PRATO ǀ NELLO STUDIO DI SIMONCINI.TANGI
di MATTIA LAPPERIER
Lo studio nasce, cresce e si sviluppa di pari passo con l’artista. Ne riflette la personalità nel modo più autentico. È testimone silenzioso delle sperimentazioni più ardite, del perfezionamento di tecniche affinate negli anni e custodite gelosamente. È anche il luogo delle infinite prove, delle notti insonni, delle cocenti insoddisfazioni, che tuttavia possono sfociare talvolta in successi inaspettati. #TheVisit ha lo scopo di aprire le porte a tali realtà che per loro stessa natura sono poco accessibili, spazi che in tempi di pandemia hanno rappresentato pure una delle rare occasioni di confronto diretto con l’arte contemporanea.
Il duo artistico Simoncini.Tangi, dopo essersi costituito nel 2006, anno in cui Daniela Simoncini e Pasquale Tangi iniziarono a vivere e a lavorare insieme, a partire dal 2011 ha stabilito la propria sede operativa principale presso l’abitazione dei due artisti, appena fuori il centro di Prato, in un’appartata zona residenziale prossima al corso del Bisenzio. Lì, anno dopo anno, stratificano esperienze condivise e studi appassionati che spaziano dall’antropologia, alla filosofia, all’arte, alle neuroscienze. Sin dal principio, per Simoncini.Tangi il legame tra vita privata, ricerca artistica e luogo di lavoro si fa indissolubile; dal 2011 ha cominciato a prendere forma il loro studio, non a caso definito da Simoncini:
“la materializzazione nello spazio di ciò che viviamo quotidianamente”.
Nonostante lo studio vero e proprio sia contenuto in un’unica ampia stanza, nel corso del tempo esso finì per invadere l’intera casa, fagocitando tutto il resto. Preso atto di ciò, la soluzione individuata dai due artisti fu trasferirne almeno una parte considerevole in un’altra sede, mantenendo in casa uno spazio dedicato all’incubazione di idee e alla prima elaborazione di progetti. Lo Studio Sughero, così chiamato poiché un’intera parete è rivestita da un grosso pannello di tale materiale, adatto ad appuntarvi fotografie, bozze e progetti, nel 2022 è stato riallestito per soddisfare tali necessità. Direttamente comunicante con un balcone, dove gli artisti coltivano un vasto assortimento di piante e terrari, la stanza si sviluppa in senso longitudinale e accoglie una lunga scrivania realizzata in pannelli di cartone pressato. In un angolo, a partire dal 2021, hanno inoltre disposto un ulteriore studiolo-laboratorio per la lavorazione del metallo; una sorta di studio nello studio dove Simoncini.Tangi realizzano piccoli oggetti in metallo, come si trattasse di sculture in miniatura, sfruttando l’antica tecnica della cera persa. Molti strumenti utili a modellare, tagliare e lucidare sono impiegati dagli artisti per ottenere esiti scultorei volutamente imperfetti, non patinati e dall’aspetto grezzo.
La carta, oltre a costituire materialmente la scrivania e le sedute, è protagonista assoluta dell’ambiente, sia per la grande quantità di fotografie e progetti cartacei disseminati ovunque, sia per la notevole presenza di libri. Tra gli altri, a portata di mano, vi sono alcuni volumi di Stefano Mancuso, saggista al quale Tangi deve gran parte della propria formazione in ambito artistico, oltre a classici della filosofia della scienza come le psicoanalisi delle acque, del fuoco e dell’aria di Gaston Bachelard. Tra gli autori amati da Simoncini.Tangi figurano certamente: Tim Ingold, l’antropologo che studia il modo di camminare e le connessioni tra le persone; Anna Tsing, l’antropologa che ha dimostrato che il pino manifesta la straordinaria capacità di creare conversazioni con gli altri alberi; oltre ai filosofi Manuele Coccia o Karen Barad. Autori contemporanei, accostati a grandi classici del movimento ecologista come – per limitarci a un unico titolo – la Teoria della natura di Goethe, restituiscono il retroterra culturale entro cui gli artisti si muovono e aiutano a definire i contorni del loro pensiero.
Tornando alla carta, Simoncini ha l’abitudine di annotare ogni nuovo progetto artistico su grandi quaderni rilegati da custodire, sfogliare e, all’occorrenza, consultare. Sarebbe riduttivo derubricare tale operazione di studio e ricerca a un mero prendere appunti. I progetti, interamente scritti a china e acquerellati nelle loro illustrazioni, acquisiscono infatti di per se stessi un certo pregio, in quanto parte integrante del processo che conduce all’esito finale e sono per questo considerabili a tutti gli effetti delle opere a sé. La vita dei due artisti confluisce all’interno di quei quadernoni; i materiali naturali, per gran parte conservati in un ulteriore spazio adattato a studio dal 2023, a pochi passi dalla loro casa, sono raccolti in luoghi d’affezione.
Lo Studio Origo (dal latino “origine”) condivide la denominazione con il titolo del libro d’artista pubblicato nel 2020 che raccoglie e illustra una selezione di alcuni dei progetti più significativi di Simoncini.Tangi. Tale ulteriore ambiente di studio e ricerca si presenta come un autentico archivio del mondo vegetale. Disposti con cura in scaffali, e ordinati attraverso un criterio tassonomico non dissimile da quello adottato dal naturalista rinascimentale Ulisse Aldrovandi nella sua celebre raccolta bolognese, vi sono semi e piante sistemate per genere. Opunzie, giunchi, cortecce, sugheri, in parte lavorati, in parte al naturale, trovano posto nella collezione; collocati invece all’interno di cassettine o in raccoglitori vi sono semi, fiori e funghi. La natura, indagata nei suoi aspetti relazionali, rappresenta l’oggetto privilegiato della loro ricerca. Gli elementi naturali costituiscono il grado zero di un’attività artistica che si articola per pochi e significativi gesti, per lo più volti a enfatizzare le proprietà caratteristiche di una specie, avviando una riflessione su di essa, sulla sua connessione con le altre, sul perpetuo ciclo di nascita, crescita e morte. Una delle loro linee di ricerca – quella sui rotismi – allude proprio al legame con il potere trasformativo del tempo. A suggello di ciò, è un imponente orologio da torre che, oltre a omaggiare la professione di orologiaio del padre di Tangi, con il suo ininterrotto e quasi ipnotico ticchettio, contribuisce, nel quotidiano, a mantenere vitale il contatto di entrambi con il tempo.
Un ultimo luogo di lavoro trova la sua collocazione nel soppalco, sito immediatamente sopra l’archivio vegetale. Tale spazio aggiuntivo è adibito alla conservazione di carte e disegni che, oltre a rappresentare un cospicuo corpus dei lavori di Simoncini.Tangi, tradiscono un vistoso legame che il duo ha instaurato con la cultura e la calligrafia giapponese.
Prima ancora che artisti, Simoncini.Tangi si definiscono ricercatori. Il loro studio, o meglio il complesso dei loro studi, evidenzia quanto la fase di ricerca e l’aspetto progettuale siano preponderanti nella determinazione dell’agognata fenomenologia dell’origine. Ritmi lenti e interventi minimali permettono loro di entrare in sinergia con i meccanismi naturali. Dal seme, all’albero, alla terra, Simoncini.Tangi indagano la trasformazione della materia nel tempo, sempre assecondando – e mai andando contro – il tempo della natura.
Simoncini.Tangi nasce dall’incontro di due realtà, quella scientifica di Pasquale Tangi e l’altra artistica di Daniela Simoncini. Pasquale nasce a Faeto (FG) nel 1980, si laurea in Ingegneria Industriale presso l’Università degli studi di Firenze nel 2008. Nel 2019 si iscrive al Master Futuro Vegetale del neurobiologo Stefano Mancuso e del prof. Leonardo Chiesi, per approfondire la relazione tra Uomo, Ambiente e Natura. Figlio di un orologiaio, ha da sempre coltivato interesse per la concezione del tempo e dei suoi meccanismi interni. La passione di Pasquale per i piccoli ingranaggi si unisce agli studi di Daniela, sul respiro e sui ritmi della natura. Daniela Simoncini nasce a Poggibonsi (SI) nel 1972, si diploma nel 1996 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, nella sezione di Pittura con il prof. Gianfranco Notargiacomo. Studia teatro con l’attrice vocalista Gabriella Bartolomei e danza contemporanea con Cristina Bonati. Dal 2003 inizia a praticare e studiare Tai Chi, Yoga e Feldenkrais con la danzatrice butoh Ran Ishiwa. Attualmente insegna discipline pittoriche e grafiche al Liceo Artistico “U. Brunelleschi” di Montemurlo (PO). Nel 2020 entra a far parte del gruppo Gina X. La loro ricerca è un’indagine sui processi di trasformazione della materia, sui micro-cambiamenti della luce e del tempo: un’osservazione attenta alle fragilità degli elementi naturali, alle stratificazioni e connessioni che le specie intessono con l’ambiente e l’uomo. Le opere – dalla fotografia, al video, alle installazioni, ai progetti di arte partecipata – raccontano le variazioni infinitesimali del divenire in relazione agli altri. Parlano di una fenomenologia dell’origine, in cui il tempo della natura è colto nei suoi ritmi organici e ciclici: nascita, crescita e morte. Gli artisti vivono e lavorano insieme dal 2006 a Prato esponendo in gallerie private e spazi pubblici tra cui Open Studio Italo Bolano (Prato), Museo Marino Marini (Firenze), Base Milano (Milano), MAD – Murate Art District (Firenze), Sesc Água Verde, Curitiba (Brasile), Effetto Venezia, Livorno, Auditorium TEA (Tenerife), Kyro Art Gallery (Pietrasanta), On The Contemporary, Palazzo Mazzone (Caltanisetta), Villa Romana (Firenze), Magazzini Doksa Dora, Torino, Novella Guerra, Imola (BO), Fabbrica del Vapore (Milano), C.r.a.c., Centro Ricerca Arte Contemporanea (Cremona), G.A.M.C. Galleria d’Arte Moderna Lorenzo Viani, Viareggio (LU). Principali workshop ai quali hanno partecipato: Noi come animali, Piero Gilardi (P.A.V), Manufatto in Situ a cura di Emanuele de Donno (Gruppo A12, Francesco Adriani, Gino Gianuizzi, Artisti/curatori invitati, Emiliano Fantin, Caretto & Spagna, Kinkaleri, Aldo Grazzi, Miriam Laplante, Giancarlo Norese, Barbara Fassler, Bernardo Giorgi) Parco per l’Arte di Cancelli (Foligno), Pratiche artistiche partecipative e Community Art, Anni Raw (Fondazione Vivarelli – Pistoia), Gabriel Rossell Santil lán e Emmanuel Louisgrand, Spazio Sforza (Milano), Pavel Brãila, Officina Giovani (Prato).