa in scena di Biancaneve e i sette nani, l’innamoramento per una ragazzina) e il lavoro come pastore al servizio della sua famiglia.
Il ritrovamento e il salvataggio di Sivas, un grosso cane da combattimento abbandonato perché creduto morto e le successive vittorie dell’animale, renderanno il ragazzo una personalità all’interno della comunità degli adulti. Malgrado le polemiche per i combattimenti fra cani mostrati nel corso del film (il regista e i produttori si sono affannati a ripetere che nessun animale ha subito maltrattamenti nel corso delle riprese) emergono dal film l’umanità del mondo contadino dell’Anatolia, ma anche l’arretratezza sociale e culturale di una parte della Turchia contemporanea.
Info: www.labiennale.org