di LORI ADRAGNA
Poco meno di un anno fa scrivevo di come tutte le pratiche performative, in particolare la performance art e performance studies, si sarebbero dovute confrontare con un “corpo ferito”, un corpo collettivo, sociale, ma forse si potrebbe estendere questa proprietà al corpo nello spazio e, quindi, allo spazio urbano e il corpo posto in due ambiti specifici che già sono una storia critica a se stante, lo spazio della didattica e della socializzazione all’interno delle scuole, e quello del luogo di lavoro, che da tempo e dietro parole come smart solleticava una delocalizzazione che però alcuni attenti intellettuali derivavano esplicitamente da una logica fordista.
Durante il primo e i successivi lockdown, l’impossibilità di vivere il contatto, di stabilire rapporti di vicinanza, ha colpito nel profondo l’intera popolazione mondiale. Proprio le restrizioni obbligatorie per limitare possibili contagi hanno portato a numerosi casi di depressione, ma anche di crollo dei valori, delle certezze, e un gravissimo colpo alla cultura in tutte le arti e discipline. Nei giovani, in particolare, la chiusura forzata ha anche aggravato quel senso di solitudine e isolamento, già piuttosto frequenti nella fase dello sviluppo. In tale contesto, ho aderito con entusiasmo alla seconda edizione di GRAVITAS, un progetto didattico laboratoriale ideato da Dimora OZ e Kalsa Art District (inaugurato durante la BAM Biennale d’arte del Mediterraneo del 2019), che si focalizza sulle possibili applicazioni, in contesti e produzioni culturali e artistiche, su temi quali l’impegno e la responsabilità nell’ambito dell’arte contemporanea.
All’interno del progetto si sono costituiti due percorsi, uno sulla performance art: UNA PURA PERFORMALITÀ e un altro sull’arte partecipativa/relazionale e la consapevolezza dello spazio urbano: L’AND. Entrambi i progetti sono realizzati lungo una calendarizzazione, dello Spazio Flaccovio, posto all’interno del percorso UNESCO Arabo Normanno, in una sezione del Liceo Vittorio Emanuele sito dietro l’abside della Cattedrale di Palermo. Il Liceo Vittorio Emanuele e lo Spazio Flaccovio si sono rivelati luoghi e contesti sensibili verso le pratiche che mirano a creare negli studenti nuove risorse e consapevolezze riguardanti il corpo come mezzo di espressione e comunicazione emotiva ed artistica, specie in un momento complesso segnato dalla Pandemia. La scuola instilla tramite l’insegnamento passioni, visioni, capacità critica; la didattica in presenza è insostituibile, la DAD è uno strumento delicato che crescerà proprio partendo dalla capacità di motivare studenti già duramente provati. Percorsi interattivi e multidisciplinari sono quindi percorsi concreti per promuovere la pratica e la cultura performativa, una disciplina contemporanea che trova nel contesto umanistico del liceo classico un nodo fondamentale di formazione ed esperienza.
Insieme ad Andrea Kantos sto sviluppando il corso/laboratorio UNA PURA PERFORMALITÀ. Partendo da una progressiva dimensione di consapevolezza di se stessi, proponiamo agli studenti una presa di coscienza dello spazio virtuale e fisico che si intersecano in connessione al corpo, e del corpo come espressione di una dimensione, personale ma anche sociale, quindi culturale e politica. Il progetto fa perno proprio su questo bisogno di trovare nuovi sensi e nuove capacità di espressione e condivisione. I giovani comunicano con il corpo, in maniera naturale e spontanea, trasformando quasi tutto in movimento e azione. Spesso questa forma di comunicazione è confusa, ma sempre collegata alla sfera emozionale. Gli adolescenti parlano attraverso il corpo, attraverso di esso sperimentano il piacere e il dispiacere, comunicano in maniera globale, esplorano il mondo, attraverso il movimento e gli atti di “mimismo” cercano di comprenderlo ed elaborarlo. Educatori e insegnanti riconoscono da anni il valore espressivo del corpo e la sua funzione di “matrice” dalla quale dipendono le capacità di apprendimento e di relazione degli studenti. La performance art quindi, con le sue specifiche connotazioni corporee, ludiche e artistiche, può essere uno strumento prezioso per offrire nuovi stimoli, per favorire i processi di comunicazione ed espressione creativa, per alleviare le situazioni di disagio e di esclusione, favorire l’apprendimento e per sperimentare nuovi linguaggi non subalterni alla parola.
Il progetto L’AND è un laboratorio di osservazione e pratica urbana realizzato da Francesco Cucchiara, fotografo e architetto e Gandolfo Gabriele David, visual e performing artist, architetto. Gli spazi urbani riflettono spesso la dimensione sociale ed economica, con dinamiche di degrado o valorizzazione, conflitto o integrazione. L’AND è un progetto che porta una riflessione fra spazi urbanizzati e cementificati, e aree grigie, interstiziali, che sono state teorizzate da Clément nel Terzo Paesaggio. Il laboratorio prevede dei camminamenti all’interno del centro storico, con un focus fotografico realizzato tramite i propri device digitali, e infine una raccolta di materiali, ma anche riflessioni testuali, per creare un’opera di carattere effimero e site specific, anch’essa documentata tramite fotografia.
La consapevolezza del corpo, il corpo come scrittura, il rapporto fra corpo e luogo, e come il luogo, così come il paesaggio e lo spazio urbano, sono imprescindibili l’uno dall’altro, interconnessi in una dimensione che proprio la pandemia ha mostrato non essere scontata. E proprio in questo snodo prezioso, più ancora di prima, occorreranno riflessioni ed azioni da parte di molti operatori culturali, artisti, curatori, tutti insieme.
Info:
Il Liceo Vittorio Emanuele di Palermo è inserito all’interno del percorso monumentale Arabo-normanno dell’UNESCO con il coordinamento generale delle attività didattiche laboratoriali di Tiziana Germanà.
Lo Spazio Flaccovio, promosso da Giuseppe e Francesco Flaccovio, è uno spazio allestito da Dimora OZ e Analogique, con la direzione artistica di Andrea Kantos e la sezione dell’archivio curata da Maria Chiara Di Trapani.
L’AND è un progetto di Gandolfo Gabriele David e Francesco Cucchiara, tutor interno Francesca Milazzo.
UNA PURA PERFORMALITÀ è progetto di Lori Adragna e Andrea Kantos, tutor interno Angela Drago.
KAD Kalsa Art District è un network di spazi e progetti all’interno del centro storico e in particolare nell’area della Kalsa.
Dimora OZ è un gruppo curatoriale-artistico di base a Palermo.