GENOVA | Galleria Studio Rossetti arte contemporanea | 8 ottobre – 7 novembre 2020
Intervista a PAOLO CERIBELLI di Matteo Galbiati
La nuova stagione di Studio Rossetti arte contemporanea di Genova si è aperta, in occasione di START, notte bianca dell’arte contemporanea del capoluogo ligure, con Mindset, personale che porta per la prima volta negli spazi della galleria le opere di Paolo Ceribelli.
Abbiamo intervistato l’artista milanese per scoprire i contenuti di questo ciclo inedito di lavori che con il suo iconico linguaggio avvia una riflessione sul senso di limite e sul significato dei confini imposti e stabiliti dalla mente umana:
Come nasce il progetto di Mindset?
Mindset nasce a quattro mani con Galleria Studio Rossetti Arte Contemporanea. Incasellare il mio lavoro in una sola corrente artistica, mi ha sempre portato ad uno stato d’animo di irrequietezza, quindi insieme ad Elisabetta Rossetti – che ringrazio per l’impegno e la dedizione – abbiamo deciso di presentare alcune ultime opere inedite intitolate (Codice), accostandole ad opere già presentate e conosciute, cercando di far emergere aspetti intimi (come l’ossessione della ricerca della perfezione) del mio ormai quasi quindicennale lavoro e far vivere allo spettatore una percezione diversa dello stesso.
Di quante opere si compone la mostra? Sono inedite e realizzate per l’occasione quando sono nate e che spunto hai seguito nella loro realizzazione?
La scelta di utilizzare i quattro colori che più ricorrono nel mio lavoro (Rosso, Bianco, Verde e Blu) è stata lo spunto per poter comporre questa mostra fatta di 16 opere pittoriche e scultoree – concedimi la definizione – realizzate prevalentemente per questa occasione, e 1 opera musicale classica, composta da quattro parti a rappresentare gli stati d’animo dei quattro colori, eseguita nel corso del vernissage.
La tua tecnica è particolare, dipingi componendo le tue forme e le tue immagini con soldatini, carri armati, figurini… giochi che riportano all’infanzia che, però, perdono il loro uso iniziale nell’incontro con il colore e si fanno mezzo per trasferire un senso altro all’immagine: come riabiliti questo linguaggio di ascendenza pop in una forma di altra concettualità? Quali elementi iconografici “pesano” nel tuo lavoro?
Cerco di nobilitare questi oggetti di plastica rendendoli eterni: soldatini e carri armati vengono scardinati dal loro significato convenzionale e dalla loro comune interpretazione attraverso il colore che in qualche modo li cancella. Sopra tutto la forma del cerchio, che io utilizzo sin dall’inizio del mio percorso.
Come rinnovi questi valori in tematiche diverse come quelli di questa mostra?
Mantenendo una direzione ben chiara per il mio percorso artistico, un occhio attento la può già vedere, in cui il soldatino rimane la mia cifra stilistica e muta attraverso un processo lento, ma inevitabile.
Tema fondante è: “il limite è uno stato mentale”. Da cosa nasce questa riflessione sul concetto di limite?
Superare i limiti per me ha un valore molto intimo legato all’idea che possiamo migliorare noi stessi attraverso piccole azioni, e queste azioni sicuramente avranno un impatto sulla collettività e sulle generazioni future. Piccoli o grandi che siano, ognuno di noi dovrebbe provare a superare i propri limiti.
Attraverso la mia arte cerco di creare uno stimolo a guardare e a studiare i nostri stati mentali, a seguire l’intuizione che conduce naturalmente alla nostra personale verità.
Quali confini, secondo te, ci imponiamo e come l’arte aiuta a scioglierne i vincoli?
Nell’installazione Barricades del 2016, composta da barricate anticarro a grandezza reale, non ho fatto altro che riprogettare un confine ben riconoscibile, un limite idealmente invalicabile, un’icona legata alla guerra.
Il colore ha fatto tutto il resto e, infatti, questo simbolo è stato percepito in modo totalmente diverso rispetto ai significati a esso ascrivibili, i bambini ad esempio hanno subito sentito l’esigenza di giocarci arrampicandocisi sopra, di superarle.
Quali soggetti hai scelto? Che immagini ammiriamo?
Abbiamo scelto i soggetti più puri del mio lavoro, quelli a cui sono più legato: Tutto torna, che è un cerchio monocentrico; Embroidery, una sorta di ricamo composto da più cerchi che si intersecano; Barricades o Cavalli di Frisia, moduli a croce realizzati in vari materiali tra cui il marmo e la ceramica, .Code. che è una timbratura manuale realizzata su lino.
Ci sono altri progetti cui stai lavorando? Cosa hai in programma prossimamente?
C’è un’installazione sempre legata al concetto di limiti, ed un progetto che porto avanti da un anno chiamato Letters from the borders nel quale utilizzo un materiale per me nuovo: la carta.
Una mostra a Roma per inizio 2021…
Paolo Ceribelli. Mindset
testo di Annalisa Ramos
opera musicale di accompagnamento: Vernissage
compositore: Simone Donato; violino: Margherita Gimelli; viola: Marko Thanasi; violoncello: Luisa Gaia Dal Molin; clarinetto: Giorgio Noè
8 ottobre – 7 novembre 2020
Galleria Studio Rossetti arte contemporanea
Via Chiabrera 33R, Genova
Orari: da martedì a sabato 10.20-12.30 e 15.30-19.00
Info: +39 010 2367619
rossetti.artearchitettura@gmail.com
www.studiorossettiartearchitettura.com