Intervista a FRANCO NOERO di Francesca Di Giorgio
Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
È innegabile che le luci del nostro mondo si siano spente, ovunque e di colpo e come conseguenza c’è stata certamente un’accelerazione delle gallerie, la nostra inclusa, verso piattaforme digitali e verso nuovi strumenti quali le online viewing room. Per quanto ci riguarda abbiamo accelerato la ristrutturazione del nostro sito web, che era comunque già programmata, e che sarà dotata di opportuna viewing room; i social li utilizziamo da tempo ma certo non vi eravamo concentrati come lo siamo ora.
È molto difficile però parlare di risultati effettivi al momento, posso certo dire che le online viewing room non hanno preso il posto delle fiere. Mi aspetto molto da ITALICS, la piattaforma che abbiamo studiato in questi mesi assieme ad altre 8 gallerie e che coinvolgerà alla fine oltre 50 gallerie italiane di contemporaneo, moderno e antico e che descriverà in un modo del tutto nuovo il nostro paese e il suo landscape.
Al momento il rapporto col pubblico è ancora sospeso ma credo che i valori fondamentali dell’arte sono quelli che avranno la meglio. Credo che l’arte si riprenderà tutti i posti che il suo mercato forse troppo prepotente le aveva sottratto. In questo modo vincerà ancora.
Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Più che parte di un sistema, amo dire che siamo una comunità e anche molto connessa in tutto il mondo. Dobbiamo ricostruire il nostro quotidiano, partendo dalle piccole cose a cui non avremo dato peso alcuno in precedenza. Dobbiamo lavorare assieme, cercarci ancora più di prima. Come galleria stiamo lavorando ad un programma, o meglio aggiustiamo e adattiamo quello che era il nostro programma al cambiamento che stiamo vivendo e che non si è ancora arrestato. Certamente il privilegio di lavorare con gli artisti e le loro idee sono la spinta per tutto.
Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Prima, costantemente su un aereo, costantemente in movimento. Dopo, adattando gli occhi al buio creatosi nel nostro mondo in un solo istante. Poi, a costruire, di nuovo.
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