LONDRA | Ronchini Gallery | 25 giugno – 9 agosto 2014
di Elena Dolcini
La Ronchini Gallery ha da poco inaugurato una personale dell’artista americano Will Cotton. Conosciuto ai più per aver diretto il videoclip California Gurls della cantante pop Katy Perry, Cotton ha alle spalle svariati solo show e performance in America, ma mai prima d’ora il suo lavoro era stato esibito in Gran Bretagna. L’artista, che vive e lavora a New York, è da anni impegnato in progetti che ambiscono a indagare il nesso, più o meno visibile (al di là delle immagini di donne nude tra zuccheri filati e macarons) tra cibo e arte. La mostra da Ronchini, una galleria d’arte contemporanea a cinque minuti da Oxford Circus, è tanto minimale nella quantità, quanto barocca nei soggetti dei quadri. I dipinti appesi alle pareti dell’unica sala adibita a spazio espositivo sono solo quattro, ma, a causa del soggetto trattato, traboccano di elementi che saturano l’attenzione del visitatore.
Will Cotton sembra essere interessato a esplorare il territorio del “troppo”, così come lui stesso afferma quando parla della dolcezza che, se portata a un grado estremo, può diventare anche repulsiva. I suoi dipinti sono allora troppo melensi, le sue donne troppo nude, i suoi colori troppo delicati e i dolci e gli zuccheri troppo stomachevoli.
Il “troppo” qui non è negativo: è l’obiettivo dell’artista che quindi non solo eccelle in doti comunicative, ma si dimostra anche abile nell’accennare la sua prospettiva concettuale. Cotton si cimenta in un discorso tra il filosofico e lo psicoanalitico, esplorando il tema del piacere e del desiderio insaziabile; la sua pittura è una pratica edonista, indulgente, vezzosa e viziosa, finalizzata per così dire ad attivare le papille gustative dell’osservatore, ma che allo stesso tempo non risparmia un pizzico di amarezza. Cotton ci ricorda, per lo meno attraverso i titoli delle sue opere, che la ricerca del piacere è senza fine e rischia di tramutarsi da voluttuoso ed eccitante benessere sensoriale a condanna prometeica per colui che, non saziandosi, non smette mai di chiedere.
L’artista fa esplicito accenno al freudiano “al di là” del principio di piacere, intitolando con la celebre espressione il dipinto in cui una donna, vestita (quasi) solo di tiara, doma un pesce tirando un laccio di velluto rosa. Questo diretto parallelismo con Freud, però, viene sviluppato solo per metà perché nulla nell’arte di Cotton accenna alla funzione complementare al principio di piacere; per il medico austriaco invece, il principio di realtà è fondamentale quando si tratta di bilanciare le pulsioni volitive, erotiche ed edonistiche del soggetto con un richiamo all’ordine, alle regole e alla moderazione. Nei dipinti dell’artista americano nulla è reale, nemmeno le sinuosità delle sue modelle che, posando in set così costruiti, sembrano altrettanto artefatte. Attraverso un linguaggio tra il simbolico e il surreale, Cotton mira a rendere visibile il rapporto tra cibo e arte, che non solo sembra saturo di analogie, ma che per l’artista americano si palesa anche in vere e proprie invasioni di campo. Il dipinto Persistence of Desire 3 è stato infatti realizzato con il sacchetto che in pasticceria si usa per decorare dolci e torte, un utensile che dalla cucina si sposta quindi nello studio del pittore.
Cotton ha adottato un linguaggio artistico che mira alla comunicazione di un piacere e nel fare ciò non è per nulla autoreferenziale. Al contrario, descrive uno scenario che è allettante per i più. Si tratta di un immaginario collettivo, americano e non, sfruttato dal pittore per denunciare, a suo dire, il consumismo della società contemporanea esclusivamente improntata alla vendita di oggetti, di piacere subitanei, che, invece di durare nel tempo, si dissolvono in un sol boccone. Cotton dice bene, ma il suo progetto di critica corre il rischio di perdersi nel suo stesso intento e rimanere così intrappolato proprio all’interno di quella dinamica commerciale che vorrebbe ridicolizzare. La ripetizione ossessiva del soggetto che si vuole denunciare (in questo caso uno sfrenato consumismo) spesso si trasforma nella sua esaltazione, se non è accompagnata da valide alternative, insieme teoriche e pragmatiche. Ciò in cui Cotton riesce, invece, è andare oltre l’aristocratico purismo dell’arte; è infatti in grado di interpretare il contemporaneo attraverso linguaggi eterogenei in dialogo tra loro, sempre a patto che coinvolgano un godimento sensoriale al di là di un’esistenza effimera.
Will Cotton
a cura di Bartholomew F. Bland
25 giugno – 9 agosto 2014
Ronchini Gallery
22 Dering Street, W1S 1AN, Londra
Info: +44 (0)20 7629 9188
info@ronchinigallery.com
www.ronchinigallery.com