BOLOGNA | Galleria Studio G7 | Fino all’8 aprile 2023
Apoptosi dei coniugi Poirier, con il contributo critico di Leonardo Regano, è una mostra che snoda il suo racconto nello spazio della Galleria Studio G7 a Bologna, visitabile fino all’8 aprile 2023, rendendolo come una capsula del tempo contenente una serie di lavori storici e alcuni di recente produzione.
L’esposizione prende il suo nome dal processo biologico per cui un organismo vivente si rigenera attraverso la morte programmata di alcune delle sue cellule, l’apoptosi appunto. La morte è intesa e trattata da Anne & Patrick Poirier con l’occhio analitico e oggettivo, che caratterizza la loro produzione artistica, alla ricerca dell’equilibrio su cui si fonda la vita. La ricerca scientifica è infatti alla base della loro poetica, essa viene applicata all’analisi dei fenomeni del mondo per poi essere rielaborata nella costruzione delle loro opere.
Il primo strumento d’indagine a cui possiamo accedere è senza dubbio il nostro cervello, la cui forma ricorre spesso nella produzione dei due coniugi e che ritroviamo ad esempio nella foglia di loto dell’opera Angkor (2009), la quale prende il nome dal sito archeologico cambogiano, parte fondamentale nella formazione artistica di Anne & Patrick Poirier. La stessa forma appare poi nella costruzione di una delle loro città immaginarie, Mnemosyne (2021-2022), dedicata appunto alla dea della memoria e madre delle Muse. Il tessuto urbano, di forma ellittica, si dispiega secondo le sezioni del cervello umano, l’edificio fulcro è la biblioteca, simbolo della conservazione della memoria.
La figura immaginaria dell’architetto-archeologo creata e incarnata dalla coppia di artisti, ritorna anche in Sogno (2017), opera che, a differenza di Mnemosyne, presenta solo un frammento di tessuto urbano ormai ridotto in rovine ed estraniato dal suo contesto, assumendo in sé il significato della fragilità umana e incertezza per il futuro. Allo stesso tempo, l’opera può essere letta come elemento architettonico resiliente allo scorrere del tempo.
Gli elementi principali della poetica dei Poirier, ovvero l’archeologia, la ricerca, la memoria e la psiche, si incontrano tutti in Gradiva (2000), opera composta da immagini stereoscopiche che prende il nome da una figura letteraria che, introdotta per la prima volta da Wilhelm Jensen, ha viaggiato per tutto il Novecento, diventando inoltre il soggetto di un’analisi psicoanalitica da parte di Freud.
Per Anne & Patrick Poirier gli effetti dello scorrere del tempo sono il motore che li spinge ad esplorare la storia e la memoria collettiva, nel tentativo di comprendere il mondo fisicamente percepibile in relazione alla dimensione dell’inconscio.
Anne & Patrick Poirier. Apoptosi
testo critico di Leonardo Regano
Galleria Studio G7
Via Val D’Aposa 4/A, Bologna
Info: +39 051 2960371 – +39 3398507184
info@galleriastudiog7.it
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