Intervista a VINCENZO MARSIGLIA di Francesco Mattia Ferrari
L’inizio dell’anno è un buon momento per fare il punto sui progetti in essere e futuri entrando in contatto con artisti che hanno varcato la soglia del 2023 con all’attivo tanti progetti differenti. Uno di questi è Vincenzo Marsiglia. Un artista che seguiamo fin dai suoi inizi e che si racconta oggi in quest’intervista incentrata sugli ultimi progetti realizzati. La mostra The form of light, a cura di Davide Sarchioni e organizzata in collaborazione con TerraMedia Aps, in corso fino all’11 febbraio 2023, da BBS-pro / BBS-Lombard di Prato dove Marsiglia si inserisce nell’ambito di un programma culturale sostenuto da BBS-pro volto all’esplorazione di esperienze d’arte contemporanea nei luoghi di lavoro, proponendo progetti site-specific dedicati allo spazio espositivo dello studio con l’intento di formulare ipotesi di connessioni culturali con il luogo e la storia passata e presente della città di Prato, con il suo tessuto imprenditoriale e produttivo.
L’installazione digitale è stata, invece, protagonista nella terza settimana del Festival CONNEXXION a cura di Livia Savorelli che, sabato 10 dicembre 2022, con UNRITRATTOPERUNIRCI di Vincenzo Marsiglia ha portato a Savona la performance nata insieme al musicista e compositore Ocrasunset. E, ancora prima, a fine novembre scorso, l’arte di Marsiglia è approdata in teatro, in Romania, in cui le immagini del set design sono state generate utilizzando l’applicazione Interactive Star App per iPad. Partiamo da qui…
Questo periodo, come dicevamo, ti ha visto coinvolto nella realizzazione di diversi progetti. Andando in ordine cronologico vorrei che ci parlassi dello spettacolo Freetime presentato al Teatrul de Nord e di come sia stato portare la tua arte in teatro.
Un’esperienza decisamente interessante che mi ha permesso di sperimentare creando scenografie con l’ausilio della videoproiezione. I video sono stati proiettati direttamente sulla scenografia, su delle tende tripoline composte da un migliaio di fili per creare uno schermo proiettabile. È un elemento che avevo già usato su un’altra mia installazione ed è stato riproposto anche qui in ambito teatrale. Tutti i video sono stati realizzati grazie alla tecnica di Hololens, ovvero con il visore per la mixed reality, il quale una volta indossato cattura i movimenti dell’occhio generando una rete virtuale composta dalla stella a quattro punte. A partire da questo aspetto, ho lavorato insieme al regista per la progettazione di questi video, creando così una vera e propria performance, realizzata grazie al progetto Map Star the World, registrando alcune scene insieme agli attori. Si è creata dunque una situazione in qualche modo legata al metaverso per cui gli attori venivano immersi in una ambientazione nuova, come avvolti da questa rete di stelle. Nello spettacolo ho radunato tre tipologie di lavoro, Hololens per quanto riguarda la mixed reality e il metaverso, in una sorta di elegia dell’intelligenza artificiale; la mia applicazione Interactive Star App, utilizzata per la realizzazione di questi ritratti coloratissimi sempre con il mio segno; e, per finire, c’è stato anche l’utilizzo di un mio NFT. L’idea dunque è stata di portare il focus dello spettatore tanto sull’azione teatrale che sulla scenografia, le quali alla fine erano un tutt’uno.
Hai poi realizzato una personale in collaborazione con BBS-Pro a Prato, che sarà visitabile fino all’11 febbraio 2023. Come si è inserito il tuo segno distintivo, l’Unità Marsiglia, nel programma di BBS-pro, volto a formulare ipotesi di connessioni culturali con il luogo e la storia passata e presente della città di Prato, con il suo tessuto imprenditoriale e produttivo?
Quando Davide Sarchioni e Fiammetta Poggi mi hanno proposto l’idea di lavorare all’interno di uno studio di commercialisti la cosa mi è apparsa un po’ strana, al contrario mi sono trovato in uno spazio con una componente luminosa importante e che non avesse nulla da invidiare alle gallerie più ricercate. L’idea di lavorare in un tessuto culturale come quello di Prato poi, sotto l’aspetto dell’arte contemporanea, ma soprattutto per l’importanza che l’industria del tessuto e della moda ricoprono nella città, è infatti uno dei simboli forti della mostra. Lo è in particolare Star Soft, una stella di cinque metri di altezza creata proprio con i tessuti di Prato, ricreando quasi una dinamica dadaista, e creando un’opera non come avveniva in passato su telaio quindi “classica”. In questo caso è il tessuto stesso che prende la forma della stella mettendo in relazione il pavimento con la parete, lo spazio dello spettatore che si unisce con quello dell’opera. Inoltre, la mostra è concepita con una doppia visione, una diurna che pone il fuoco sulla forma, e una notturna che pone l’accento sulla luce grazie ai neon di Wood. È stato dunque un interessante processo di progettazione per bilanciare le opere, tra cui sono stati inseriti i Fold in cartoncino e dei nuovi Prospect in neon, e renderle fruibili sia con la “luce bianca” che con la “luce nera”.
Per la terza settimana di Connexxion a Savona, il 10 e l’11 dicembre, è stato possibile vedere poi la tua installazione Un Ritratto per Unirci, già proposta in diverse occasioni. Qual è la sua importanza all’interno del tuo percorso artistico e qual è il suo rapporto con gli altri due progetti?
È un progetto forte, rivolto alla tecnologia e al mondo dell’intelligenza artificiale, realizzato in collaborazione con Simone Boffa in arte Ocrasunset. Grazie a uno strumento ben preciso e con il suono creato da Ocrasunset, i ritratti che ho realizzato sono rielaborati e proiettati con un effetto morphing. Questo progetto nasce nel 2020, con il titolo Un Ritratto per Unirci, e si unisce al progetto realizzato da Livia Savorelli dal titolo Connexxion a Savona. Ho tentato, con le proiezioni sulla facciata del Comune di Savona, di rendere l’idea dell’immensità di ritratti che siamo riusciti a realizzare (più di mille), con questo mezzo tecnologico che frammenta distrugge e ricrea, fonde e fa svanire l’immagine, il tutto generato dal suono; la macchina capta il suono il quale viene reinterpretato, reinterpretando il ritratto stesso. Ciò che mi affascina è proprio questo aspetto performativo che nasce dall’unione della mia arte con quella di Ocra in un progetto dedicato proprio a Savona. Credo che questi ultimi tre progetti realizzati non abbiano delle sostanziali differenze se non nella forma, in quanto si legano perfettamente l’uno all’altro essendo ognuno di loro parte fondamentale del mio percorso e della mia visione, sono dunque un modo per esprimere i vari discorsi e stili che affronto.
Mostra in corso:
VINCENZO MARSIGLIA. The form of light
a cura di Davide Sarchioni
6 dicembre 2022 – 11 febbraio 2023
BBS-pro / BBS-Lombard Prato
Via del Carmine 11, Prato
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Sabato su prenotazione
Info: +39 0574 621208
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