PISTOIA | ME Vannucci | Fino al 19 marzo 2023
di BEATRICE BENEFORTI
Dove i contorni sono leggeri, lo sguardo scivola altrove. Vittorio Corsini ha fatto esattamente il contrario, facendoci partire da forme nette e riconoscibili, dure nella loro fisicità. In particolare ci riferiamo all’istallazione in metallo che apre la mostra non odiarmi visitabile, fino al 19 marzo, alla Galleria ME Vannucci di Pistoia, la prima opera che vediamo appena si entra in galleria, Neither inside nor outside, 2023: una pianta di un’abitazione senza proprietario, abitata solo dai mobili – anch’essi, come la pianta, di colore nero – che l’artista ha volutamente costruito in maniera sproporzionata, rivalutando la concezione che abbiamo dell’abitare, dello stare dentro qualcosa.
Il posizionamento dell’arredo crea perplessità: interrogandoci sul disegno creato dall’artista, le immagini della nostra casa ci appaiono a esempio, usandole come metro di paragone.
Guardando la pianta dell’appartamento ideato da Corsini, possiamo approfondire, oppure ribaltare, la percezione degli spazi domestici intesi come qualcosa di fisico ma soprattutto concettuale.
Il concetto di spazio, all’interno della coppia ha sfaccettati significati: può riguardare il tempo, la cura di sé, l’attenzione all’altro, l’elaborazione di un piano comune, la convivenza, la mancanza, lo spazio dell’abbandono e della fuga.
È buona regola, quando si entra dentro le mura domestiche di qualcun altro, adoperare educazione e rispetto: entrare in casa di qualcuno significa accedere agli spazi intimi – resi pubblici per l’evento circoscritto – del nostro ospite dove il paragone con i nostri, di spazi, è la prima cosa che le nostre menti visualizzano. Ecco che Corsini, ponendoci davanti questa prima installazione della mostra, ci offre l’opportunità di provare questa sensazione di dubbio, di paragone, portando in un luogo pubblico – quale è la galleria – l’intimità della situazione domestica.
Utilizzando una limitata gamma tonale, bianco, nero, rosso e arancio, Corsini ricostruisce le forme dell’abitare con oggetti identificabili ma dai confini spezzati in forme geometriche, posti su altre angolazioni che creano una nuova mappa: “Io non rappresento niente e non parlo di vicende personali – ci dice Corsini – ma mi interrogo sull’imperfezione e la generazione, sui progetti e sui disegni. Portare la mia vita personale dentro le mie opere, non è la mia geografia”.
In ogni opera esposta in non odiarmi, Corsini espone tanti spunti per riflettere sui gesti che accompagnano o costruiscono scene quotidiane: For lunch, è una scultura composta da due pentole in cristallo poste una accanto all’altra, sul bordo di ognuna di esse è collocata, in modo apparentemente casuale una piccola stampa in PVC, in realtà un QR Code il cui disegno grafico è realizzato appositamente per l’opera. Inquadrando i due codici veniamo collegati alle ricette di due pietanze fondamentali alla sopravvivenza di due popoli: una zuppa eritrea e la polenta italiana.
Davanti a questa opera, la galleria ha scelto di esporre Babette’s feast – un riferimento al racconto di Karen Blixen, Il pranzo di Babette – una scatola di metallo specchiante che contiene e protegge pentole, bicchieri, posate di cristallo ma anche la copertina del libro con impresso il titolo Babette’s feast. “Ogni tanto faccio una cassetta di queste che ha a che fare con un libro che mi è interessato e che, in qualche modo, mi ha passato delle cose. Questa è una cassetta della frutta e la riempio come si fa esattamente come si fanno i traslochi ma non “trasloco” qualcosa bensì è qualcosa che porto con me” ci ha raccontato l’artista.
Proseguendo ci siamo trovati immersi nella luce rossa che dipingeva lo spazio dell’ultima sala della mostra con l’opera Hate me, composta da otto neon rossi attaccati alla parete che si spengono a intermittenza lasciando visibile, per 4 secondi la scritta Hate me: “Entri dentro e hai questo rosso che ti abbaglia, non ti fa leggere niente ma nel momento in cui va via la luce, esce fuori la scritta Hate me, per quattro secondi, il tempo massimo in cui può esistere l’odio. Per me l’arte è visiva e ci deve essere qualcosa che ti convince, che ti porta dentro e ti tiene in tensione”.
Il livello di raffinatezza nella gestione della luce nello spazio di questa istallazione, ci permette di canalizzare la nostra attenzione direttamente sul concetto scelto dall’artista.
In non odiarmi, le opere di Corsini, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Brera, delineano un perimetro dove la fisicità del corpo si muove ponendosi domande continue. La presa di coscienza dell’essere dentro uno spazio pubblico o privato è esposta in maniera delicata ed è in continuo dialogo con quello che ogni visitatore conosce di sé e dei propri confini.
Vittorio Corsini. non odiarmi
testo di Gabi Scardi
22 gennaio – 19 marzo 2023
ME Vannucci
Via Gorizia 122, Pistoia
Orari: dal mercoledì al giovedì 17.00-19.30, venerdì e sabato 9.30-12.30 / 17.00 -19.30, o su appuntamento
Info: +39 057320066
+39 335 6745185
info@vannucciartecontemporanea.com
www.vannucciartecontemporanea.com