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Intervista a CRISTINA GILDA ARTESE di Francesca Di Giorgio

Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Il lockdown è arrivato nel momento in cui stava per terminare la mostra personale di Piero Figura e ci stavamo preparando all’apertura della mostra collettiva Il giardino d’Arcadia, un ampio progetto curato da Andrea Lacarpia che coinvolge 13 artisti e che è stato posticipato per essere finalmente realizzato dopo il 18 maggio per restare aperto al pubblico per tutto il mese di giugno.
Nella progettualità di Gilda Contemporary Art è sempre stato importante fornire al pubblico generico e ai collezionisti un’esperienza dell’arte che non sia legata solo ad uno sguardo superficiale, ma che coinvolga in un discorso culturale ed emozionale più ampio, inevitabilmente legato alla frequentazione fisica delle mostre. La galleria già disponeva di strumenti di promozione online che utilizzava regolarmente, dai canali social alla piattaforma Artland, che durante il lockdown sono stati utilizzati realizzando dei focus sugli artisti in permanenza. Gli strumenti online sono utili per presentare le attività della galleria ad un pubblico particolarmente ampio, ma non possono sostituirsi allo scambio umano che è parte integrante della nostra vocazione culturale. È anche vero che i social possono colmare le distanze e si sono rivelati particolarmente importanti in assenza della possibilità di organizzare degli eventi, come nel caso della diretta social con cui abbiamo inaugurato Il giardino d’Arcadia, che si è svolta con un’ampia e affettuosa partecipazione virtuale. Inoltre, durante il lockdown abbiamo lanciato una raccolta fondi a favore dell’Istituto Mario Negri attualmente impegnato nella ricerca di una cura al Covid-19, per la quale le artiste Pina Inferrera, Elena Monzo e Silvia Serenari hanno messo a disposizione alcune opere.

Il giardino d’Arcadia, mostra collettiva, maggio – giugno 2020, Gilda Contemporary Art

Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Il mancato riconoscimento pubblico del valore dell’arte contemporanea nella vita culturale del Paese è un problema di natura innanzi tutto politica, che ha portato all’inasprirsi dei rapporti tra i vari componenti del sistema dell’arte, tutti egoisticamente preoccupati della propria sopravvivenza nel sistema ed in forte competizione tra loro. La chiusura individualistica degli operatori ha precluso la formazione di una visione collettiva, sia a livello culturale sia sul piano economico. Per evitare di restare imbrigliata negli atteggiamenti di chiusura del mondo dell’arte, Gilda Contemporary Art si è sempre impegnata nello sviluppare la creazione di una rete di relazioni particolarmente ampia che include tutti gli ambiti della creatività, della cultura e dell’impegno sociale. In particolare, il nostro interesse per le contaminazioni tra arte e design che emergeva in diversi eventi ed incontri in galleria, a breve verrà incanalato in un progetto ad hoc che prevede uno store online ed uno spazio dedicato all’interno della galleria.

Piero Figura – Lanzarote, febbraio – marzo 2020, Gilda Contemporary Art

Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Il periodo del lockdown è stato triste per l’impossibilità di aprire la galleria e allestire la nuova mostra che doveva celebrare il ritorno della primavera dopo l’inverno, ma con la fase due abbiamo finalmente potuto allestire la mostra, che con la ripresa graduale delle attività della città ha assunto un valore ancora maggiore, rappresentando la forza rigenerativa della natura e dell’uomo come parte di essa. Caratterizzata dalla presenza di piante vive oltre alle opere, la mostra è introdotta da una frase che abbiamo posto sulla vetrina per rimarcare l’atteggiamento positivo con cui reagiamo al periodo di incertezza generalizzata: “Un giardino fiorisce nella città che rinasce”. La Fase 3 vedrà l’avvio di nuovi progetti che, pur nell’osservanza del distanziamento sociale, contribuiranno a mantenere vivo l’interesse per l’arte e la dimensione creativa nelle sue molteplici forme di espressione.

https://gildacontemporaryart.it/

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