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NARNI SCALO (TR)| THEPÒSITO ART SPACE | FINO AL 30 MARZO 2025

Intervista a LORENZO RUBINI di Miriam Di Francesco

Si intitola Time Within the Signs, il primo group show ospitato dalla neonata galleria umbra THEPÒSITO Art Space che, fino al 30 marzo 2025, vede la partecipazione delle artiste Erica Ferraroni, Laura Santamaria e Meri Tancredi attorno alla figura oracolare dell’artista nel mondo contemporaneo. Il rapporto tra tempo e cosmo insieme a quello di realtà e immaginazione fungono da coordinate interpretative per la mostra curata da Lorenzo Rubini, direttore della galleria, con cui abbiamo parlato del recente progetto espositivo e di una particolare attitudine dell’arte contemporanea nel saper leggere il futuro, persino quello di THEPÒSITO.

Time Within the Signs, installation view, courtesy THEPÒSITO Art Space, ph. Tanita Gennari

Time Within the Signs ha rappresentato il tuo esordio come curatore non più di una mostra personale, ma di una collaborazione collettiva. Come mai? Cosa ti ha spinto in questa direzione?Come spesso accade quando lavoro con gli artisti è stato il dialogo a dare l’input per la realizzazione del nuovo progetto. C’è comunque della stranezza nella genesi della mostra, perché ho un programma ben definito degli appuntamenti in galleria. La mostra successiva a questa era già fissata da tempo, eppure mi trovavo in difficoltà nel trovare la giusta mostra da inserire durante questa finestra temporale tra febbraio e marzo. A ottobre dell’anno scorso mi è capitato di parlare con Laura Santamaria riguardo le sue tematiche legate, tra le altre, all’astrologia, all’oracolo come figura antica di premonizione, di un certo tipo di pigmento da lei utilizzato e del fuoco quale elemento legante, che annienta e purifica. Erano e sono temi che interessano indubbiamente anche me. Parallelamente alla conversazione intrapresa con Laura, un’artista con cui collaboro da tempo, Erica Ferraroni, aveva creato la serie Oracoli, oggi in mostra. La connessione tra le due mi aveva illuminato sulla mostra che poi si è concretizzata.

Un’ipotetica bipersonale si è trasformata in una mostra a tre. Come si è aggiunta Meri Tancredi?
Sono molto legato alla numerologia, in particolare per questa mostra, e l’idea di avere solo due artiste non mi entusiasmava. Preferivo di gran lunga il numero tre che, dalla cultura celtica a quella cinese passando per il cristianesimo, è indice di perfezione. In più, Meri Tancredi ha una connessione profonda con il territorio umbro, da tanti anni insegna all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Da tempo conoscevo il suo lavoro, ma non avevamo mai collaborato prima. Così l’ho contattata illustrando il concept della mostra; mi ha inviato alcuni dei suoi lavori che immaginava potessero integrarsi alla ricerca che stavo portando avanti sulla mostra, lavori sul linguaggio oracolare e sulla computazione temporale. Era esattamente quello che stavo cercando: tutte le opere si ricollegano alla figura dell’oracolo.

Time Within the Signs, installation view, Laura Santamaria “Evening light”, courtesy THEPÒSITO Art Space, ph. Tanita Gennari

Dunque, cosa collega la figura dell’oracolo a quella dell’artista? Quali sono quei segni di cui si accenna nel titolo della mostra?
Storicamente l’oracolo non prevede il futuro, piuttosto fornisce delle direttive per leggere la realtà e, in parte, è quello che fa l’artista soprattutto nel contemporaneo. Nessun artista, o in pochissimi, danno un’informazione precisa della società o di quello che stanno creando. Spesso è l’opera stessa ad essere criptica, poi sta allo spettatore interpretarla. Ed è qui che risiede la bellezza, ma anche il problema dell’arte contemporanea con la famosa esclamazione del “potevo farlo anche io!”.
Il punto non è tanto l’opera che può essere facilmente riprodotta da chicchessia, ma la capacità dell’artista di vedere la realtà come nessun altro. E questo sguardo unisce le due figure dell’artista e dell’oracolo.

Nonostante gli spazi ridotti della galleria si trovano rappresentati diversi medium…
Ho svolto una selezione essenziale dei lavori per uno spazio contenuto come THEPÒSITO e sono soddisfatto del risultato ottenuto. Le foto di Erica sono molto esplicite rispetto al tema della mostra, studiate nel particolare ma lasciano quel segmento di imprevedibilità data dagli scatti fatti in studio con sola luce naturale; con Laura si passa ad una pittura che non è figurativa, ma neanche puramente astratta. La sua ricerca risale direttamente alla selezione minuziosa delle materie che vanno a ‘creare’ l’opera, pigmenti, polveri, gli stessi costrutti che costituiscono le superfici di corpi celesti lontani. La tecnica del “Nerofumo” o “Blacksmoke” la contraddistingue ormai da anni, questa diviene segno indissolubile di cambiamento, l’utilizzo della fiamma viva direttamente in fase di creazione dell’opera. Infine il lavoro di Meri è quello più installativo a tratti concettuale. La serie delle Tavolette di Armonia in mostra rappresenta una ricerca iniziata anni fa proprio sul concetto di predizione oracolare e il video in mostra In quanta distanza si perdono i colori delle cose integralmente? è un lavoro intimo che mi ha colpito da subito delineato su tematiche legate al tempo e allo stretto rapporto con la condizione umana. 

Time Within the Signs, installation view, Meri Tancredi “Argo”, courtesy THEPÒSITO Art Space, ph. Tanita Gennari

La mostra ha gettato degli indizi anche sul futuro di THEPÒSITO?
Credo la mostra abbia ben interpretato il futuro della galleria. THEPÒSITO è un progetto in continuo cambiamento, ma ho anche ben chiaro dove voglio arrivare con progetti, mostre e artisti diversi. Quest’anno vorrei dare avvio anche a progetti esterni alla galleria con nuove collaborazioni che non siano solo con l’artista, ma anche con curatori e curatrici. Già da quest’anno parteciperò alle prime fiere. Sono tanti tasselli che andranno a formare il futuro di THEPÒSITO che parte da una situazione abbastanza complicata come questa parte dell’Umbria, isolata dai grandi centri e in una piccola realtà. 

Certamente, fare visita a THEPÒSITO è piuttosto scomodo. Immagino, però, ci siano tanti punti di forza.
Non è abbastanza scomodo fare visita qui, è veramente scomodo e lo è anche per me a volte quando devo spostarmi o devo accogliere artisti e progetti che vengono da lontano, ma è anche vero che il pubblico che viene in visita passa da qui perché è davvero interessato allo spazio e alle mostre. Questa è forse la sfida più stimolante, porsi come nuovo polo locale e nazionale, offrire al pubblico nuovi spunti di riflessione sulle ricerche artistiche contemporanee anche di artisti emergenti. La mia storia è comune a molti che sono nati in provincia, sono andati via e poi sono tornati. C’è la volontà da una parte di creare un nuovo pubblico locale e, dall’altra, di portare qui il mondo. 

Un desiderio fra tutti?
Vedere THEPÒSITO Art Space nella lista dei “Luoghi del Contemporaneo”, promosso dal Ministero della Cultura italiana, tra i luoghi meritevoli di interesse per la ricerca artistica.

Time Within the Signs, installation view, Erica Ferraroni “ALGIZ”, courtesy THEPÒSITO Art Space, ph. Tanita Gennari

Time Within the Signs
Erica Ferraroni, Laura Santamaria, Meri Tancredi
a cura di Lorenzo Rubini

15 febbraio – 30 marzo 2025

THEPÒSITO Art Space
Via del Parco 1, Narni Scalo (TR)

Orari: martedì – venerdì, 10.30 – 12 / 16.30 – 19 e su appuntamento

Info: info@theposito.com
www.theposito.com

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