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TRIVERO VALDILANA (BI) | Fondazione Zegna | 25 MAGGIO – 17 NOVEMBRE 2024

Intervista a REBECCA MOCCIA di Nicoletta Biglietti

Vestire uno spazio in modo partecipativo e poetico, lavorando sui metodi architettonici premoderni e vernacolari di riscaldamento e raffreddamento in cui il tessuto era parte fondamentale per climatizzare l’ambiente.
È Atmosferica. Stagioni e temperamenti il titolo del progetto di Rebecca Moccia che prende vita negli spazi di Casa Zegna a Trivero Valdilana (BI); la mostra  – presentata da Fondazione Zegna e a cura di Ilaria Bonacossa – intende indagare le modalità in cui l’affettività umana si forma, si concretizza e muta in relazione all’ambiente circostante.
Abbiamo approfondito con l’artista il nuovo capitolo del progetto di Oasi Zegna incentrato sul rapporto tra arte e natura, realizzato in collaborazione con il Laboratorio di Manifattura Tessile della Comunità di San Patrignano.

Rebecca Moccia Studio Portrait

Com’è avvenuta la genesi del progetto Atmosferica?
Sin da subito, nelle prime visite a Trivero mi ha colpito lo spazio espositivo di Casa Zegna: essendo collocato in un ex-giardino d’inverno, lo spazio è completamente vetrato e la luce cambia molto a seconda dell’ora o della stagione. Inoltre la temperatura al suo interno è condizionata artificialmente al minimo necessario (solo di inverno), per questo, appena arrivata ho avuto subito la sensazione di essere in simbiosi con il paesaggio montano. Contemporaneamente ho ricevuto il racconto della relazione di Zegna e il territorio, l’unione di queste sensazioni e racconti mi ha spinta a costruire il progetto espositivo sull’interdipendenza umana con l’ambiente in contrapposizione al suo sfruttamento e aggressivo condizionamento.
Per fare questo ho lavorato sul cambiamento e il susseguirsi delle stagioni e quindi delle temperature  – che vengono incorporate nelle opere stesse in mostra – e sulle atmosfere che questi cambiamenti portano con sé: il loro valore pratico/simbolico nell’era della crisi climatica, soprattutto in ambiente montano dove il cambiamento è spesso con la modifica radicale della vita, del lavoro e delle tradizioni; i sentimenti di perdita e nostalgia legati al graduale scomparire delle stagioni e in generale ad un futuro sempre più incerto; i gesti/azioni di resistenza per invertire questa tendenza che valorizzano l’interconnessione tra esseri umani e non umani.

Rebecca Moccia, Atmosferica, Installation view, Courtesy the Artist and Fondazione Zegna, Photo Matteo Zin

Prima di realizzare concretamente il progetto per Fondazione Zegna hai trascorso un periodo a contatto con la comunità locale, con l’ambiente dell’Oasi Zegna e con il Lanificio Ermenegildo Zegna. In quale misura questi contesti hanno influenzato il progetto finale?
La mostra è interamente costruita in relazione al contesto in cui opera la Fondazione Zegna (l’Oasi Zegna, Casa Zegna e il Lanificio), a cui mi sono rapportata non solo come un luogo fisico, ma anche come uno spazio sociale e politico, articolato nella collettività e nelle soggettività di chi vi lavora e negli esseri umani e non umani che lo abitano. L’installazione è nata da questi incontri e continuerà questo scambio durante il periodo in cui sarà aperta al pubblico, nutrendosi delle relazioni tra essa, lə fruitorə e le condizioni temporali e ambientali specifiche in cui sarà visitata.

Rebecca Moccia, Atmosferica, Installation view, Courtesy the Artist and Fondazione Zegna, Photo Matteo Zin

Da cosa è nata l’idea di utilizzare i tessuti per vestire lo spazio dell’ex giardino d’inverno di Casa Zegna?
Il progetto nasce da una riflessione specifica sull’ambiente in contrapposizione al comfort/benessere umano, in questo caso in relazione al condizionamento della temperatura dei nostri spazi, e lo studio dell’anti-comfort (citato ad esempio da J. Pezeu-Massabuau, A Philosophy of Discomfort. Reaktion Books Ltd, London, 2012) come contrappunto percettivo che può assumere oggi un valore di resistenza soprattutto se lo mettiamo nella prospettiva della crisi ambientale, in cui la frenetica ricerca del benessere dell’umano mette a rischio l’equilibrio dell’intero pianeta.
Nello sviluppare questo lavoro mi sono servita – come base per la ricerca – innanzitutto degli studi e del sapere tecnico di Zegna relativo alle specificità materiali dei tessuti e dell’importante indagine sull’uso premoderno del regolare la temperatura degli ambienti attraverso l’uso di tessuti ed altri materiali naturali ad opera di Aleksandra Kędziorek e Alicja Bielawska presentato nel progetto The Clothed Home: Tuning in to the Seasonal Imagination (London Design Biennale 2021).
Prima della diffusione dei moderni riscaldamenti e dell’aria condizionata, infatti, le costruzioni vernacolari meno protettive hanno temprato lə loro occupanti insegnando loro a tollerare i cambiamenti del tempo invece di risparmiarli, progettando diverse forme di convivenza con le situazioni avverse che, a discapito di un leggero discomfort, amplificava la nostra percezione anziché assopirla.

Rebecca Moccia, Atmosferica, Installation view, Courtesy the Artist and Fondazione Zegna, Photo Matteo Zin

Parte integrante del progetto espositivo è anche un soundscape originale in due movimenti realizzato dal sound artist e compositore Renato Grieco. Il desiderio di realizzare un’installazione multicanale da cosa deriva?
Nella mia pratica transmediale, incentrata sulla creazione di ambienti, ho invitato spesso sound artists a collaborare per integrare il suono come ulteriore dispositivo sensorio che possa trasformare lo spazio in un’atmosfera. Per l’installazione in casa Zegna il compositore ed artista Renato Grieco, con cui lavoro da tempo, ha sviluppato un soundscape seguendo la suggestione di un filo che viene teso e intrecciato per creare qualcosa di più complesso come avviene nella tessitura. Questa idea è stata perseguita attraverso la scrittura di un corale a quattro voci realizzato poi con tecniche miste che integrano registrazioni vocali, un consort di viole da gamba e diversi processi elettronici, sia digitali che analogici. Le quattro parti reali per viola da gamba sono state interpretate da Amalia Ottone adoperando un arco incrinato appositamente con un blend di seta e lana provenienti dalla produzione Zegna. Il sound-scape funziona così da colonna sonora con l’intenzione creare un legante dei frammenti video e dell’intera installazione in tessuto. 

Rebecca Moccia, Atmosferica, Installation view, Courtesy the Artist and Fondazione Zegna, Photo Matteo Zin

Atmosferica è un’esposizione che muta al mutare dell’ambiente circostante. Come hai trasposto questo concetto nelle installazioni?
Nell’installazione il mutamento non è un concetto ma un’esperienza concreta realizzata a partire dalla materialità del tessuto e del suo legame immediato con la temperatura, con il senso del tatto e le proprietà fondamentali di questo senso per la nostra sopravvivenza.
Nel corso della mostra, un primo momento  – da maggio ad agosto  – e un secondo momento  da settembre a novembre – scandiscono due diverse installazioni ambientali realizzate con tessuti di colori che restituiscono visivamente rispettivamente il fresco e il caldo; con materiali che disperdono o conservano il calore, dalla trama leggera o pesante, che consentano il passaggio della luce o la riescano a schermare, che rinfrescano o scaldano lo spazio e lo trasformano attraverso texture e superfici che lo ammorbidiscono e acuiscono visivamente e acusticamente. 

Rebecca Moccia. Atmosferica. Stagioni e temperamenti
a cura di Ilaria Bonacossa
progetto site-specific sviluppato per Casa Zegna
soundscape realizzato dal sound artist e compositore Renato Grieco
in collaborazione con Laboratorio di Manifattura Tessile della Comunità di San Patrignano

25 maggio – 17 novembre 2024

Casa Zegna
via Marconi 23, Trivero Valdilana (BI)

Orari: tutte le domeniche 11.00-17.00; ad agosto aperto tutti i giorni
Ingresso intero €7,00; ridotto €5,00

Info: +39 015 7591463
casazegna@fondazionezegna.org
www.fondazionezegna.org

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