MILANO | Galleria Giovanni Bonelli | fino al 30 marzo 2014
Inaugurata lo scorso 20 febbraio negli spazi della Galleria Giovanni Bonelli di Milano la personale di Fulvio di Piazza, Pacific, raggruppa le ultime ed inedite evoluzioni pittoriche dell’artista palermitano, che ruotano intorno a due fonti di ispirazione primarie: la prima è il 2° principio della termodinamica in base al quale l’energia non si crea né si distrugge, ma passa da uno stato di disponibilità ad uno di non-disponibilità; la seconda è il celebre saggio di Jeremy Rifkin, Entropia, che mette in guardia circa la possibilità della fine delle fonti energetiche disponibili sul nostro pianeta.
Da sempre sensibile ai temi legati allo sfruttamento delle risorse, Di Piazza riversa sulla tela la sua visione apocalittica di un mondo devastato dall’intervento umano e dai rifiuti che sconsideratamente produciamo. Paesaggi antropomorfi, risultato di un affastellamento di particolari del tutto simili ai cumuli d’immondizia nelle discariche, danno luogo a forme in cui ognuno può riconoscere ciò che gli è più familiare, come quando alle nuvole si attribuiscono fisionomie che altri non riescono a cogliere; così un albero si trasforma in un palazzo dalle finestre illuminate e una montagna in un profilo umano: elementi naturali che riconducono sempre alla presenza dell’uomo, al suo intervento che organizza lo spazio in architetture ordinate, ma anche invadenti e contaminanti.
Così in una recente intervista, Fulvio di Piazza dava alcune anticipazioni sulla mostra:
«Il gruppo di opere presentate alla galleria Giovanni Bonelli di Milano è la naturale evoluzione di una ricerca pittorica iniziata nel 2009, quando ho iniziato a rappresentare dei paesaggi caratterizzati da una prospettiva diversa rispetto a quella delle opere di qualche anno prima. Non rappresentavo più una natura del sottobosco con tutto il suo brulicare di forme animali e vegetali, ma una visione del paesaggio distante e imponente, un paesaggio apparentemente primigenio avvolto in fumi di nebbie e combustioni. Non era chiaro se fosse pre o post-catastrofico, era senza tempo. Rispetto a queste opere, gli ultimi lavori si pongono come prequel perché in essi racconto le ragioni di quelle visioni catastrofiche. Le forme che emergono e si stagliano imponenti non sono più naturali, assomigliano più a dei mostri discarica e nascono dalla riflessione sul comportamento umano in relazione al contesto in cui si vive e opera. Ho da sempre considerato l’immagine catastrofica terribile e terribilmente affascinante al tempo stesso, ma al di là dell’immagine rappresentata ritengo ci sia stato un cambiamento sostanziale nel mio modo di dipingere caratterizzato da un approccio più libero ed estemporaneo. Cerco sempre di mantenere vivo l’interesse per la pittura, forzando sempre i limiti che questa ti impone». Tratto da Espoarte n. 83, pp 122-123, intervista a Fulvio di Piazza di Laura Francesca Di Trapani.
Fulvio Di Piazza. Pacific
Galleria Giovanni Bonelli
via L. Porro Lambertenghi 6, Milano
20 febbraio – 30 marzo 2014
Info: +39 02 87246945
info@galleriagiovannibonelli.it
www.galleriagiovannibonelli.it