FORLÌ | Fondazione Dino Zoli | Fino al 16 marzo 2025
di MATTEO GALBIATI
Una mostra intensa, ragionata e costruita con la paziente sapienza della ricerca, quella allestita da Nadia Stefanel – direttrice artistica della Fondazione Dino Zoli di Forlì – che con Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo riesce a tracciare un vero e proprio itinerario storico, estetico, culturale, sociale e artistico attraverso l’eccellenza di una tradizione riletta alla luce dell’arte contemporanea e delle ricerche di alcuni suoi autori di spicco tra recente passato e presente, e pure con un occhio anche al futuro.
La sensibilità e la competenza curatoriale hanno guardato alla ricerca e alla tradizione quale trama e ordito per annodare il tessuto di un’idea con cui portare l’attenzione del pubblico sull’arte del tappeto e dell’arazzo che con una tradizione nobilissima – per altro radicata in culture assai diverse tra loro e con un’interpretazione valoriale per ciascuna singolarmente connotante – affonda le proprie origini nell’antichità e si protende sino ai nostri giorni.
Se i legami e i riferimenti al passato sono ben messi in luce in mostra e nella sua introduzione, il vero focus rilevate di questa straordinaria progetto, aperto in modo versatile e ampio a un pubblico davvero trasversale, è quello di osservare con particolare attenzione la realtà Italiana partendo, dal Novecento all’oggi, proprio dalle sue eccellenze storiche: con un validissimo lavoro di recupero di documenti d’archivio, di consultazione delle collezioni, con contatti appassionati con galleristi, artisti, artigiani, studiosi e imprenditori, si sono riportate le testimonianze del lavoro raffinato di laboratori e aziende come l’Arazzeria di Esino Lario e l’Arazzeria di Elio Palmisano in Lombardia o l’abruzzese Arazzeria Pennese con storie di ragguardevole importanza ma la cui esperienza si è interrotta, fino a quella salvata e recuperata dello Studio Pratha in Sardegna, c’è persino spazio per uno sguardo fuori confine con l’Ateliers Pinton.
Da qui il racconto “tessile” porta negli ambienti della Fondazione romagnola una serie di capolavori sapientemente selezionati che si avvantaggiano di un allestimento caldo, intenso dove cromatismi e forme, elementi tradizionali e altri più innovativi, si miscelano in un vero e proprio viaggio che sa dare respiro alla mente grazie alla peculiarità espressiva dei diversi autori, alle loro storie, all’epoca che incarnano: lo sguardo percorre disegni, riconosce l’impronta tanto di artisti celebrati dalla storia, come pure riesce ad avvicinarsi con consapevolezza alle nuove proposte tenendo sempre viva la curiosità e il desiderio di comprendere e approfondire. Del resto il fascino, suscitato dalla versatilità con cui il tappeto e l’arazzo d’autore sanno definire la propria espressività artistico-estetica, riverbera nell’esperienza di poetica individuale di ciascun artista che, non abbandonata o dismessa la propria identità, ritrova la forza per dare peso al proprio sentire grazie a una differente manualità.
I numerosi autori presenti – volutamente non citiamo nessuno perché l’insieme complessivo vale la visita della mostra senza dover sottolineare uno o l’altro nome nello specifico – avvalorano non solo il proprio percorso, ma ribadiscono il valore di un linguaggio che può veicolarsi anche attraverso una tradizione che unisce al massimo livello sentimento artistico e consapevolezza artigiana. Chi si è misurato con l’arazzeria l’ha fatto non solo per sperimentare una tecnica diversa, ma proprio perché con passione vi ha riconosciuto uno strumento utile e importante per ritrovare un metodo che non ha smesso mai di evolversi, dando ai destinatari finali sempre il calore di una passione mai interrotta.
Ogni arazzo, ogni tappeto presente nella mostra di Forlì non si osserva più come una meteora isolata, come un extra o un unicum nel lavoro dei vari autori, ma è, per chi arriva alla fine del percorso, un piccolo tassello di un mosaico più grande da inquadrare in un flusso storico da rivedere, da rileggere e di cui qui si è selezionato solo un piccolo intensissimo racconto.
Un racconto che, seppur dettato da una visione e da scelte precise, comunque non manca certo di coinvolgere e appassionare; anzi lo fa a tal punto da sentire la necessità di avere altro da osservare, si cerca ancora qualcosa, ci si aspetta un’opera in più, una volta concluso il viaggio compiuto nella mostra. Segno questo che vale l’impegno profuso, che attesta come quanto imbastito abbia un senso vero e sincero, evidente per il giusto approccio e la ponderata, delicata ed esclusiva, narrazione.
Ci piace e ci convince il poderoso lavoro di questa mostra perché ci regala qualcosa di più insolito, che va oltre il mero design o l’artigianato di alto livello cui siamo abituati, e ci insegna soprattutto che una ricca eredità culturale può essere ancora – forse ancor di più se sappiamo valorizzarla al meglio – fonte inesauribile di grandi emozioni.
Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo
a cura di Nadia Stefanel
promossa da Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli
con il patrocinio di Comune di Forlì, Confindustria Romagna
Artisti in mostra: Afro, Stefano Arienti, Niki Berlinguer, Eros Bonamini, Alexander Calder, Sonia Delaunay, Maurizio Donzelli, Piero Dorazio, Gianni Dova, Nathalie Du Pasquier, Elena El Asmar, Omar Galliani, Armida Gandini, Fabio Iemmi, Riccardo Licata, Loredana Longo, Antonio Marras, Francesca Müller, Mauro Reggiani, Remo Salvadori, Gino Severini, Sissi, Guerrino Tramonti, Luigi Veronesi
26 ottobre 2024 – 16 marzo 2025
Fondazione Dino Zoli
viale Bologna 288, Forlì (FC)
Orari: da martedì a giovedì 9.30-12.30; venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 e 16.30-19.30; chiuso lunedì e festivi, 8, 24-26 e 31 dicembre 2024, 1 e 6 gennaio 2025
Ingresso libero
Info: +39 0543 755770
info@fondazionedinozoli.com
www.dinozoli.it
www.fondazionedinozoli.com