ROVERETO (TN) | Mart | 22 luglio – 15 ottobre 2017
Intervista a GEMMA DE ANGELIS TESTA di Eleonora Roaro
Con la mostra Tutti gli “ismi” di Armando Testa il MART di Rovereto rende omaggio all’estro di Armando Testa (Torino, 1917 – Torino, 1992) in occasione del centenario della sua nascita. Le sue creazioni, in cui l’umorismo è un elemento fondamentale, concedono un’evasione dall’ovvietà del reale, e in questo è fortissima l’influenza dei più importanti “ismi” del Novecento: futurismo, surrealismo, astrattismo. Gemma De Angelis Testa, moglie di Armando e curatrice della mostra assieme a Gianfranco Maraniello, ha definito l’esposizione un monumento alla creatività, in quanto si concentra non solo sulla sua attività da pubblicitario, ma anche sui suoi riferimenti visivi e al suo rapporto con l’arte. Abbiamo incontrato Gemma Testa e dialogato sul suo ruolo di collezionista, del suo legame con il marito e, soprattutto, della comune passione per l’arte.
Chi era Gemma prima dell’incontro con Armando Testa? Come vi siete conosciuti e come questo ha cambiato le vostre vite?
Sin da bambina ho sempre mostrato interesse per l’arte: mi divertivo a sfogliare cataloghi di grandi artisti quali Modigliani, Morandi e Van Gogh. Questa mia naturale inclinazione ha gettato le basi per il mio futuro interesse verso l’arte contemporanea. Ho incontrato Armando Testa a Venezia nel 1970 dove partecipavo al concorso per l’elezione della cinemodella dell’anno, che si teneva in concomitanza con il Festival del film pubblicitario di cui Armando presiedeva la commissione. Avevo già alle spalle una breve ma intensa carriera di fotomodella e collaboravo con grandi fotografi. Armando ha intuito il mio potenziale creativo e mi ha chiesto di lavorare accanto a lui. Per anni ci siamo dedicati all’approfondimento dell’arte contemporanea, in uno scambio continuo e reciproco di stimoli e conoscenze. Dopo alcuni anni dalla scomparsa di mio marito sono rientrata a Milano che, malgrado fosse una città artisticamente viva, poteva sviluppare maggiormente il dialogo tra pubblico e privato. Ho pensato quindi a un progetto e, in un’ottica di mecenatismo collettivo, mi sono messa in contatto con alcuni importanti collezionisti. Nel 2003 su mia iniziativa è nata l’Associazione ACACIA che, ancora oggi, porta avanti la sua missione sostenendo l’arte contemporanea e gli artisti italiani.
La comune passione per l’arte è stata un’occasione di crescita reciproca? In che modo vi influenzavate a vicenda?
L’arte è stata la colonna sonora che ha accompagnato la nostra vita insieme. Mio marito era una persona piena di vitalità, allegra e curiosa: era difficile annoiarsi, trovava sempre qualcosa da fare, qualche luogo da scoprire, qualche mostra da visitare. L’arte per noi rappresentava una visione del mondo, in grado di evidenziare temi universali. Lui non era un collezionista e all’inizio anch’io non ci pensavo, l’unica cosa di cui amava circondarsi erano i libri che con il passare degli anni hanno letteralmente invaso la nostra casa. Mio marito mi ha insegnato che le grandi opere parlano da sole e che trasmettono, attraverso la forma e il segno, il loro contenuto.
C’è una campagna di Armando Testa alla quale è particolarmente legata?
Tutte le campagne di Armando sono memorabili, ma io sono particolarmente affezionata a quelle che abbiamo creato insieme, in particolare quella per Sorrisi e Canzoni, che ha avuto origine da una mia idea: ho immaginato l’urlo di Munch sotto un casco da motociclista. Una sintesi perfetta, un legame pittorico, che è piaciuto molto a mio marito. La campagna venne apprezzata anche dal pubblico ed ebbe un grande successo.
Oggi come promuove la figura e il patrimonio creativo di suo marito e qual è stato il suo ruolo nella mostra in corso al Mart di Rovereto?
Dalla scomparsa di Armando mi dedico al suo archivio e ogni volta scopro sempre qualcosa di nuovo. È un’inesauribile miniera di spunti e idee da cui nascono nuovi progetti e stimoli per nuove esposizioni. Dopo la sua scomparsa ho co-curato tutte le sue mostre. L’ultima iniziativa alla quale ho lavorato è la personale Tutti gli “ismi” di Armando Testa al Mart di Rovereto. Il Direttore Gianfranco Maraniello ed io abbiamo collaborato in sintonia per presentare un’esposizione straordinaria, un monumento alla creatività di Armando. La mostra, organizzata per temi, comprende gran parte dell’attività di mio marito, evidenziando la contemporaneità di molte sue invenzioni e presentando anche opere inedite. Il titolo trae ispirazione da una dichiarazione di Armando ed esplora a 360° gradi la sua opera attraverso un percorso che comprende manifesti, disegni, fotografie, dipinti e sculture, il tutto scandito da interviste storiche e spot televisivi.
Qual è oggi l’eredità di Armando Testa nell’immaginario italiano e non solo?
L’eredità di Armando è tutt’ora la sua contemporaneità che è fonte d’ispirazione per tanti artisti, in passato come oggi. Penso ad esempio alla lampadina limone e alla ricerca connessa al tema del cibo, entrambe nate come vere e proprie ricerche artistiche. Nell’ultimo periodo la nuova generazione di artisti e critici è riuscita a guardare alla sua attività con uno sguardo nuovo e inconsueto, ed è proprio da questo nuovo approccio alla sua produzione, che nascono i nuovi progetti realizzati e quelli in corso di realizzazione. Armando ha avuto un ruolo di anticipatore che ha saputo cogliere con lungimiranza il potere delle immagini, e l’importanza della loro condivisione negli scambi e nelle relazioni che oggi intessiamo quotidianamente, soprattutto attraverso i social networks come Instagram.
TUTTI GLI “ISMI” DI ARMANDO TESTA
a cura di Gianfranco Maraniello con Gemma De Angelis Testa
22 luglio – 15 ottobre 2017
Mart – museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Corso Bettini 43, Rovereto (TN)
Info: +39 0464 438887
info@mart.trento.it
mart@pec.mart.tn.it
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