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Esce il 27 aprile in Italia Hunger (2008) del regista Steve McQueen, uno spaccato della vita nella prigione di Long Kesh – conosciuta come The Maze – nell’Irlanda del Nord, che offre un’interpretazione degli eventi – di grande impatto emotivo – che circondarono lo sciopero delle fame dei prigionieri dell’IRA, guidati da Bobby Sands (Michael Fassbender di Shame), nel 1981.


SINOSSI

Raymond Lohan svolge stancamente le sue mansioni quotidiane: è un uomo normale che lavora come agente penitenziario nel carcere di Long Kesh, soprannominato The Maze (il labirinto), nell’Irlanda del Nord, nel 1981. Lavorare tra le mura di uno dei famigerati H-Blocks, il braccio dove i detenuti repubblicani stanno effettuando la “protesta delle coperte” (Blanket Protest) e la “protesta dello sporco” (No-Wash o Dirty Protest), equivale a vivere in un inferno, sia per i prigionieri, sia per le guardie carcerarie.
Davey Gillen, un giovane detenuto appena arrivato, viene introdotto in questo ambiente per la prima volta. Benché terrorizzato, Davey rifiuta categoricamente di indossare l’uniforme carceraria. Non è un criminale comune. Di conseguenza, si unisce alla protesta delle coperte e divide una cella sudicia con un altro detenuto repubblicano dissidente, Gerry Campbell. Temprato dalla spaventosa realtà della vita tra le mura del Maze, Gerry guida Davey nella routine quotidiana, gli insegna a fare entrare di nascosto una serie di oggetti e a scambiare comunicazioni con il mondo esterno, passandole a Bobby Sands, leader del loro raggio, durante la messa domenicale.
I detenuti vengono convinti dalla direzione del carcere ad accettare l’offerta di abiti civili, una potenziale svolta nella loro lotta per riacquistare lo status speciale di prigionieri politici, ma si tratta di “indumenti da pagliacci” che sanno di derisione. Scoppia una sommossa. Nel caos, i prigionieri distruggono le celle pulite in cui sono stati trasferiti. La rivolta viene sedata nella violenza, con percosse e perquisizioni corporali. La violenza si estende oltre le mura del carcere: nessun agente penitenziario è al sicuro e Raymond viene ucciso.
Bobby Sands incontra Padre Dominic Moran. Dopo un iniziale scambio di battute scherzose, Bobby rivela al sacerdote che intende guidare un nuovo sciopero della fame in segno di protesta per l’abolizione dello stato giuridico speciale riservato ai detenuti repubblicani. La conversazione si fa subito intensa trasformandosi in una vera e propria guerra di parole che rende palese la determinazione dei prigionieri ad iniziare un nuovo sciopero della fame via via che il sacerdote mette in discussione le loro motivazioni e la loro etica. Bobby non cambia idea e darà il via allo sciopero.
Tempo dopo, Bobby Sands viene trasferito nel reparto ospedaliero del carcere a causa del deterioramento delle sue condizioni. Qui riceve la visita di un amico e dei suoi genitori. Bobby Sands è il primo di dieci detenuti a perdere la vita.

HUNGER ha vinto numerosi e importanti premi, tra i quali:
Caméra d’Or – Festival di Cannes 2008
Gucci Group Award – Mostra del Cinema di Venezia 2008
Discovery Award – Toronto International Film Festival 2008
Carl Foreman Award (premio per l’esordio più promettente) – BAFTA 2009

“Ho voluto mostrare quello che si vedeva, si ascoltava, si annusava e si toccava all’interno dell’H-block nel 1981. Ho voluto trasmettere qualcosa che non si può trovare nei libri o negli archivi: l’ordinarietà e la straordinarietà della vita nel carcere di Long Kesh. E tuttavia il film è anche un’astrazione del significato che ha morire per una causa.
Per me Hunger ha una risonanza contemporanea. Il corpo come luogo di lotta politica sta diventando un fenomeno sempre più famigliare. È l’atto estremo della disperazione: il corpo è l’ultima risorsa di cui si dispone per protestare. Si usa quello di cui si dispone, a torto o a ragione.
È importante per me che gli eventi siano visti attraverso gli occhi sia dei detenuti sia degli agenti penitenziari. All’interno del film deve esserci anche il tempo per riflettere. C’è una lunga conversazione tra Bobby Sands e un sacerdote cattolico in merito alla decisione di Sands di intraprendere lo sciopero della fame. Lo scambio diventa una partita a scacchi con una posta altissima. Devono discutere della natura del sacrificio. “La libertà significa tutto per me… Togliermi la vita non è solo l’unica cosa che posso fare, è anche la sola cosa giusta da fare”.
Alla fine ci ritroviamo soli con un uomo che trascorre i suoi ultimi giorni nel modo più estremo che esista, ma che è a un passo dalla scelta di arrendersi e vivere. Anche la più semplice azione fisica diventa un’odissea.
In Hunger non c’è un concetto semplicistico di ‘eroe’ o ‘martire’ o ‘vittima’. Il mio intento è provocare un dibattito nel pubblico e sfidare i nostri principi morali attraverso un film”.
(Steve McQueen)

Hunger
regia Steve McQueen (2008)
Prodotto da Laura Hastings-Smith e Robin Gutchs

sceneggiatura Enda Walsh e Steve McQueen

uscita 27 aprile 2012
durata 96 minuti

Info: BIM DISTRIBUZIONE
Via Marianna Dionigi 57, Roma
+39 06 3231057

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