Intervista a BRAD BRUBAKER di Francesca Di Giorgio
Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
La prima reazione è stata di vivere il momento del lockdown in silenzio. Facevamo fatica ad ascoltare le notizie che arrivavano dal mondo esterno, soprattutto dai social, e non ci sembrava il caso di aggiungere nostri contenuti – troppo leggeri per un momento storico così drammatico – all’enorme flusso informativo che già arrivava dal resto del mondo. Inoltre, il nostro è un pubblico molto internazionale e alcune zone del mondo, mentre noi già vedevamo uno spiraglio, si trovavano ancora nel pieno dell’emergenza. Non era opportuno che noi dicessimo nulla. Solo dopo ci siamo chiesti come potessimo tornare a dare un segnale di vitalità e di ripresa: è stata una necessità personale, oltre che professionale, quella di tornare a comunicare.
È nato quindi #livingwithart, un hashtag con cui sul nostro profilo instagram @accessogalleria abbiamo indicato una serie di scatti di opere ritratte nelle case dei nostri collezionisti. È stato per noi un modo per riallacciare un rapporto con il nostro pubblico e per entrare nelle loro case, che per tutti noi nel mondo erano diventate l’unico orizzonte possibile.
Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Non abbiamo visto grandi cambiamenti: il mondo dell’arte continua a essere eterogeneo e parcellizzato. A Pietrasanta, l’iniziativa che ci vede lavorare come “sistema” ormai da qualche anno è la Collectors Night: una serata di aperture “straordinarie” e coordinate che vede protagoniste alcune delle più importanti gallerie che lavorano sul territorio. Non è semplice organizzarci e mettere insieme tante teste, ma è una manifestazione che va a beneficio di tutti: galleristi e pubblico. Si terrà anche quest’anno, come segnale forte di presenza e di vivacità.
Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Tra le molte incertezze di questo momento, una cosa ci appare sicura: bisogna cambiare e bisogna trovare nuove soluzioni per vedere e comprare arte. Il primo strumento che ci ha aiutato, e continuerà a farlo, è quello digitale.
Noi stessi, per la prima volta, in occasione della mostra di Bruno Walpoth e Alex Rane I Will come out Again che apre sabato 4 luglio, abbiamo realizzato un catalogo .pdf che può essere spedito facilmente in tutto il mondo, per tutti coloro che non possono o non vogliono spostarsi e per chi ha paura di farlo. Inseriremo inoltre sul nostro sito accessogalleria.com una viewing room in cui sarà possibile vedere l’allestimento della mostra, le opere – anche nei dettagli – e contenuti testuali extra come testi e biografie per ricreare – per quanto possibile – un’esperienza di mostra realistica. Anche il nostro lavoro ordinario è cambiato: passo le mie giornate al computer che è diventato l’unico strumento che mi mette in contatto con il nostro pubblico. L’emergenza sanitaria ha cambiato la nostra quotidianità, il nostro modo di vivere, di spostarci, non poteva che cambiare anche il nostro lavoro. Quando tutto sarà finito – e credo ci vorrà qualche anno – sono però fiducioso che tutti gli sforzi che stiamo facendo ora diventeranno arricchimento e completamento del lavoro che facevamo prima.