MODICA (RG) ǀ NELLO STUDIO DI ETTORE PINELLI
di MATTIA LAPPERIER
Lo studio nasce, cresce e si sviluppa di pari passo con l’artista. Ne riflette la personalità nel modo più autentico. È testimone silenzioso delle sperimentazioni più ardite, del perfezionamento di tecniche affinate negli anni e custodite gelosamente. È anche il luogo delle infinite prove, delle notti insonni, delle cocenti insoddisfazioni, che tuttavia possono sfociare talvolta in successi inaspettati. #TheVisit ha lo scopo di aprire le porte a tali realtà che per loro stessa natura sono poco accessibili, spazi che in tempi di pandemia hanno rappresentato pure una delle rare occasioni di confronto diretto con l’arte contemporanea.
È dal 2015 che Ettore Pinelli ha scelto di collocare lo studio all’interno della propria abitazione. Dopo gli anni di formazione trascorsi a Firenze, l’artista, in seguito al ritorno in Sicilia, ha lavorato in un primo momento presso un ex spazio commerciale nella periferia di Modica, per un paio d’anni consecutivi; dopodiché, appena gli è stato possibile, ha preferito trasferirsi in un contesto a lui più congeniale, immerso nella quiete più assoluta, in aperta campagna. Ha pertanto attrezzato un’area soppalcata, certamente non grande e neppure semplice dal punto di vista della scansione dei volumi, in modo da stabilirvi uno studio accortamente organizzato in ogni sua parte, così da sfruttarne appieno le intrinseche potenzialità. Nella porzione centrale, alta oltre tre metri, è solito dipingere in verticale, anche su grandi dimensioni, o dedicarsi alla grafica, per lo più a fusaggine, su di un ampio tavolo. Laddove gli spioventi degradano, ha invece disposto da un lato il magazzino in cui archivia tutti i lavori portati a compimento, dall’altro i vari materiali per la pittura e la grafica. L’allestimento razionale e coerente dello studio riflette in un certo senso la modalità di approccio alla pittura, praticata dall’artista con estremo rigore, metodo e lucidità, senza mai cadere nel mero esercizio di stile, poiché sempre sostenuta da una parallela e fecondissima attività di ricerca. Tale costante documentazione, per grandissima parte condotta all’interno dello studio, oltre a permettergli un frequente aggiornamento di tematiche e modalità espressive, mantiene attiva la curiosità dell’artista, lo rende sensibile al presente e a questioni di stringente attualità. Vanno in questa direzione le esperienze sul paesaggio, indagato per la prima volta solo di recente, in modo fresco ed energico, in direzione di una crescente smaterializzazione e prescindendo dal confronto con la figura umana, che, anzi, in questi ultimi lavori scompare del tutto.
A tale febbrile e continuata sperimentazione, fa da contrappunto una consuetudine radicata nella prassi artistica di Pinelli, ovverosia l’immancabile riferimento all’immagine fotografica, meglio se a bassa risoluzione o contenente qualche elemento di disturbo o di errore. Egli ricerca le immagini, le archivia, le riscopre, le stampa e se ne circonda, dal momento in cui inizia a dipingere. L’osservazione delle immagini gli consente di mantenere vivo il dialogo con la figurazione, fungendo quasi da appiglio a cui rimanere ancorato, anche e soprattutto in riferimento ai passaggi di massimo distacco dalla figura. Il suo lavoro, consistendo per larga parte in un’indagine sull’immagine stessa, sezionata, deformata, sottoposta a sfocature e distorsioni, si fa interprete delle relazioni umane, in particolar modo quelle percorse da improvvisi attimi di tensione.
Per Ettore Pinelli il tempo della vita e il tempo della pittura sono per gran parte intrecciati. Potendolo facilmente raggiungere in qualsiasi momento, il luogo di lavoro rappresenta una costante della sua quotidianità, un punto fermo imprescindibile, oltreché una cruciale occasione di confronto con se stesso. L’artista è solito trascorrere molte ore in studio, non solo per le già citate ricerche iconografiche, ma anche per organizzare i materiali, preparare i supporti e ovviamente dipingere, anche per molte ore consecutive, giungendo a sessioni di oltre dieci ore, che già di per sé denotano un approccio alla pittura totalizzante, contraddistinto da un rigore quasi liturgico e condotto con la programmaticità di un rito.
Lo studio di Ettore Pinelli è isolato, silenzioso, intimo, circondato dal verde; un locus amoenus appartato, dove dipingere in solitudine. Un laboratorio privato, da condividere con pochi. È uno spazio di riflessione e sedimentazione delle idee, un luogo di ricerca, scandito da tempistiche molto lente, più che per quanto concerne l’esecuzione materiale, in realtà piuttosto rapida, soprattutto per quanto riguarda la progettazione e l’organizzazione complessiva della composizione, processi che generalmente richiedono un periodo di gestazione considerevole. La sua dedizione alla pittura durante le fasi più acute della pandemia ha sfiorato il parossismo; proprio nei momenti di confinamento ha prodotto ciò che normalmente impiega un intero anno a ottenere. È infatti a partire dal silenzio e dalla concentrazione che l’artista dà il meglio di sé. Soddisfatte tali premesse e acquisito pieno controllo della tecnica, nel corso dei molti anni di pratica assidua, ha preso ad accogliere ciò che la pittura spontaneamente gli offre, senza lasciar spazio a rigidità. Come lui stesso afferma:
“Ho imparato ad assecondare la pittura. La pittura assolve il suo compito, io mi limito a seguirla”.
Il suo approccio al lavoro, pur caratterizzato da ferrea disciplina e granitico autocontrollo, concede ampio margine al dato pulsionale che emerge tanto nella scelta delle immagini di riferimento, quanto nella realizzazione della composizione stessa. Così come lo studio si ritrova premuto in un ambiente circoscritto e connotato, la ricerca di Ettore Pinelli si colloca in quella sottile intercapedine che intercorre tra istinto e razionalità.
Ettore Pinelli (Modica, 1984) vive e lavora a Modica. Formatosi in Accademia di belle arti di Firenze, si diploma in pittura nel 2007 e in progettazione e cura degli allestimenti artistici nel 2010, in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Tra le sue mostre personali: Dialogo inverso, orientarsi tra le macerie, Cartavetra, Firenze, 2022; Iconofilia/Fantasma, Traffic Gallery, Bergamo, 2021; Archivio senza titolo, Sacca Gallery, Pozzallo, 2020; Un luogo sconosciuto, Circoloquadro, Milano, 2019; Mono, ArtVerona con Fusion Art Gallery/Inaudita, 2018; Un luogo sconosciuto, Ritmo, Catania, 2018; Mono, Fusion Art Gallery/Inaudita, Torino, 2018; UNO, Bocs Art (AIR), Cosenza, 2017; Come out and play, Basement Project Room, Fondi, 2016; Slight Fist, Quam, Scicli, 2016; Altre tipologie di relazione, Spazio espositivo di Francesco Siracusa, Agrigento, 2015; Premio Marina di Ravenna, Palazzo Rasponi, Ravenna, 2015. Tra le sue mostre collettive: Ligabue, la figura ritrovata, 11 artisti contemporanei a confronto, Fondazione Museo Ligabue, Gualtieri, 2021; Un Puro Nulla, Sacca Gallery, Pozzallo, 2020; Grey Street, Area35 Art Gallery, Milano, 2020; Arteam Cup, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2020; Tutti non ci sono, Traffic Gallery, Bergamo, 2019; Immateria, Quam, Scicli, 2019; Historiae #0, Ex macello, Ispica, 2019; Selvatico 13. Fantasia Fantasma. Pittura tra immaginazione e memoria, Palazzo Pezzi, Cotignola, 2018; Tartare, Fusion Art Gallery/Inaudita, Torino, 2018; Talking with hands, Quartair, Den Haag, 2018; Arteam Cup, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2018; Sulla Pittura: Cingolani, Galliano, Pinelli; Rossi, SpazioSiena, Siena, 2018; 18º Premio Cairo, Palazzo Reale, Milano, 2017; Dialogica, Galleria regionale, Palazzo Bellomo, Siracusa, 2017; Visioni d’interno, Burning Giraffe Art Gallery, Torino, 2017; Premio Combat, Villa Mimbelli, Livorno, 2017; Imago Mundi, Mediterranean Routes, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo, 2017; Boccioni + 100, Modernolatria, Galleria Nazionale, Cosenza, 2017; Condensa, Fusion Art Gallery/Inaudita, Torino, 2017; Shine On You Crazy Diamond, Casa della musica, Cervignano del Friuli, 2016; Premio Francesco Fabbri, Villa Brandolini, 2016; Gray Area, Amy-D Gallery, Milano, 2016; TU 35, Officina giovani, Prato, 2016; Relazioni Possibili (AIR), con Raffaele di Vaia, Studio MDT, Prato, 2016; Premio Giovani artisti, Esodo, Cammini di liberazione, Galleria San Fedele, Milano, 2016; Premio We Art International, Area35 Gallery, Milano, 2016; Artes, Some Velvet Drawings, ArtVerona, 2015; Realismo informale, Quam, Scicli, 2015; Ritratto a mano 2.0 (AIR), Ex convento delle Clarisse, Caramanico Terme, 2015; Premio Fam, Fabbriche Chiaramontane, Agrigento, 2014. È vincitore della sezione pittura di Arteam Cup 2020. www.ettorepinelli.com