Intervista ad ELEONORA CHIESA ed ENRICO BORDO di Francesca Di Giorgio
Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Il 18 maggio, appena è stato possibile, Prisma Studio, come anche altri spazi culturali della città, ha riaperto le porte al pubblico, anzi il grande portone del ‘500 che caratterizza il nostro ingresso. Siamo stati felici di poter tornare a lavorare nello spazio vivendolo, e nonostante le nuove normative, c’era l’entusiasmo di poter di nuovo incontrare amici e sostenitori. Con nostra sorpresa (non ci aspettavamo grandi afflussi) la riapertura, con relativo posticipo di una settimana della mostra Res Pubica a cura di Ferruccio Giromini è andata molto bene, in pochi giorni abbiamo accolto numerosi visitatori e persone interessate alla pubblicazione associata alla mostra. Probabilmente anche il pubblico aveva voglia di poter tornare a vedere opere e installazioni dal vivo anziché attraverso la mediazione di uno schermo. Durante il lockdown, abbiamo continuato ad utilizzare i social senza tuttavia un ulteriore incremento rispetto a prima. La chiusura è stata lunga, ma come si sa, il lavoro culturale non si ferma mai, così tra i collegamenti e/o riunioni organizzative in remoto e gli aggiornamenti settimanali sulle attività dello spazio, i giorni e i mesi sono passati. Crediamo che i cambiamenti e le pause (anche forzate), possano costituire nuove opportunità di riflessione e forse dare un po’ di tempo in più per fare cose rimaste indietro, così abbiamo deciso di convogliare le energie su nuovi progetti e sulla costruzione del sito dello spazio che tra pochi giorni, se tutto va bene, sarà finalmente online.
Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
In quanto spazio culturale di ricerca, ci sentiamo parte di un sistema attivo e formativo per la città, che auspichiamo cresca sempre di più sia a livello cittadino che nazionale. Crediamo che la presenza di musei, teatri, gallerie e spazi culturali in una città sia indice di futuro e crescita civile, per questo cerchiamo di fare la nostra parte. Nei momenti cupi e difficili come quelli che abbiamo affrontato come società, l’arte si è rivelata un rifugio e un riferimento per la coscienza e l’immaginazione. Durante le crisi la cultura risponde, è sempre accaduto, questo è l’aspetto che ci interessa: poter ripartire con e da nuovi paradigmi. La tutela ambientale, i diritti civili, la questione migratoria e le disparità sociali sono tutti argomenti caldi evidenziati maggiormente dalla crisi della pandemia. Umanamente ci sentiamo stimolati nel proseguire e promuovere linee di ricerca sensibili in queste direzioni.
Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
La nostra fase 3 inizia con la mostra Ognuno per Sé di Mona Lisa Tina a cura di Livia Savorelli, nell’ambito di Arteam Cup Focus Genova, che sarà visitabile fino al 25 luglio, per riprendere poi a settembre con un talk sulla performance a cura di Lori Adragna nell’ambito del programma di Manifesta 13 che si terrà a Villa Croce, seguito dalla ripresa della programmazione degli eventi e delle mostre. In una realtà diversificata come quella del centro storico di Genova, bisogna “esserci” e quando possibile fare rete come l’esperienza di Piazzetta Contemporanea che ci vede coinvolti in collaborazione con le gallerie Unimediamodern e VisionQuest, e altri eventi collettivamente partecipati per attivare sinergie e pensare a nuove occasioni culturali sul territorio e per la città.