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MILANO | Nello studio di Isabella Nazzarri

di Mattia Lapperier

Lo studio nasce, cresce e si sviluppa di pari passo con l’artista. Ne riflette la personalità nel modo più autentico. È testimone silenzioso delle sperimentazioni più ardite, del perfezionamento di tecniche affinate negli anni e custodite gelosamente. È anche il luogo delle infinite prove, delle notti insonni, delle cocenti insoddisfazioni, che tuttavia possono sfociare talvolta in successi inaspettati. #TheVisit ha lo scopo di aprire le porte a tali realtà che per loro stessa natura sono poco accessibili, spazi che in tempi di pandemia rappresentano pure una delle rare occasioni di confronto diretto con l’arte contemporanea.

Trascorsi sette anni in uno studio condiviso con altri cinque artisti, tra reciproche contaminazioni, scambi di idee, di strumenti, colori e punti di vista, Isabella Nazzarri (Livorno, 1987) ha avvertito una crescente esigenza di raccoglimento e concentrazione, per potersi dedicare a tempo pieno alla pittura. È a partire da tali premesse che, dopo qualche ricerca, ha finalmente individuato uno spazio a lei più congeniale, sia dal punto di vista dell’estensione, che – non di minore importanza – della luminosità. Da un paio d’anni l’artista, livornese di nascita ma ormai milanese d’adozione, ha così trasferito lo studio in un ampio salone, al seminterrato di un palazzo in pieno centro, a Milano.

Già laboratorio di un artigiano, Isabella Nazzarri ha convertito l’ambiente sulla base delle proprie necessità, mantenendo però il pavimento in legno e gran parte della scaffalatura originaria. Ampio ma allo stesso tempo non dispersivo, luminoso ma anche confortevole, l’artista si è ritagliata una piccola porzione dello studio per dipingere a cavalletto, lasciando uno spazio centrale per accogliere i visitatori e le pareti il più possibile vuote per poter appendere di volta in volta le tele appena ultimate. Così come la ricerca di Isabella Nazzarri è in continua evoluzione, anche lo studio muta il proprio aspetto di pari passo, facendosi specchio autentico e fedele del suo mondo interiore.

Particolare dello studio di Isabella Nazzarri

Particolare dello studio di Isabella Nazzarri

Il suo studio non è solo uno spazio fisico in cui dipingere ma anche un luogo in cui potersi esprimere, in cui dedicarsi alla ricerca, al confronto con gli artisti del presente e del passato. È il luogo del ricordo, della rievocazione, del ricongiungimento con la parte più recondita e inaccessibile di sé. È lì dove, per la prima volta, pone in dialogo i lavori tra loro e con la parete bianca. È lì dove avviene la primissima esposizione delle opere, seppur diretta a una ristretta cerchia di amici, critici e collezionisti. Persino uno spazio apparentemente secondario e del tutto funzionale come il magazzino riveste un ruolo per nulla marginale nel processo creativo. In esso infatti l’artista è solita riporre per qualche tempo le tele più recenti su cui sta ancora lavorando. Come Isabella Nazzarri stessa afferma: “alcuni dipinti hanno bisogno di un po’ di tempo per essere digeriti”. Disporre di uno spazio in cui nascondere i quadri, in altre parole, le permette di distaccarsi dal proprio lavoro, la mette al riparo dalla possibilità di un’eccessiva affezione per il dipinto, fa sì che intercorra un lasso di tempo tra una stesura e l’altra, dando modo alla pittura di sedimentare sulla tela e alla composizione di strutturarsi nella sua mente.

Isabella Nazzarri, Ambientale, olio su tela, 70x80 cm, 2020

Isabella Nazzarri, Ambientale, 2020, olio su tela, 70×80 cm

Tale esigenza si è accentuata quanto mai durante il lockdown dei mesi primaverili del 2020, momento in cui l’artista ha trascorso moltissime ore nel proprio studio. Potendolo raggiungere con una certa facilità poiché molto vicino a casa, in quel periodo straniante vi ha individuato un vero e proprio rifugio dal mondo esterno, sfogandovi molto malessere. Ridotta drasticamente la vita sociale privata e professionale, eliminato ogni contorno, ogni appuntamento, l’arte è diventata un’esigenza, un’ancora di salvezza. Proprio a partire da una limitata quantità di strumenti e colori, ha sperimentato una pittura nuova, che cresceva lentamente, assecondando tempistiche sempre meno influenzate dalle scadenze, sempre più vicine ai ritmi biologici. È così che sono nate le sue Pitture necessarie.

Isabella Nazzarri, Nostalgia, 2021, olio su cartone telato con cornice in legno naturale, 20x30 cm

Isabella Nazzarri, Nostalgia, 2021, olio su cartone telato con cornice in legno naturale, 20×30 cm

Le innumerevoli privazioni e limitazioni, la solitudine di quei mesi, le lunghe passeggiate nel verde hanno indotto l’artista a cimentarsi in una pittura più lenta, intima e appartata, condotta prevalentemente entro le quattro mura dello studio. La consueta sperimentazione ha così lasciato il posto a un’immediatezza che trova le sue ragioni nel togliere anziché nell’aggiungere. Le campiture sfumano, si sovrappongono, i colori rinunciano alle abituali dissonanze, si fanno anzi più naturali, ricchi di terre e gradazioni di verde, le pennellate divengono più dense e materiche, il campo più profondo.
Le Pitture necessarie che attualmente Isabella Nazzarri tiene appese in studio non rappresentano soltanto l’esito a cui è approdata la sua ricerca più recente, incarnano anche e soprattutto una mutata condizione esistenziale che individua nella semplicità della natura una delle forme più alte di benessere.
Tolti i social, i webinar e tutte le altre piattaforme virtuali, lo studio è inevitabilmente l’unico luogo fisico in cui sino ad ora tali dipinti sono stati esposti. Lo stop di fiere e mostre ha comportato, tra le altre conseguenze, che, in particolare in questa delicata fase per la cultura, gli studi d’artista siano diventati oggi i contenitori più autentici dell’arte contemporanea ancora fruibile direttamente, senza l’interposizione di un qualsiasi device.

Isabella Nazzarri, Tempo percorso, 2020, olio su tela, 80x80 cm

Isabella Nazzarri, Tempo percorso, 2020, olio su tela, 80×80 cm

 

Ritratto di Isabella Nazzarri

Ritratto di Isabella Nazzarri

Isabella Nazzarri nasce a Livorno nel 1987. Vive e lavora a Milano. Nel 2011 si laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Successivamente frequenta il Biennio di Pittura dell’Accademia di Brera e nel 2013 vince il Premio Griffin per la sezione Biennio. Dal 2014 le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali in gallerie e spazi pubblici in Italia e all’estero, tra cui Villa Brivio (Nova Milanese), Spazio Oberdan (Milano), The Griffin Gallery (Londra), Galerie Michael Schultz (Berlino), Museo Fattori (Livorno), Galleria ABC-Arte (Genova), Palazzo Barbaroux (Torino), Alon Zakaim Fine Art (Londra), Mazzacurati Fine Art (Ferrara), Cittadella Degli Archivi (Milano), Fondazione Luigi Di Sarro (Roma), Teodora Galérie (Parigi), Atelier Richelieu (Parigi), Grand Palais (Parigi), Galleria Monopoli (Milano), Palazzo Reale (Milano), Unicredit Pavillion (Milano), Casa Testori (Novate Milanese), Palazzo Appiani (Piombino). Dal 2016 prende parte a numerose Fiere d’Arte in Italia e all’Estero tra cui Arte Fiera, Art Verona, Art Paris, Art Montecarlo, Wop Art Fair Lugano. Nel 2017 realizza un’opera murale permanente presso la Cittadella Degli Archivi di Milano. Nel 2018 è selezionata per il Premio Cairo ed espone nella mostra collettiva dei finalisti presso il Palazzo Reale di Milano.
Per maggiori info: https://isabellanazzarri.com/

 

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