Cortina d’Ampezzo (BL) | Sentieri delle Dolomiti d’Ampezzo | Fino al 2 novembre 2020
Intervista a FULVIO CHIMENTO di Leonardo Regano
Un percorso d’arte contemporanea a cielo aperto lungo i sentieri delle Dolomiti D’Ampezzo: parliamo del progetto Sentieri d’Arte: Arcipelago fossile, a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, che sul cammino delle Gores de Federa e di Pian de ra Spines racconta il territorio alpino e la sua origine geologica attraverso l’opera di Alessandro Ferri (Dado), Federico Tosi, T-yong Chung. Se Dado decide di confrontarsi con il dato vegetale, proponendo installazioni dal grande impatto scenografico che recuperano elementi arborei abbattuti da fenomeni atmosferici assemblandoli in sculture che richiamo la forma del tarassaco come simbolo di adattabilità della natura, T-yong Chung si concentra sul dato umano, ibridando ritratti di filosofi e ricercatori con l’elemento vegetale in interventi quasi nascosti che si svelano pian piano durante il percorso, carichi del fascino e dell’eleganza che contraddistingue lo stile dell’artista coreano. Infine Federico Tosi riscopre le origini primordiali del territorio, e contamina l’oggi con le tracce fossili del mitico arcipelago dolomitico, bagnato dal Mar della Tetide durante il Triassico (240 milioni di anni fa).
Come ci racconta Chimento, Arcipelago fossile «è un progetto nato nel luglio del 2019 da un confronto con Carlotta Minarelli, che da molti anni è in contatto con la comunità ampezzana. E proprio questa conoscenza approfondita del territorio ha permesso l’individuazione dei due sentieri: Gores de Federa e Pian de ra Spines. La volontà originaria era quella di realizzare qualcosa che potesse essere fuori dall’ordinario, soprattutto nel modo di concepire una mostra in ambiente naturale coinvolgendo artisti legati al contemporaneo abituati a lavorare principalmente in interno».
Le opere rimarranno installate sul territorio ampezzano in maniera permanente: rispetto a un intervento urbano, allestire un percorso di arte pubblica in uno scenario naturale quali responsabilità comporta nei confronti di chi questi luoghi li vive quotidianamente?
Realizzare un’opera è sempre una forma di responsabilità, così come il rispetto per il luogo è una componente fondamentale della sensibilità di un artista che opera in luoghi specifici. Cerco di stimolare la sensibilità degli artisti, il resto è una conseguenza diretta di questo rapporto. Gli artisti vengono scelti in base alle loro attitudini, ma anche per la loro adattabilità al lavoro di gruppo e alla capacità di comprensione del territorio, reale e umano.
La scelta quindi di confrontarti con artisti con i quali hai un dialogo aperto da tempo, è stata garanzia di un intervento di successo?
Il rapporto tra curatore e artista è il vero motore di una mostra. Credo in un dialogo reale, che trascenda da ruoli pre-costituiti, in questo modo tutti i soggetti coinvolti sono disposti ad allargare il proprio bagaglio di conoscenze, e così nascono le giuste energie-sinergie per dare vita a progetti continuativi in grado di lasciare il segno. Questo significa che possono presentarsi anche momenti di scontro e di conflitto, ma la reciproca conoscenza con gli artisti è fondamentale, questa si costruisce nel tempo, come una sorta di affinità. Con Alessandro Ferri e T-yong Chung avevo lavorato in differenti contesti, mentre con Federico Tosi è stato il battesimo del fuoco, sono molto contento del rapporto instaurato con lui. In generale quando avvio una collaborazione con un artista mi piace rendere continuativa questa forma di dialogo, spesso coinvolgo gli artisti in progetti tra loro molto differenti, e credo che per loro questo aspetto possa costituire un continuo stimolo di crescita, e anche per me è un modo per continuare a imparare direttamente sul campo.
E a proposito di responsabilità per gli interventi d’arte pubblica, credi che oggi sia necessaria un’ulteriore attenzione dovuta anche ai recenti fatti legati alle proteste del movimento Black Lives Matter?
Credo che l’arte debba necessariamente svincolarsi dall’attualità, la sua vicinanza al quotidiano le fa perdere poeticità e misura. Per coinvolgere il territorio bisogna avere la voglia di conoscere in modo approfondito i legami che sono il riflesso dei luoghi nei quali si agisce. Lo scorso settembre a Roma organizzai un progetto chiamato Amore e Rivoluzione in via del Mandrione. Per quanto il contesto sociale fosse completamente differente rispetto alle Dolomiti, credo che i due progetti possano essere letti in una linea di continuità. Non è tanto importante il luogo, quanto il metodo con il quale ci si approccia a differenti comunità e spazi di intervento. Arcipelago fossile è una mostra vera e propria che viene fruita da un pubblico eterogeneo in ambiente esterno, ma non la definirei una mostra d’arte pubblica. Questo intervento ha richiesto le stesse attenzioni delle mostre Alchemilla o Filigrana, recentemente realizzate a Bologna a Palazzo Vizzani. Per me l’aspetto fondamentale è che le mostre possano essere realmente integrate rispetto ai luoghi, indipendentemente dal tipo di ambiente ospitante. Arcipelago fossile è una mostra unitaria, che mantiene intatto il proprio carattere sperimentale (concedendo poco alla spettacolarizzazione), ed è allestita lungo un percorso ascensionale che dalla base di una montagna accompagna il visitatore ad ammirarne la sua vetta.
Avete già in cantiere una seconda edizione?
Con Carlotta Minarelli faremo delle riflessioni nelle prossime settimane, per il momento siamo impegnati a intuire i riflessi che questo tipo di iniziativa è in grado di generare. Abbiamo già individuato i punti di forza offerti dal territorio, tra questi il solido legame instaurato con il Liceo Artistico di Cortina, che è partner del progetto Sentieri d’arte. Sicuramente questi luoghi attraggono gli artisti e noi siamo interessati a portare avanti forme di collaborazione con le istituzioni locali.
Sentieri d’Arte: Arcipelago Fossile
Alessandro Ferri (Dado), Federico Tosi, T-yong Chung
a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli
Promosso da Associazione Controcorrente, Regole d’Ampezzo, Liceo Artistico di Cortina, in collaborazione con Quiqueg agenzia creativa (Milano) e con il patrocinio del Comune di Cortina
25 luglio – 2 novembre 2020
Cortina d’Ampezzo (BL)
Sentieri delle Dolomiti d’Ampezzo (Pian de ra Spines e Gores de Federa)
Visite guidate gratuite:
un percorso tra arte e botanica alla scoperta delle Dolomiti con la presenza di esperti botanici e dei curatori della mostra Arcipelago fossile
8 agosto ore 10.30 – Gores de Federa (punto di ritrovo Ponte de Federa)
29 agosto ore 10.30 – Gores de Federa (punto di ritrovo Ponte de Federa)
30 agosto ore 10.30 – Pian de ra Spines (punto di ritrovo entrata Camping Olympia)
durata delle visite: 60/75 minuti
È vivamente consigliata la prenotazione (numero massimo: 30 persone)
Info e prenotazioni:
museo@regole.it
+39 0436 866222