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Intervista a EMANUELA FADALTI e MATILDE CADENTI DI Livia Savorelli

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Il lockdown è arrivato in un momento molto delicato, praticamente subito dopo l’acqua alta che aveva colpito la città nei mesi di novembre e dicembre, appena Venezia sembrava dare segni di ripresa. Siamo state costrette a posticipare l’opening di due mostre e ci siamo viste annullare la partecipazione ad una fiera a causa della cancellazione dell’evento, ma nonostante questo abbiamo ritenuto importante far sapere al nostro pubblico che la galleria stava continuando a lavorare.
Indubbiamente siamo state più attive sui social, in modo da permettere ai nostri followers di conoscere e approfondire gli artisti con cui lavoriamo e le loro opere nel tentativo di creare una “comunità creativa internazionale” anche in un momento in cui muoversi era praticamente impossibile.
Già da prima del lockdown la comunicazione (tramite sito web, newsletter e social) aveva un ruolo centrale nel nostro lavoro e continueremo a potenziarla pur nella consapevolezza che il rapporto diretto con l’opera d’arte rimarrà sempre qualcosa di imprescindibile e non rimpiazzabile dalla tecnologia, che può essere un ottimo strumento ma che non può soppiantare il ruolo della galleria in quanto punto di incontro e scambio culturale.
In questo periodo poi abbiamo mantenuto e ampliato le collaborazione con le altre gallerie veneziane, realizzando un nuovo sito web e lanciando il progetto STORAGE che consente al nostro pubblico di “incontrare” nuove opere, presentate settimanalmente da ciascuna delle gallerie di Venice Galleries View.
Stiamo lavorando anche a nuovi eventi in collaborazione con M9 e altre istituzioni al fine mantenere alta l’attenzione del pubblico sull’arte contemporanea a Venezia, nonostante l’assenza dei grandi eventi che solitamente si svolgono in città.

I dreamed a dream – Chapter 1, group show, curated by Domenico De Chirico, installation view at Marignana Arte, Venice 
Courtesy the gallery and the artists. 
PH: Silvia Longhi

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Questa domanda è molto interessante perché quello che emerge, almeno dal nostro punto di vista, in questa situazione è la completa noncuranza delle realtà che compongono questo “sistema dell’arte”. Si è parlato moltissimo dei grandi musei e delle istituzioni senza minimamente accennare a gallerie, fiere, riviste, accademie e residenze che, a nostro avviso, sono stati lasciati soli a fronteggiare questa emergenza.
Siamo convinte che sia necessario che si intervenga quanto prima con delle misure specifiche per sostenere gallerie d’arte e artisti, un po’ come è stato fatto in altri paesi europei, al fine di consentire di arginare l’attuale crisi fornendo risorse per far fronte alle perdite, ma anche per riavviare il settore quando la situazione si sarà stabilizzata.
A livello locale per noi è stata fondamentale l’appartenenza al circuito Venice Galleries View che ci ha permesso di confrontarci con le colleghe e di valutare come affrontare questa emergenza in una città complessa come Venezia, che quest’anno, tra le altre cose, sarà anche orfana della Biennale Architettura che speravamo avrebbe smosso la situazione.
I nostri obiettivi a breve termine sono molto semplici: proseguire con il nostro lavoro e definire al meglio la programmazione per i prossimi mesi che si preannunciano cruciali. Sicuramente parteciperemo alla Glass Week che si terrà a settembre e stiamo lavorando ad alcuni progetti con Venice Galleries View che speriamo si concretizzeranno prima dell’estate.

I dreamed a dream – Chapter 2, group show, curated by Domenico De Chirico, installation view at Marignana Arte, Venice 
Courtesy the gallery and the artists
. PH: Silvia Longhi

Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
La prima fase, dopo un primo momento di smarrimento, ci ha messo di fronte al problema di come sarebbe cambiato il mondo dell’arte in relazione alla crisi economica e quindi ci ha portato a riflettere sul cosa fare per trovare nuovi approcci con i collezionisti, le istituzioni, ecc… e come poter sostenere i nostri artisti.
La fase due è stata quella del confronto: tra gallerie (in particolare con le colleghe di VGV) e con artisti, organizzatori di fiere, curatori (riunioni a tema, strategie, finanziamenti, ecc); il tutto rigorosamente in video conferenza. Contemporaneamente abbiamo cercato di organizzare il tutto per la ripresa.
La terza fase è stata quella della rinascita: due nuovi progetti espositivi (uno in galleria e uno in project room) e l’allestimento nel chiostro del museo M9 con una mostra dal titolo “Materiche” e video proiezioni con riferimenti al tema del post Covid.
Abbiamo voluto dare un segnale di speranza e di positività anticipando nei tempi anche le aperture dei Musei, proprio per comunicare la nostra voglia di esserci da subito, quando tutti incominciano ad uscire dall’isolamento e dalle restrizioni e hanno voglia di riassaporare il piacere dell’incontro con l’arte.

www.marignanaarte.it

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