LUGANO | ego gallery | 7 febbraio – 22 marzo 2014
CORTINA D’AMPEZZO | Galleria d’Arte Hausammann | 1 marzo – 5 aprile 2014
Intervista a SEACREATIVE di Valeria Barbera
Un grande amore per il disegno al centro di un percorso che dai fogli, giunge sui muri, nelle strade per poi far ritorno al foglio, alla tela da cui è partito. SeaCreative, uno dei più apprezzati street artist italiani, inizia negli anni Novanta con il writing, dipingendo su muri e vagoni dei treni. Per sfuggire ai codici e alle regole imposti da questo linguaggio, inizia a sperimentare nuovi supporti e nuove tecniche, tenendo sempre al centro della sua ricerca il segno. Abbiamo incontrato Fabrizio Sarti – questo il vero nome di SeaCreative – in occasione della sua mostra Sogni di Grigio alla ego gallery di Lugano e ci siamo fatti raccontare le sue due anime…
Che cosa ha dato inizio al tuo interesse per la street art e quali sono gli stimoli che lo portano avanti quotidianamente?
Per me l’interesse streetart è strettamente collegato al non avere regole, almeno per quanto riguarda i mezzi di realizzazione. Quando ho iniziato venivo dall’esperienza del writing, dove l’unico mezzo concesso era lo spray e nient’altro! A un certo punto quella situazione, quei codici, quelle regole hanno iniziato a starmi stretti. Uscire da quella mentalità, avere la possibilità di mescolare liberamente materiali, colori, tecniche mi ha subito attratto, mi ha fatto sentire più libero nel creare i miei lavori. Cosa mi stimola ogni giorno… beh, vedere l’alto livello qualitativo degli street artist di oggi che è in continua evoluzione. Non si parla più di “disegni sui muri”, ma – giustamente – di vere e proprie opere d’arte! Questo confronto mi aiuta ogni giorno a migliorare, è un bellissimo esempio di competizione che ti porta a crescere in modo positivo.
Molti dei tuoi lavori fanno parte di progetti pubblici, legati al recupero e alla valorizzazione di luoghi in disuso. Qual è il tuo approccio con questo aspetto pubblico e sociale del fare arte? Credi in una effettiva componente sociale e di “rivalutazione” di questi interventi che in Italia ancora troppo spesso sono relegati allo status di “vandalismo” e “imbrattamento dei muri” ?
Principalmente i miei lavori nascono in luoghi abbandonati, “non luoghi” che mi hanno sempre affascinato. Mi piace contaminare questi spazi creati dall’uomo e poi riconquistati dalla natura, sono luoghi pieni di energia ed hanno un effetto terapeutico su di me, mi rigenerano. Amo immaginare le persone che, senza immaginare cosa le aspetta, capiteranno di fronte a questi interventi: il loro stupore nel vedere quelle figure riappropriarsi di quei luoghi.
Oltre a questi interventi, fatti per il piacere personale, molte volte collaboro con festival e associazioni, realizzando veri e propri progetti per la riqualificazione urbana. Questo tipo di azioni, nella maggior parte dei casi, sono interventi positivi che vanno a riqualificare zone e luoghi dove le amministrazioni comunali hanno fallito, ridando loro una nuova vita e riconsegnandoli alla cittadinanza. Purtroppo allo stesso tempo si tratta di operazioni che in Italia, non sono ancora apprezzate per la loro natura di “intervento artistico”, ma necessitano sempre di essere “giustificati” attraverso la riqualificazione urbana… Non abbiamo ancora imparato ad apprezzare un opera d’arte per quello che è!
Come è stato passare dai grandi spazi all’aperto alla galleria? Quali sono state le tappe che hanno portato alla nascita del progetto Sogni di grigio recentemente inaugurato alla Ego Gallery di Lugano?
In realtà non c’è stato un passaggio dai grandi spazi alle gallerie, sono due realtà che viaggiano su due binari distinti, ma che allo stesso tempo si contaminano a vicenda… Nascono entrambe su un foglio di carta. Il progetto Sogni di grigio, presentato alla Ego Gallery è nato prima di tutto come esigenza personale, ancor prima di fissare le date della mostra… Era un po’ di tempo che stavo lavorando a questi nuovi soggetti, avevo in testa delle idee e cercavo il modo più congeniale di svilupparle. Dopo alcuni esperimenti ho trovato la strada giusta e ho iniziato a creare una serie di opere su carta usando solo il colore nero, diluito poi con acqua per ottenere tutte le tonalità che mi occorrevano: quello che cercavo era un senso di leggerezza e eleganza per creare un immaginario fluttuante in grado di tradurre dei mie pensieri. Usando unicamente la scala di grigi, lo spettatore ha meno motivi di distrazione e resta concentrato sul soggetto e tutti i suoi particolari, per un attimo riesce ad entrare nel micromondo creato dal disegno. Una volta trovata la tecnica ideale ho cominciato a disegnare le figure e i personaggi che si sono evoluti con il passare del tempo: non avendo inizialmente tempi da rispettare infatti si sono potuti sviluppare in tutta libertà… Poi verso la fine del 2013 Giacomo e Valeria, curatori di Ego Gallery mi hanno proposto di continuare la nostra collaborazione iniziata circa un anno prima con una precedente esposizione. Mi è sembrata l’occasione perfetta per esporre quei nuovi lavori a cui ne ho aggiunti di nuovi, ideati appositamente per lo spazio, realizzando anche un intervenuto sulle pareti della galleria sempre rigorosamente in scala di grigio. Mi piace intervenire così quando preparo un’esposizione: dipingere sul muro fa parte del mio lavoro, senza quella parte non lo sento completo… Il wall painting accompagna lo spettatore e lo guida all’interno del mondo dell’artista… Questo è quanto, ora tocca a voi andare a dare un occhiata!
Nonostante i tuoi lavori siano per la maggior parte ideati per grandi spazi, resta ferma una grande attenzione e importanza per il disegno, che sembra essere la “vera” base del tuo lavoro a cui si unisce poi un sapiente uso del colore. Con quali tecniche riesci a ottenere questo tipo di resa?
La passione per il disegno è stata alla base di tutto, ha condizionato le mie scelte scolastiche, le mie passioni… Il disegno è quel filo conduttore che mi accompagna ancora oggi. Le tecniche invece cambiano in base alle necessità, solitamente quando dipingo su muro uso idropitture a base acrilica, mi piace molto la resa opaca di quei colori, parto col dare i colori di fondo con pennelli e rulli per poi arrivare a dare il nero, che uso come outline e per dare volume al disegno. A volte però durante i periodi invernali sono obbligato ad usare bombolette spray e smalti perché le temperature e l’umidità rendono difficoltoso l’utilizzo degli altri colori. Per quanto riguarda i lavori in studio non ho regole precise, cambio tecnica e strumenti in base all’effetto desiderato e mi piace sperimentare materiali diversi, a volte si trovano soluzioni interessanti per puro caso! Per Sogni di grigio ad esempio, ho usato pennini, pennelli e colore acrilico nero su carta cotone.
Credo di ravvisare nel tuo lavoro una sorta di “debito” verso i codici dell’arte, in particolare verso l’espressionismo… Quali sono i tuoi riferimenti, se ne hai, in campo artistico?
Non ho dei riferimenti fissi, sono sempre andato per mostre e musei e credo che in modo più o meno conscio tutto quello che ho visto abbia influenzato il mio lavoro che sento in continua evoluzione. Se parliamo di arte “classica” sicuramente tra gli artisti che hanno attratto maggiormente la mia attenzione ti posso citare Schiele, Mucha, Magritte e questi sono solo alcuni nomi che mi vengono subito in mente… La lista in effetti sarebbe troppo lunga, se invece parliamo di street art, posso raccontare come è stato il mio primo incontro con due delle figure che ammiro di più: verso la fine degli anni novanta stavo gironzolando a Londra e ad un certo punto, girando l’angolo mi sono imbattuto in un paio di personaggi disegnati fuori da uno skate shop, ne sono subito rimasto affascinato per lo stile e la tecnica, non erano dei graffiti, ma erano un mix tra spray e pennelli e la resa era stupefacente. Sono entrato nello shop a chiedere informazioni sull’autore dell’opera scoprendo che era di un artista americano, il suo nome: Phill Frost! Tornato a casa mi sono documentato e ancora oggi è uno dei miei punti di riferimento.
Quali sono i tuoi progetti per il 2014, una volta chiusa la mostra a Lugano?
Prima della fine della mostra Sogni di grigio, stiamo cercando di realizzare una grande parete in quel di Lugano, sempre col supporto di tutto il team di ego gallery. In seguito mi aspetta una collettiva dedicata alla street art – che inaugura sabato 1 marzo – alla galleria Hausammann di Cortina e ho in programma una serie di mostre ed eventi durante l’anno in tutta Italia, che si stanno definendo in questi mesi…
Sogni di grigio. Seacreative.
7 febbraio – 22 marzo 2014
ego gallery
Via Luigi Canonica 9, Lugano
Info: +41 (0)79 280 40 53
info@egogallery.ch
www.egogallery.ch
Main Street Collective
1 marzo – 5 aprile 2014
Galleria d’Arte Hausammann
galleria nuovo centro, Cortina d’Ampezzo
Info: 0436-863774
www.galleriahausammann.it
Info: www.seacreative.net
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