Design del gioiello | Barbara Uderzo | i prossimi appuntamenti
Intervista a BARBARA UDERZO di Gabriele Salvaterra
Fresca della partecipazione al Premio Fondazione Cominelli per il gioiello contemporaneo (leggi qui l’intervista alla curatrice della Fondazione Cominelli, Rosanna Padrini Dolcini), incontriamo Barbara Uderzo – produttrice di gioielli e designer – per capire come affronta il processo di creazione dei suoi oggetti. Gioielli che sfidano le categorie e in cui una grande mole di suggestioni e citazioni vengono sintetizzate in una forma indossabile, concisa ma densa di rimandi.
Mi piacerebbe parlare delle molte aree che riesci a toccare attraverso il tuo lavoro: gioielleria, arte, cibo, fumetto, design. Per prima cosa però raccontaci da dove sei partita e come poi sei riuscita a inserire così tanti aspetti nelle tue produzioni…
Il mio percorso non è stato diretto. Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia nella sezione pittura, col tempo l’interesse si è definito per forme d’arte contemporanee e per il design. Ho iniziato a occuparmi di gioielli nel 1990 e, da allora, ho elaborato in modo personale la mia ricerca artistica sul gioiello. Ad una approfondita conoscenza dei procedimenti tecnici ho affiancato una ricerca continua sulla creazione di gioielli come pezzi unici, spinta da un’energia di contaminazione anche con ambiti diversi come quello culinario: il mio lavoro infatti non è circoscritto all’oreficeria, e come dici tu, si apre a molte suggestioni.
I tuoi sono oggetti che raccontano molto rispetto alla loro mera funzione decorativa; portano dettagli di vissuto o elementi eterogenei all’interno degli accessori alla persona. Ce ne vuoi parlare?
Nel mio fare gioielli non mi concentro solo sulla funzione decorativa, anche se poi il risultato visivo è comunque di grande equilibrio formale e cromatico, ma parto da un interesse nei confronti dei contenuti, del significato di ciò che faccio e avendo sempre chiaro il risultato finale.
Su cosa ti sei concentrata per le tue ultime linee?
Le mie creazioni si suddividono in linee che io chiamo “famiglie”. Ultimamente ho realizzato soprattutto lavori della serie Blob. Anche il lavoro con le performance mi interessa molto ed è frutto di un desiderio di interagire con il pubblico e di suscitare una nuova reazione tra gioiello e persona. Ho poi un ambito di indagine legato esclusivamente all’argento che è forse meno eclatante degli altri ma su cui tuttora lavoro cercando di esplorare sensualità e scabrosità delle superfici.
Partecipi a molte mostre ed eventi che riguardano il mondo dell’arte: vedi le tue produzioni più vicine al design, alla gioielleria o all’arte? Come ti definiresti?
Le mie collezioni sono espressione del mio pensiero, come intuizioni di concetti che traduco in forme, a volte ascolto semplicemente la voce degli oggetti, altre volte seguo le mie sensazioni legate all’utilizzo di un materiale e alla sua indossabilità, e il gioiello diventa forma-rappresentazione di sensazioni e percezioni. Lavoro con estrema libertà e non mi pongo il problema di come definire o catalogare i miei lavori, se come oggetti di design o artistici. Cerco comunque di creare gioielli, cioè oggetti fatti per essere indossati.
Ci sono figure o punti di riferimento a cui guardi in questo percorso? Hai avuto degli influssi provenienti dalle arti visive più tradizionali? Alcune tue produzioni, mi fanno pensare alla pop art o al più recente pop-surrealista…
Senz’altro il mio interesse è per la materia “viva”, non per forme che derivano da un astrattismo geometrico, ma per forme fluide e organiche dove a volte immergo micro oggetti. Oppure l’interesse per la materia altre volte si esplica nella giustapposizione di elementi raccolti e nell’utilizzo di materiali “veri” decontestualizzati dal solito utilizzo. Così si può parlare forse di vicinanza con la pop art o meglio a un risultato finale che può far pensare al pop-surrealismo o al dadaismo.
Di recente sei stata coinvolta anche in progetti espositivi che riguardano una delle aree più innovative ed emergenti della creatività: quella del food design. Da cosa è nato l’impulso a creare anche gioielli commestibili e deperibili?
L’anno scorso alcuni miei Bijoux-Chocolat, in cioccolato, sono stati esposti nella mostra del Mart di Rovereto, Progetto cibo. La forma del gusto, mentre alcuni Glucogioielli, realizzati con caramelle, sono stati in esposizione alla mostra itinerante The New Italian Design, de La Triennale. I miei primi gioielli realizzati con il cibo risalgono al 1992, in seguito il lavoro con il cibo mi ha aperto strade nuove, ho posto l’attenzione sulla sensorialità utilizzando nuovi materiali, sui significati simbolici, sulle possibilità della fruizione di tali gioielli.
Quanto conta quindi l’ironia in quello che fai? Sei una persona che si prende molto sul serio?
L’ironia è importante, è un modo di vedere le cose da punti di vista inaspettati. A volte creo nei gioielli situazioni un po’ buffe e stravaganti ma lo faccio molto seriamente. Sono concentrata nella mia dimensione lavorativa personale, isolata da tutto, e creo in libertà.
Il tuo lavoro è stato selezionato anche per la mostra del Premio Fondazione Cominelli per il gioiello contemporaneo. Cosa hai presentato in questo contesto?
Per questa V edizione del Premio Fondazione Cominelli, Ramon Puig Cuyàs ha selezionato due miei anelli facenti parte della collezione Blob, dal titolo: Aperitivo esplosivo e Girotondo, un po’ di ironia c’è anche qui. In ogni caso anche se gli anelli appaiono dominati da un grande aspetto visivo e affabulatore, la realizzazione della parte in metallo prezioso dell’anello è ergonomica. Nonostante quindi le grandi dimensioni e il carico di elementi sovrastanti, l’anello risulta essere molto confortevole.
Eventi in corso e in programma:
Creativity contest: il gioiello si mette in posa
a cura di Susanna Maffini
3 ottobre – 15 novembre 2014
Creativity Oggetti
Via Carlo Alberto 40/f, Torino
European triennial of contemporary jewellery
a cura di WCC-BF World Craft Council-Belgique francophone
24 ottobre – 28 dicembre 2014
Site des Anciens Abattoirs
Rue de la Trouilles 17/02, Mons (Belgio)
Info: www.uderzo-designer.it
Leggi questo articolo anche su Espoarte digital #85 e 1/2