MILANO | Building | 27 febbraio – 27 aprile 2019
di MATTEO GALBIATI
Quale città conosciamo, viviamo, percepiamo o semplicemente immaginiamo? Luoghi che abitano le nostre abitudini, altri che sono familiari e diventano sconosciuti, altri si scoprono ogni giorno, altri ancora vivono in un’eterna immobilità fluida, questa è la città che lentamente cambia sempre identità senza che ne abbiamo una piena consapevolezza, senza che ne sentiamo le ragioni. La città è un organismo vivo e mutevole che la fotografia, meglio di altri media, con la sua fissità, spesso ambigua, pare catturare in istantanee che aprono panorami a nuove prospettive di senso e a nuove conoscenze. O forse no?
La personale, che a Milano la galleria Building dedica a Vincenzo Castella (1952), pare proprio confermare e subito smentire queste ipotesi: la mostra si concentra su Milano, metropoli d’adozione dell’artista campano, la quale – con le molte altre italiane ed europee oggetto del suo studio e della sua analisi – si ri-vela nelle sue infinite anime. Lo sguardo definito da Castella, riconoscibile nel suo approccio quasi defilato al mezzo e all’immagine, rimane determinante nel catalizzare un’attenzione (e un’attesa) nuova rispetto ad un panorama che si riscontra nell’esperienza diretta, più o meno ampia, di ogni osservatore.
I suoi scatti si dedicano quasi integralmente alla veduta di un paesaggio, quello cittadino, che per definizione deve tener conto della propria artificialità di ambiente costruito e pianificato, progettato ed edificato dall’uomo: Castella pone, tanto negli scatti di grande formato, quanto in quelli di piccole dimensioni, il senso di straniamento e di alterazione che induce chi osserva a delineare il profilo di un nuovo punto di vista, con cui rivedere e ristabilire un’esperienza, di luoghi che si credevano noti.
Le serie di opere presenti coprono, poi, un arco temporale diverso e scandito in un tempo lungo che, grazie alle differenze sottili che intercorrono nei vari scatti, contribuisce ad alimentare il principio di distanza e mistero che si delinea allo sguardo.
Luoghi interni e spazi pubblici sono il ritratto della somma delle nostre esperienze, di quell’infinito corollario di punti di vista che rendono la città un luogo dall’identità metamorfica che nemmeno lo statuto della fotografia sa dedurre completamente. Castella, del resto, diversamente da altri fotografi che come lui hanno legato la propria riflessione al paesaggio, si allontana intenzionalmente dalla posizione autoriale, non cerca il principio dell’autorità dell’esecutore. Il fotografo rimanda lo sguardo all’altro, sposta la cultura del territorio ad una collettività maggiormente allargata, riscontrando quel diverso sentire del vissuto di molti e non la limitante e impositiva visione del singolo.
Sfruttando gli ampi e suggestivi ambienti di Building, il curatore della mostra, Frank Boehm, ha scelto di distribuire la mostra sui diversi piani dello spazio espositivo secondo tre temi: Rinascimento, Contesto Urbano e Natura. Il primo accoglie il visitatore con immagini dei maggiori monumenti rinascimentali milanesi, frazionati in dettagli e inquadrature emblematicamente anti-convenzionali.
Il secondo tema è quello che si concede in modo più ampio (coinvolgendo il primo e il secondo piano) alla visione di Milano: dalla costruzione di San Siro nel 1989 alla nuova identità architettonica, la metropoli lombarda viene abitata dallo sguardo secondo la stimolante proposta delle nuove prospettive fissate dagli scatti di Castella.
Chiude il percorso espositivo il tema inerente la natura che, però, torna ad essere quella al chiuso dell’artificialità umana, non quella ripresa in un paesaggio selvatico e atavico: collezioni di piante imbrigliate nell’architettura rilanciano il dovere di una riflessione più profonda ed articolata del nostro agire e del nostro essere.
Vincenzo Castella. Milano
a cura di Frank Boehm
27 febbraio – 27 aprile 2019
Building
Via Monte di Pietà, Milano
Orari: da martedì a sabato 10.00-19.00
Info: +39 02 89094995
info@building-gallery.com
www.building-gallery.com