VENEZIA | Caffè Florian | 5 giugno – 31 agosto 2014
di Francesca Giubilei
Nella sua introduzione al catalogo della mostra Serenissima Babel, Andrea Formilli Fendi, presidente della holding che ha acquisito nel 2009 il Caffè Florian (una delle più antiche botteghe da caffè al mondo e salotto all’aperto di Piazza San Marco), descrive Venezia come una città speciale, in cui l’assenza dei roboanti chiassi delle automobili consente l’incredibile esperienza dell’ascolto del vociare multilingue.
I suoni si mescolano, gli idiomi e le culture si sovrappongono e vagando tra le calli, le fondamente e i campielli si è avviluppati da un melting-pot linguistico, che a seconda della propria propensione può assomigliare ad una armoniosa sinfonia o ad una cacofonia inquietante. A Venezia ci si può fermare lungo la strada e parlare con uno sconosciuto. A Venezia ci si può incontrare.
L’incontro è sicuramente il cuore dell’opera di Matteo Pugliese (1969), l’artista che quest’anno è stato invitato dal curatore Stefano Stipitivich nell’ambito del progetto Unica – un artista con una sola opera. Pugliese ha deciso di lavorare all’interno della Sala Cinese del Caffè Florian, annullando completamente la pomposità degli stucchi e decori in foglia d’oro di Lodovico Cadori attraverso la forza del bianco.
L’ambiente è stato completamente ricostruito. L’installazione è una stanza dentro la stanza. L’atmosfera è ovattata dal colore non colore (bianco rotondo), che cancella tutto il resto per dare spazio solo al messaggio, al traspirare sonoro delle pareti, che liberano lettere, parole in tutti gli alfabeti possibili.
E come un lampo torna alla mia mente l’incontro recente con una famiglia di ciechi (una giovane coppia con bimbo di pochi mesi, presumo cieco anche lui), che attirò la mia attenzione, mentre vagavo per la città. Li vidi muoversi un po’ insicuri tra le calli e mi chiesi che tipo di esperienza potevano avere di Venezia persone con un handicap tanto invalidante per la percezione di un luogo così ricco e impegnativo, dal punto di vista della stimolazione visiva. E la risposta l’ho trovata nell’opera di Pugliese.
La sua installazione metaforicamente carica di suoni, voci, discorsi, memorie deve essere proprio l’immagine che si è portata a casa quella famiglia di non vedenti: un ambiente completamente bianco che sprigiona sonorità multietniche, oggi come in passato.
Serenissima Babel di Matteo Pugliese
a cura di Stefano Stipitivich
5 giugno – 31 agosto 2014
Caffè Florian
Piazza San Marco, Venezia
Ingresso libero
Info: +39 041 5205641
info@caffeflorian.com
www.caffeflorian.com