LANA (BZ) | KUNSTHALLE WEST | 17 settembre – 3 ottobre 2021
La dimensione sotterranea semplicemente non è ammissibile. Ciò che si può vedere è già esibito, si esprime nell’apparenza, nell’esteriorità, nella visibilità. Tutto quello su cui si basa la percezione della realtà è una pelle di illusione, una scorza percettiva o un velo ammantante che non potrà mai essere totalmente scalfito. Eppure, c’è sempre l’idea che, svelando quell’epidermide esterna, accanto a essa, sotto essa, si nasconda una verità più piena, quella del non-detto e del dietro le quinte, dove le cose accadono integralmente. Ma se davvero ci si appresta a scoperchiare la realtà per come si presenta, scavando per portare alla luce la sua struttura intima, ciò che si ottiene è un sotterraneo che diventa automaticamente una nuova superficie esteriore, un nuovo baluardo a infiniti ulteriori nuovi sotterranei che si allontanano da noi senza posa.
Oltre la superficie delle cose si nasconde un mondo brulicante e misterioso che esiste a dispetto della sua apparente invisibilità. Una dimensione che si sottrae all’evidenza degli occhi sotto molteplici aspetti: a livello sociale nelle sottoculture alternative, a livello mentale e psicologico in tutto il rimosso che preferiamo dimenticare o anche a livello fisico, semplicemente, in ciò che è precluso alla nostra percezione a causa della sua natura “celata”. Ne danno prova alcuni artisti, accettando la scivolosità della questione. Come è possibile esporre qualcosa che parli di sommerso e come può una mostra, dispositivo di messa in scena ed esibizione per antonomasia, raccontare l’invisibile sotterraneo senza farlo, in questo modo, diventare visibile ed emerso?
Cecilia Borettaz recupera testimonianze coloristiche, lasciando che la composizione si realizzi sott’acqua o sul pelo della stessa, in vasche cromatiche dalle suggestioni uterine che richiamano anche imponderabili stratificazioni geologiche. Alberto Scodro con i suoi calchi di tane di talpe o con la sua pratica scultorea quasi incontrollata accelera in poco tempo reazioni che necessiterebbero di intere ere per realizzarsi. Igor Molin aggiunge a tutto ciò l’elemento culturale della città contemporanea, cimitero di eventi sopra cui il turismo di massa si consuma, ignaro e ubiquo. Sulle soglie dell’astrazione e nei pertugi della forma Thomas Scalco dà vita a un mondo di cavità protettive e salvifiche, ben lontane dalla negatività della caverna platonica. Le sottili dinamiche tra sopra e sotto, tra visibile e invisibile, sono quelle proprie della pratica pittorica.
Massimiliano Fabbri fa di questi processi l’argomento stesso delle sue opere. Il soggetto vegetale ha un doppio ruolo metaforico nell’alludere a sua volta ai meccanismi della crescita arborea, della pittura e della mente umana. A partire dal mondo carnale e materiale Nicola Samorì vuole scostare il velo, andare a fondo e scorticare le epidermidi, vedere e toccare se sotto di esse si nasconda un’anima. Infine la dimensione sotterranea può avere anche caratteri sociali e identificarsi con quell’elemento umano che, nelle comunità urbane, sfugge alla cognizione borghese più mondana. Questo underground metropolitano è ciò che interessa la ricerca di Renato Calaj nella misura in cui è possibile ricondurne l’energia nel recinto artistico.
Mattia Zoppellaro si inserisce in questi stessi interstizi per effigiare i protagonisti che abitano gli spazi dismessi e i margini della società. Porta avanti un lavoro di indagine sociologica interessato a documentare le controculture alternative di vari ambiti globali.
In diverse maniere ogni artista tenta di sviscerare gli aspetti stratificati di un mondo sommerso e gettare luce su un’intera realtà che va avanti sottoterra a dispetto di tutto. Ciò che sta sotto, per mantenere la sua qualità, può essere solo alluso. L’arduo lavoro degli artisti consiste nel renderlo parte della propria pratica senza scoperchiarlo mai totalmente, mantenendone il mistero.
There’s a World Going on Underground
Cecilia Borettaz, Renato Calaj, Massimiliano Fabbri, Igor Molin, Nicola Samorì, Thomas Scalco, Alberto Scodro, Mattia Zoppellaro
a cura di Gabriele Salvaterra
17 settembre – 3 ottobre 2021
Inaugurazione venerdì 17 settembre 2021, 19.30
Kunsthalle West Eurocenter Lana
Via Industriale 1/5, Lana (BZ)
Info: www.kunsthalle-west.org