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MILANO | A arte Invernizzi | 23 febbraio – 21 aprile 2017

di MATTEO GALBIATI

Negli anni la galleria A arte Invernizzi di Milano con il suo appassionato, deciso e impegnato lavoro ha attestato – avvalendosi in questo anche dell’appoggio dei più importanti critici e studiosi d’arte contemporanea, come della proficua collaborazione con istituzioni pubbliche e private di rilevanza internazionale – una lodevole attività di diffusione e approfondimento della ricerca dell’artista Mario Nigro (1917-1992), spesso sopperendo, data l’importanza storica della sua ricerca, al silenzio di molti musei e spazi pubblici italiani.

Mario Nigro, Spazio totale: progressioni simultanee contrastanti, 1954, tempera verniciata su tela, 65.5x92 cm Courtesy A arte Invernizzi, Milano

Mario Nigro, Spazio totale: progressioni simultanee contrastanti, 1954, tempera verniciata su tela, 65.5×92 cm Courtesy A arte Invernizzi, Milano

Nell’anno del centenario della nascita di Nigro, quindi, la galleria ha deciso di promuove un’interessante mostra monografica che, come spesso accade per le sue proposte, esula dalla mera episodicità e dalla retorica della ricorrenza per costituirsi come momento fondante per una lettura critico-scientifica dell’opera del maestro toscano.
Anche in Mario Nigro. Dal “Ritmo verticale” allo “Spazio totale”, quindi, si rispecchiano perfettamente le attitudini e il carattere del programma culturale dello spazio milanese che, in questa occasione, propone un focus intrigante su un ventennio (esteso tra il 1948 e il 1968) davvero decisivo per la maturazione del codice espressivo dell’artista. Sono questi gli anni in cui Nigro, infatti, muove la sua pittura da atmosfere astratto-costruttive per maturarla in nuove formulazioni che lasciano irrompere l’imponderabile flusso dello spazio-tempo nella limitata porzione di infinito costituita dalla superficie dell’opera.

Mario Nigro. Dal “Ritmo verticale” allo “Spazio totale”, veduta parziale dell’esposizione, A arte Invernizzi, Milano Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Mario Nigro. Dal “Ritmo verticale” allo “Spazio totale”, veduta parziale dell’esposizione, A arte Invernizzi, Milano Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Passando in rassegna lo studiatissimo e puntuale allestimento in galleria – con mirabili suoi capolavori – si assiste, sala dopo sala, alla progressiva conquista da parte di Nigro di un annichilimento dell’impianto formale che lascia subentrare, nel corpo della visione, una prorompente e innervante forza tensiva capace di rivoluzionare completamente l’idea bidimensionale della superficie statica del quadro. Quello che si lascia, poco a poco, germinare e fiorire – netta sarà, in tal senso, l’eredità per i successivi decenni – sono analisi ed elaborazioni attive e agenti che, senza abbattere la primigenia formalità geometrica, nel concetto di reticolo, acquisiscono la nuova iconicità della sua opera.
Anche con un percorso acceso e vigoroso, quasi sofferto e per questo tanto sentito, dove le cromie paiono accendersi in una lotta irrisolvibile tra informalità e rigore, Nigro, proprio nelle sovrapposizioni di linee e colori, acquista una logicità emotiva per lui decisiva: la pittura si fortifica grazie alle inedite valenze estetiche e filosofiche, il cui pensare precisa il suo nuovo panorama formale e concettuale che, nel volgere di pochi anni, riesce poi, comunque, a demolire la struttura stessa della griglia, allargando e concedendo all’opera il respiro dell’ambiente.

Mario Nigro, Dallo spazio totale 1954: 4 colonne prismatiche a progressioni ritmiche simultanee (passaggio psicologico), 1966 , tempera su legno, 4 elementi, 284x28x28 cm ciascuno Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Mario Nigro, Dallo spazio totale 1954: 4 colonne prismatiche a progressioni ritmiche simultanee (passaggio psicologico), 1966 , tempera su legno, 4 elementi, 284x28x28 cm ciascuno Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Un ennesimo regalo di questa mostra è la grande sala del seminterrato in cui ci accoglie la bellezza, senza compromessi, di opere che furono presentate, nel 1968, nella sala personale presso la XXXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia: il dinamismo errabondo dello sguardo di Nigro qui si evince in modo evidente. L’ambiente si squarcia con la sua opera che irradia la visionarietà evolutiva del suo segno divenuto minimo. Disgregate le griglie spaziali fino allo loro totale dissoluzione nella concretezza fisica, questo segno si fa ora pronto a emancipare la finitezza del quadro e della struttura protendendoli all’ineluttabile presenza dell’imponderabile. Nascono le nuove e forti sinergie tra lo spazio e il tempo la cui totalità immersiva è ora assoluta. La dimensione esistenziale risolta da Nigro non si argina più come sola rappresentazione, ma si fa prova tangibile del suo drammatico e reale esserci nel qui e ora.

Mario Nigro. Dal “Ritmo verticale” allo “Spazio totale”
catalogo bilingue con saggio di Luca Massimo Barbero
in collaborazione con l’Archivio Mario Nigro

23 febbraio – 21 aprile 2017

A arte Invernizzi
via Domenico Scarlatti 12, Milano

Orario: da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 15.00-19.00

Info: +39 02 29402855
info@aarteinvernizzi.it
www.aarteinvernizzi.it

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