Quello che c’era una volta, fiabe e racconti dopo i cambiamenti climatici | Studio Rebigo
Il mondo delle fiabe e dei racconti tradizionali incontra l’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile con Quello che c’era una volta, fiabe e racconti dopo i cambiamenti climatici. Si tratta della nuova autoproduzione dei sette illustratori di Studio Rebigo con la collaborazione di Francesco Martinelli, naturalista e giornalista scientifico.
Attraverso una raccolta di 23 tra fiabe e racconti, noti a grandi e bambini, si percorrono scenari apocalittici, molto diversi dalle ambientazioni fantastiche che Ariel, Robin Hood, Tarzan, Zanna Bianca e molti altri erano soliti frequentare e più vicini al contesto di cambiamento in cui viviamo. Un taglio decisamente originale, catastrofista ma sempre ironico, coadiuvato da un ricco repertorio di dati scientifici, curato da Martinelli. Questa sinergia ha lo scopo di informare e sollecitare i più giovani, i cosiddetti nativi ambientali, citando una campagna del Ministero dell’Ambiente del 2015 in occasione dell’Expo di Milano. Essi, accompagnati dagli adulti, hanno modo di riflettere sugli errori, talvolta irreparabili, compiuti dall’uomo moderno, ma anche sui comportamenti virtuosi e le buone pratiche ambientali richieste a tutti noi.
Il progetto vanta altre notevoli collaborazioni, sempre nel segno della sostenibilità, che beneficeranno del crowdfunding, attivo sulla piattaforma Produzioni dal Basso dall’8 settembre al 30 ottobre: si tratta della start up 3BEE ed il suo programma Adotta un alveare, GOJI DESIGN, azienda appassionata di metodi di coltura antichi e di VAIA, che recuperando il legno degli alberi abbattuti in seguito all’uragano omonimo del 2018, realizza l’amplificatore passivo Vaia cube.
Abbiamo incontrato due dei protagonisti del progetto, Alessandro Parodi e Francesco Martinelli. Ecco le loro riflessioni sul libro, ma non solo.
Alessandro, com’è nata l’idea di dedicare un progetto all’ambiente? In che modo Quello che c’era una volta, fiabe e racconti dopo i cambiamenti climatici ha preso forma nel corso della vostra progettazione?
L’idea del libro nasce all’incirca un anno e mezzo fa. L’attenzione globale sui problemi climatici era nel suo picco maggiore e ci siamo ritrovati, come ogni anno, a dover pensare a quale tipo di autoproduzione collettiva proporre. In un momento in cui tutti parlavano di futuro, di nuove generazioni consapevoli e di che mondo lasceremo loro in eredità ci è sembrato giusto pensare a quello che in fondo è il nostro pubblico di riferimento quando lavoriamo nell’illustrazione: le generazioni che verranno e i loro genitori attualmente nostri coetanei. Da qui la domanda: che mondo, ma soprattutto, che storie lasceremo loro? Sviluppare un tema così complesso in maniera solida presupponeva che ogni immagine creata poggiasse su basi scientifiche certe ed aggiornate. Da qui, la necessità di trovare una sponda credibile con cui poterci confrontare: abbiamo quindi coinvolto Francesco Martinelli, che aveva collaborato già in passato con Silvia Venturi per La rivista della natura, confrontandoci con lui sulle macro tematiche che compongono il libro. Siamo così giunti di comune accordo alla sintesi dei dati: questo ci è servito per scegliere quali racconti più si prestassero ad essere inclusi nel volume, in quale direzione virare certe illustrazioni e a sintetizzare le info-grafiche presenti alla fine di ogni capitolo tematico inerente i problemi climatici affrontati.
Studio Rebigo è uno studio di illustrazione, fumetto e grafica formato da sette illustratori. Come avviene la fusione di intenti nei vostri progetti? In che modo riuscite a far emergere le differenti anime del vostro studio?
Fin dalla fondazione di Rebigo ci siamo sempre imposti di realizzare progetti collettivi che sintetizzassero le diverse anime che compongono lo studio, in modo da poterli affiancare ai progetti che durante l’anno portiamo avanti come singoli. Ogni progetto viene discusso, deciso e organizzato collettivamente, facendo forza sulle peculiarità di ognuno e dividendo così i compiti. Per quel che riguarda il disegno, avendo stili differenti e volendo preservarli come valore aggiunto di ogni nostra produzione, ci è sempre servito un elemento unificatore che legasse il tutto e rendesse coerente ogni volume. Fin dalla nostra prima fatica, Ciclismo Epico, questo elemento si è rivelato essere la palette in bicromia: scegliamo due colori che siano congeniali al mood trattato e diamo poi totale libertà ad ognuno di applicarli al proprio disegno come crede (sempre tenendo a mente però le limitazioni date dal tipo di stampa e di formato che abbiamo deciso di affrontare).
Il libro è suddiviso in quattro capitoli, ognuno dedicato ad un tema ambientale: riscaldamento globale, deforestazione, inquinamento da plastiche ed urbanizzazione. Qual è, a tuo avviso, la situazione più urgente tra le quattro presentate, quella che dovrebbe avere maggiore risonanza per i giovani lettori?
Francesco Martinelli: Penso che siano tutte tematiche urgenti e che sia difficile essere sensibili a una soltanto. Ovviamente la più importante è quella del riscaldamento globale, per questioni di dimensione e scala del problema. Si tratta di una tematica estremamente complessa e che dipende solo in parte dal comportamento dei singoli. Il grosso di questo problema può essere risolto solo da chi organizza il mondo, politici e imprenditori, quindi quello che i giovani lettori possono fare è un po’ ciò che stanno già facendo: pretendere un alto standard di comportamento da loro stessi e dagli altri. Inquinamento, deforestazione, urbanizzazione e riscaldamento globale sono tutti sintomi dello stesso problema: l’incapacità dell’uomo di percepire come concreti i problemi del futuro. Siccome non è oggi, il problema non esiste. Quello che serve è un cambio di prospettiva, e in questo senso dovremmo comportarci tutti come giovani lettori.
Che prospettive intravedi a livello educativo per questo libro? In che modo può contribuire allo sviluppo sostenibile e di un’etica della responsabilità per coloro che abbiamo già definito nativi ambientali?
Francesco Martinelli: Nativi ambientali è un’espressione bellissima. Perché in effetti indica uno degli aspetti positivi e incoraggianti del progresso della nostra società, un circolo virtuoso che si è innescato anni fa e che ci sta portando verso una sensibilità ambientale maggiore rispetto al passato. Una parte importante del mio lavoro riguarda proprio l’aspetto educativo della comunicazione scientifica e credo che questo libro sia uno strumento utile e versatile, un’ottima scusa per parlare in vari modi del rapporto tra uomo e ambiente. Da un lato ci sono i dati, le informazioni scientifiche, elemento imprescindibile per farsi un’idea solida della situazione, dall’altra ci sono le favole. Ma d’altra parte, le previsioni del futuro non sono altro che storie inventate sulla base di dati e informazioni. Credo che Quello che c’era una volta sia un progetto ben riuscito anche per questo, perché è un libro che si può utilizzare in molti modi.
Titolo: Quello che c’era una volta, fiabe e racconti dopo i cambiamenti climatici
Autore: Studio Rebigo
96 pagine, stampate su Favini Crush Mais
Prezzo: 25 €
Crowdfunding su www.produzionidalbasso.it
www.studiorebigo.it
Studio Rebigo è uno studio di illustrazione, fumetto e grafica e associazione culturale formato da sette illustratori: Alessandro Parodi, Arianna Zuppello, Luca Tagliafico, Ste Tirasso, Matteo Baldrighi, Silvia Venturi e Matteo Anselmo. Nasce a Genova nel 2015 con l’obiettivo di diffondere e promuovere il linguaggio dell’immagine nella città. Rebigo si occupa di curare progetti editoriali e di comunicazione visiva, crea eventi e mostre, dá vita a live painting e laboratori.