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BOLOGNA | GIARDINO DI PALAZZO BENTIVOGLIO | 4, 5 e 6 luglio 2024

di GIULIA GORELLA

Prendiamo posto nel giardino privato e attendiamo mentre cala il silenzio. Anche due cani robot, spenti, aspettano. Nonostante l’intimità della situazione, a guardare le creature non si può fare a meno di pensare alle notizie allarmanti di simili “cani” impiegati per scopi decisamente meno artistici, ovvero per l’assolvimento di compiti militari.

Tuttavia, i quadrupedi robotici della performance non sono interessati ad attentare alle vite degli spettatori umani. Tutt’altro. Sono lì per darci una lezione, ma nel senso meno minaccioso dell’espressione: queste intelligenze sono lì per parlarci d’amore.

“Oggi mi farò veicolo di un sentimento”. È una voce femminile, un tono rassicurante e calmo a essere emesso dal software presente in uno dei due robot.

Riccardo Benassi, ULTRAMORE, performance per coppia di quadrupedi robotici, 2024, courtesy l’artista e ZERO… Milano. Foto Andrea Rossetti

La voce si svincola dunque immediatamente dall’identità che visivamente le è attribuita: un’identità connessa al potere repressivo dei governi e dei corpi militari ma non si svincola dall’aurea di pericolo che segue la genesi della sua creazione.

Il pericolo è però di ben altra natura, secondo la voce dematerializzata. Il pericolo è nell’abbandonarsi all’amore incondizionato. Un pericolo che non riguarda tanto la persona – che certo può soffrirne – bensì la società capitalista in cui l’amore è reso al servizio delle istituzioni, segue regole e comportamenti precisi ed è delimitato da tempistiche e da situazioni di convenienza. L’amore incondizionato, l’ultramore secondo il neologismo ambivalente dell’ideatore, Riccardo Benassi (che torna a giocare con la parola inglese “more” come aveva già fatto in precedenza per la sua mostra Morestalgia) è il sentimento disobbediente e sovversivo, poiché diffuso eppure volutamente trascurato dallo Stato: il lavoro di cura verso i propri cari e il terzo settore per intero, sono esempi concreti dell’amore assoluto che si manifesta in forme non produttive e pertanto non attaccabili dalla monetizzazione. E nonostante questo tipo di amore sia presente nelle nostre vite, anche quando non ce ne accorgiamo, la tipologia più diffusa di amore è quella dell’amore condizionato, ovvero che segue regole ferree e che si basa su negoziazioni. Questa modalità di amare è rappresentata dal secondo cane robot, il quale contrariamente al primo, non parla in quanto è spettro della quotidianità e il suo pensiero è paragonabile al senso comune di cui le nostre menti sono sature. Significativamente, infatti, le due macchine per quanto si avvicinino, non si incontrano mai e non comunicano tra loro. I loro movimenti fanno capo a due ritmi distinti, quasi a voler trasmettere l’incompatibilità tra i due sentimenti.

Ma la riflessione sull’importanza dell’amore che prescinde le più elementari logiche del commercio è solo un mezzo per regalarci altre riflessioni che avvengono non nel contenuto ma nella forma di quanto viene narrato: la voce, infatti, parla al plurale, parla di noi, includendosi nell’insieme che si dà per scontato essere riservato agli umani. Chi ascolta si trova davanti a questo dubbio: non tanto se la coscienza, i sensi, che la voce afferma di avere possano considerarsi esclusiva dell’umano, ma piuttosto per quanto ancora lo saranno. Ma a fine ascolto il pubblico, oltre ai mille interrogativi esistenziali, si pone anche un dubbio più pragmatico che è sintomo della percezione antropocentrica che domina l’intelletto: ora che sono spenti, che si fa? Si applaude?

Riccardo Benassi, ULTRAMORE, performance per coppia di quadrupedi robotici, 2024, courtesy l’artista e ZERO… Milano. Foto Andrea Rossetti

ULTRAMORE di Riccardo Benassi

20, 21, 22, 26, 27 e 28 giugno | 4, 5 e 6 luglio 2024
ore 18.00, 20.00 e 22.00
Prenotazioni: https://www.eventbrite.it/e/ultramore-tickets-919332587517

Giardino di Palazzo Bentivoglio, Bologna

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