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BOLOGNA | Biblioteca Salaborsa | Fino al 28 settembre 2024

di GIULIA GORELLA

“The eye sees but it cannot see itself. They couldn’t see the whole picture of how their one part fit into the whole. That is all we did”. 

La citazione qui riportata è presa dalla miniserie americana targata Netflix, When they see us, fonte di ispirazione per l’omonima mostra inaugurata il 17 settembre in Sala Borsa a Bologna. Sebbene a una prima vista i due prodotti culturali possano sembrare distanti, a ben guardare li si riscopre come due proiezioni distorte dello stesso concetto: la sicurezza
Infatti, se nella serie vediamo riflessa la paura del cittadino americano medio verso i gruppi etnici non bianchi che sono rappresentati come impotenti perpetuatori di una minaccia arcaica, nella mostra vediamo riflessa la paura che la società europea coltiva verso il fantomatico uomo nero, il criminale (preferibilmente immigrato) sempre pronto all’aggressione e assetato di sangue che ha portato a giustificare il potenziamento delle tecnologie biometriche di sorveglianza.  

E la mostra in questione ci porta a domandarci esattamente questo: qual è la differenza tra safety e security: tra sicurezza e sorveglianza? È la sicurezza solo composta da difesa? È necessario sentirsi controllati per essere protetti? O ci sentiamo maggiormente rassicurati quando veniamo confortati e compresi?  

L’artista belga Dries Depoorter, presente all’inaugurazione della mostra, si è interrogato più volte su come limiti etici, privacy e anonimato siano concetti dalle linee sempre più sottili tracciate e cancellate dall’intelligenza, o meglio, dalle intelligenze artificiali: finissimi pennelli in mano alle autorità.
L’artista non si è dilungato nell’illustrare il processo creativo dietro le opere esposte in quanto hanno il merito di avere un’immediatezza e una trasparenza comunicativa proprie della divulgazione scientifica in opposizione a molte correnti artistiche contemporanee. Ha piuttosto illustrato la facilità con cui un utente internet mediamente esperto possa accedere a filmati di videocamere dette “aperte”, ovvero non protette da password di sicurezza oppure protette da password facilmente intercettabili, come ha fatto lui per realizzare video installazioni quali Jaywalking in cui si possono osservare pedoni intenti ad attraversare la strada senza rispettare il semaforo. L’installazione dà la possibilità al fruitore di premere un pulsante per inviare una segnalazione alla polizia nel caso in cui un pedone attraversi con il semaforo rosso, dimostrazione banale di come un comportamento adottato da quasi chiunque almeno di tanto in tanto possa, attraverso il freddo obiettivo della videocamera, portare a conseguenze negative per l’individuo.

Immagini di un attraversamento stradale riprese da una telecamera di “sicurezza”. Foto dell’opera Jaywalking di Dries Depoorter in mostra a “When they see us”

Surveillance speaker è un’altra delle opere presenti che più colpisce lo spettatore. Installazione inaugurata nel 2018 ma in continuo divenire, la videocamera che dall’alto scruta i passanti e narra con voce impersonale ciò che vede, utilizza invece i più recenti strumenti nel campo dei software di visione artificiale. Grazie ad un sistema di IA, l’altoparlante legge le immagini trasmesse in tempo reale dal suo occhio digitale posto in cima ad un palo. Questo lavoro, dagli echi orwelliani fa riflettere, in modo provocatorio, sui cambiamenti del comportamento umano, causati da forme di controllo e soprattutto su quanto comportamenti innocenti e quotidiani siano, a seconda dei punti di vista e dalle informazioni raccolte, trasformabili e narrabili come comportamenti antisociali e di conseguenza possibilmente pericolosi per la comunità.  

Dries Depoorter, Surveillance Speaker. Ph Tom Cornille

“Until they become conscious they will never rebel, and until after they have rebelled they cannot become conscious”. (1984, cap.VII) 

A questo proposito è bene ricordare che l’impegno politico è parte fondamentale nella realizzazione concreta di questa mostra che si inserisce all’interno di una più ampia rassegna composta da conferenze, tavole rotonde e performances che si propongono l’obiettivo di informare il più possibile la cittadinanza, in modo interdisciplinare, trasversale e intergenerazionale al fine di rendere più consapevoli le persone che non solo si trovano a essere direttamente coinvolte in quanto utenti attivi della rete, ma anche coloro che vengono definiti utenti passivi poiché ritengono di non essere interessati dagli sviluppi informatici dato che non utilizzano se non sporadicamente internet.  

La volontà di dare agency alla collettività è trasmessa soprattutto dalle organizzazioni che hanno giocato un ruolo attivo nella realizzazione delle iniziative, in primis: Tactical Tech, organizzazione creativa senza scopo di lucro attiva a livello internazionale, che sviluppa e condivide intuizioni, strumenti ed esperienze per rendere le comunità di tutto il mondo capaci di navigare e plasmare il nostro futuro collettivo sociale, politico e ambientale, nel contesto di un mondo sempre più digitale. Tactical Tech propone un viaggio di data visualisation con il progetto The Glass Room Misinformation Edition: una grande installazione composta da poster, app interattive e animazioni che illustra come i rischi di una sorveglianza invisibile e iniqua riguardino gran parte della nostra presenza digitale. 

Tactical Tech, The Glass Room, 03. Photo courtesy of Save The Children Romania 2022

In secondo luogo abbiamo Sineglossa, organizzazione culturale con sedi ad Ancona e Bologna dove promuove l’emersione di nuovi modelli di sviluppo sostenibile applicando i processi dell’arte contemporanea. Sineglossa ha curato in collaborazione con Cineca, l’organizzazione della tavola rotonda che si terrà il 25 settembre alle 15.30 presso l’Auditorium Biagi, dal titolo: Che cos’è un autore – Creare con le intelligenze artificiali generative. Parafrasando la celebre conferenza di Michel Foucault, l’evento discute le conseguenze della produzione di opere d’arte tramite intelligenza artificiale sulla nozione filosofica e giuridica di autorialità. Tra gli ospiti che dialogheranno sul tema vi sono esperti quali: Giovanni Leghissa, filosofo dell’Università di Torino, tra i più brillanti esperti di Foucault in Italia; Maurizio Lana, digital humanist presso l’Università del Piemonte Orientale; gli artisti Francesco D’Isa, Roberto Fassone e Kamilia Kard, e lo scrittore Wu Ming 2. La tavola rotonda è organizzata con il patrocinio del Comune di Bologna, realizzata nell’ambito dei progetti europei GRIN S+T+ARTS ed EUROPEAN DIGITAL DEAL, cofinanziati dall’Unione Europea.

L’artista Dries Depoorter al talk di apertura della mostra mentre presenta le sue opere al pubblico.

WHEN THEY SEE US
Mostra su sorveglianza biometrica e AI
a cura di Sineglossa

17-28 settembre 2024
(prossime aperture: martedì 24/09 – venerdì 27/09:  9:00-20:00; sabato 28/09: 9:00-19:00; domenica chiuso)

Biblioteca Salaborsa, Bologna

Info: sineglossa.it

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