VERONA | Castel San Pietro | Fino al 10 novembre 2024
di LISANGELA PERIGOZZO
Fino al 10 novembre, la suggestiva location di Castel San Pietro ospita TOMORROWS – A Land of Water, una mostra a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti, inaugurata l’11 ottobre nell’ambito del programma “Art&TheCity” di ArtVerona 2024. Realizzato da Fondazione Cariverona in collaborazione con Veronafiere S.p.A. – ArtVerona, Contemporanea – Università di Verona, Urbs Picta e partner quali Accademia di Belle Arti statale di Verona, AGIVERONA, Careof e Path Festival, con il patrocinio della Regione Veneto e del Comune di Verona, il progetto affronta il tema dell’emergenza idrica attraverso i lavori di quattro artiste di rilievo internazionale: il collettivo DAVRA, Lina Dib, Elena Mazzi e Alberta Whittle.
Inoltre TOMORROWS rientra nel programma culturale di Fondazione Cariverona Panta Rei, che celebra il legame tra la città scaligera e il fiume Adige con un’esposizione presso la sede della Fondazione di opere della collezione Cariverona che illustrano le trasformazioni storiche e culturali avvenute tra Seicento e Novecento.
In concomitanza con la mostra a Castel San Pietro, è stato rinnovato il premio Tomorrows UniCredit residency and production award, dedicato alla ricerca artistica incentrata sulla relazione tra uomo e ambiente, mentre ad ArtVerona è stata presentata Alcina di Luana Perilli, l’opera vincitrice della prima edizione.
Parte di un progetto pluriennale avviato lo scorso anno, TOMORROWS – A Land of Water costituisce un’importante piattaforma di dialogo tra linguaggi dell’arte contemporanea e problematiche globali, enfatizzando l’urgenza di una consapevolezza comune e di azioni congiunte. In un contesto di crescente precarietà climatica, questa seconda edizione approfondisce il tema della crisi idrica tramite una serie di approcci che ne esaminano non solo gli aspetti ecologici, ma anche le implicazioni geopolitiche, utilizzando l’acqua come punto di partenza per analizzare i sistemi di controllo, potere e sfruttamento associati alla gestione di questa risorsa fondamentale.
Elena Mazzi indaga l’intreccio tra economia, ecologia e politica nelle regioni artiche, focalizzandosi sulla cosiddetta “Via Polare della Seta”, un nuovo corridoio commerciale tra Cina ed Europa reso praticabile dallo scioglimento dei ghiacci. In The Upcoming Polar Silk Road (2021) il contrasto tra il tono promozionale della voce narrante e la serietà dell’argomento conferisce all’opera video una dimensione di ambiguità che spinge lo spettatore a interrogarsi sui costi ecologici e sulle ripercussioni sociali di questo progetto infrastrutturale. A completare il video, un arazzo evoca la trama complessa delle possibili rotte artiche, ampliando il discorso visivo e aggiungendo un carattere tattile e simbolico all’opera.
L’esplorazione del ruolo dell’acqua come elemento al centro di strategie di carattere politico ed economico trova ulteriore sviluppo nell’installazione del collettivo DAVRA, Taming Women and Waters in Soviet Central Asia (2024), che pone in evidenza il rapporto tra l’uso intensivo delle risorse idriche destinate alla monocoltura del cotone e l’impiego sistematico del lavoro femminile nell’Asia centrale sovietica, avvalendosi di un’accurata ricerca d’archivio che include fotografie e filmati risalenti al 1917. L’installazione si estende su di una superficie tessile che simula l’andamento sinuoso di un corso d’acqua su cui si affiancano immagini documentarie e fotografie contemporanee che mostrano gli effetti duraturi dell’intervento umano sul paesaggio uzbeko, restituendo una narrazione compiuta e stratificata delle dinamiche di abuso di cui sono stati oggetto le donne e il territorio.
L’acqua è intrinsecamente legata all’identità e alla ricerca artistica di Alberta Whittle, la quale esamina le connessioni tra schiavitù, colonialismo e crisi climatica in un racconto multimediale dove l’oceano diventa un simbolo potente che racchiude memorie ancestrali e tragedie collettive, rappresentando una tomba per coloro che hanno perso la vita a causa della discriminazione razziale e delle calamità naturali. Attraverso un montaggio che alterna filmati d’archivio a riprese recenti e che segue la stagione degli uragani caraibici, between a whisper and a cry (2019) invita a riflettere sulle implicazioni storiche e attuali dei meccanismi di sfruttamento e dominio, e solleva interrogativi sul concetto di rifugio in un contesto di minacce ambientali sempre più frequenti.
A concludere il percorso espositivo è THRESHOLD (2017) di Lina Dib, un’installazione audiovisiva interattiva ispirata a eventi disastrosi come l’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel 2010 e l’uragano Harvey nel 2017 che, mediante effetti di rallentamento visivo e sonoro, rende in modo incisivo l’impatto devastante delle azioni umane sugli ecosistemi. L’opera crea un’esperienza immersiva che permette di percepire il distacco dell’uomo dal suo ambiente, un allontanamento che comporta conseguenze gravi e spesso irreversibili, offrendo al contempo un’occasione per ripensare alla responsabilità individuale e generale verso il Pianeta.
TOMORROWS – A Land of Water
DAVRA research collective (Saodat Ismailova, Madina Joldybek, Zumrad Mirzalieva), Lina Dib, Elena Mazzi e Alberta Whittle
a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti
12 ottobre – 10 novembre 2024
Castel San Pietro
Piazzale Castel San Pietro, Verona
OrarI: da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-18 | sabato e domenica ore 10-18. Ingresso libero
Visite guidate gratuite il sabato e la domenica alle ore 10.00, 14.00 e 16.00