MILANO | HangarBicocca | 31 gennaio – 4 maggio 2014
di MATTEO GALBIATI
Untitled, Vorkuta, Mindfall, 432 Hz e Sub: solo cinque opere, eppure tanto potenti e coinvolgenti. Cinque grandi installazioni, ambientali, percorribili, vivibili. Cinque “macchine della meraviglia” che Micol Assaël (1979) ha preparato per la sua personale negli spazi di HangarBicocca con un allestimento sobrio, efficace, preciso. Un mostra che testimonia le precise scelte e proposte di Andrea Lissoni che, anche in questa occasione, ci conferma non solo la sua attenta indagine e ricerca critica nell’ambito delle esperienze degli artisti più attuali e innovativi, che sempre propone nello spazio milanese da lui diretto, ma anche la sua raffinata capacità di individuare progetti che – benchè complessi – sanno far presa sulla sensibilità del pubblico e lo coinvolgono, lo stupiscono, lo affascinano.
Non è un caso che chi scrive, nelle due volte che ha avuto modo di visitare questa esposizione, ha verificato, toccandoli con mano, il successo e il riscontro della gente per questa mostra: lunghe file e molte presenze per un Hangar visitato da artisti, da famiglie, da un pubblico davvero vario ed eterogeneo. Micol Assaël, inoltre, con questi interventi riesce a sottolineare anche la naturale propensione di HangarBicocca nell’accogliere e evidenziare la forza e la grandiosità di opere che difficilmente sarebbero ugualmente godibili, con tanta libertà e suggestione, come avviene in questo luogo.
Chi visita la mostra si trova ad affrontare cinque ambienti chiusi, quasi impenetrabili e, forse, apparentemente ostili (solo Sub, opera prodotta da Pirelli per questa occasione, è completamente trasparente e lascia vedere chi la vive in un gioco di dentro/fuori) in cui Assaël ricava uno spazio performativo dove il visitatore stesso diventa l’agente primario della loro definizione. Non resta ammiratore passivo, ma rientra appieno nella determinazione tangibile e ultimativa delle opere. Ed ognuno ne ricava un’esperienza unica, personale, individuale, intimamente privata.
Affascinata dai fenomeni fisici, naturali, da situazioni estreme e al limite, l’artista romana ricrea ambienti – sono vere e proprie stanze – le cui condizioni sollecitano la fisicità dei sensi di chi vi entra: odori, suoni, rumori, venti violenti, sciamare di api, scariche elettriche, freddo intenso, motori accesi, gocciolare d’acqua, strani congegni… Condizioni disarmanti e al contempo attraenti, straordinarie e minacciose, si dislocano in uno spazio che si trasforma in una sorta di sala macchine dello stupore, dove si incontrano e convivono la logica del sapere tecnico-scientifico con la dialettica e la libera associazione dell’immaginazione del singolo individuo, sollecitato tanto nel fisico, quanto nel pensiero.
Aperta da un titolo impronunciabile – accostamento di termini greci che lo rendono uno scioglilingua misterioso e criptico – questa mostra ci trasporta nel pieno della visionarietà dell’artista, dei suoi gusti, delle sue memorie, delle sue ossessioni, delle sue passioni e dei suoi interessi. Elementi che ci fanno conoscere la personalità, schiva e riservata, di una ragazza che non ama il clamore dei riflettori, ma lascia alla forza comunicativa delle sue opere il suo raffinato pensare, il vigore intellettuale della propria riflessione. Se al grande pubblico forse il suo nome è poco conosciuto, a dispetto della giovane età, il suo curriculum testimonia, invece, un percorso di tutto rispetto con la partecipazione ai maggiori eventi artistici internazionali come la Biennale di Venezia o Manifesta e le esposizioni nei più prestigiosi musei internazionali dal Palais de Tokyo alla Kunsthalle di Basilea.
Si potrebbero descrivere una ad una queste sue cinque installazioni, sarebbe bello parlare dell’emozione veramente stupefacente che si prova a viverle, ma sarebbe sempre troppo riduttivo e limitante, un torto all’ampiezza di senso che ci regalano. Solamente – ed è già moltissimo! – perché i lavori di Micol Assaël vanno, e devono essere, vissuti. Senza mezze misure, senza filtri, senza condizionamenti.
La mostra, che prosegue fino a maggio, vogliamo consigliarla vivamente a tutti.
Data la natura particolare delle installazioni si ricorda che le visite sono contingentate e per questo è necessaria e consigliata una prenotazione preventiva.
Una sola avvertenza ci sentiamo di dare: si devono lasciare fuori tutti i pregiudizi, le sovrastrutture e le preclusioni verso l’arte contemporanea per farsi vivere dalla sollecitazione libera che i lavori di Micol Assaël sapranno suggerire. Non vanno vissute come il classico carrozzone del divertimento da lunapark, come accade spesso per altre situazioni, in cui l’arte attuale perde senso e si trasforma in un divertimento sciocco, banale e superficiale. Qui tutto è retto da una forte e sobria intelligenza e da una salda e netta presenza d’animo. Percebili ovunque, in ogni minimo elemento, in ogni parte, in ogni sensazione, in ogni ingranaggio e dispositivo meccanico.
Bisogna lasciarsi trasportare, lasciarsi toccare dentro e sentire quell’imprevedibile stimolo che può dare la conoscenza quando assume un’altra, imprevedibile, forma e manifestazione.
Micol Assaël. ILIOKATAKINIOMUMASTILOPSARODIMAKOPIOTITA
a cura di Andrea Lissoni
31 gennaio – 4 maggio 2014
HangarBicocca
Via Chiese 2, Milano
Orari: da giovedì a domenica 11.00-23.00
Ingresso libero
Info:
+39 02 66111573
info@hangarbicocca.org
www.hangarbicocca.org