GENOVA | Palazzo Ducale | Fino al 6 febbraio 2022
di FRANCESCA DI GIORGIO
Gennaio, per tutti un mese di ripartenza, di nuovi inizi e più che mai in questo periodo, un mese in cui ci si guarda indietro a ciò che si è acquistato, a ciò che si è perso. Gennaio, un mese spartiacque tra passato e futuro.
Da quattordici anni torna, sempre nel primo mese dell’anno, in cui ricorre la Giornata della Memoria (27 gennaio), Segrete Tracce di Memoria. Alleanza di artisti in Memoria della Shoah a cura di Virginia Monteverde. Una rassegna di arti contemporanee che unisce ad una mostra temporanea negli spazi delle celle della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale a Genova una fitta rete di eventi di musica e teatro dallo scorso anno in veste ibrida: in presenza e online.
Le antiche prigioni della Torre genovese, attive fino al primi anni del ‘900 non hanno a che fare con il periodo storico della Shoah ma condividono le tracce lasciate dal dolore: i segni, le scritte del passaggio di chi ha vissuto nelle celle, il ricordo come una fiamma ardente e che gli artisti internazionali, invitati ogni anno, mantengono viva con le opere che vanno a riabitare le celle vuote per gran parte dell’anno.
Sette sono gli artisti per la XIV edizione di Segrete Tracce di Memoria. Sette visioni che, come ogni anno, fondono il personale e il collettivo in un dialogo unico tra passato e presente. La prima cella, dedicata a Jacopo Ruffini, ospita l’opera di Roberto Ghezzi, una sua Naturografia©. L’artista ha scritto su un tessuto originariamente bianco, il nome di un gruppo di persone del suo paese e che sono state deportare durante la Seconda Guerra Mondiale e lo ha seppellito per diversi mesi sotto terra cancellandone così i nomi. Nella cella troviamo il telo disseppellito dall’artista, ora completamente marrone, con delle fenditure nel tessuto attraverso cui passa la luce. Sono le persone a cui Ghezzi ridà memoria. Ogni ferita è un passaggio di luce.
Nelle celle successive torna il bianco elemento ricorrente in molte delle opere presentate in questa edizione. Bianco come il silenzio che si annida nello spazio, tra le pieghe del tempo.
Bianco è l’uovo dall’ombelico umano realizzato da Stefanie Oberneder. Un’opera dedicata a Gisella Perl, una ginecologa rumena che nel 1944 venne deportata ad Auschwitz dopo che i nazisti avevano invaso parte del suo paese e che ha aiutato 3000 donne ad abortire durante quel periodo atroce.
A terra, 3000 biglietti bianchi con un numero progressivo stampato sul fronte e sul resto un QR code da cui si può ascoltare la sua storia.
Nella stessa cella, è bianca anche la polvere della clessidra nell’opera di Francesco Vullo, un antico dispositivo per misurare il tempo risulta monco, troncano come congelato e murato per metà in un solido basamento. La memoria è come la verità, spinge sempre per emergere.
Luisa Mazza porta a Segrete l’installazione certamente più “scenica”. Nel buio della cella ricostruisce un ambiente naturale composto da malerbe, da piante infestanti che tutti possiamo vedere ai margini dei marciapiedi delle strade che attraversiamo ogni giorno. Recise e dipinte di bianco, trattate con cura e con delicatezza diventano altro: un bosco di vita. Anche la nostra memoria va coccolata supportata e resa viva ogni giorno per noi e per chi vive ai margini, gli ultimi, i dimenticati, gli emarginati…
L’opera di Manuel Felisi è concettuale, forse meno diretta delle precedenti, ad un primo sguardo, ma assolve ad un compito importantissimo, quello dell’avvicinamento, dell’approssimarsi ad un’opera d’arte con la curiosità di chi indaga un fatto storico e ne vuole conoscere tutti i dettagli, le sfumature, le caratteristiche solo per il gusto di comprendere. Ci si accorge così che i tubi bianchi del trabattello da cantiere, montato ad arte ma che sembra abbandonato dentro alla cella, sono di marmo bianco, un materiale prezioso, di solito usato per sculture e monumenti. La memoria è qualcosa di prezioso e da costruire a partire da un grande lavoro e tocca a noi farlo.
Segrete Tracce di Memoria. Alleanza di artisti in Memoria della Shoah – XIV edizione
Ideata e curata da Virginia Monteverde, organizzata dall’Associazione Art Commission in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, e da ILSREC – Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “R. Ricci”
Con il patrocinio di: Regione Liguria e Comune di Genova
Artisti: Miro Craemer, Roberto Ghezzi, Manuel Felisi, Luisa Mazza, Stefanie Oberneder, Andrea Sanvittore, Francesco Vullo.
Con la collaborazione di: Goethe Institut Genua, UCEI, Memoriale della Shoah Binario 21 di Milano, Comunità Ebraica di Genova, ANPI di Genova e Borghetto Lodigiano, Aliseo Casa dello Studente, Biblioteca Universitaria di Genova, Luzzati Foundation con Casa Luzzati, Festival Internazionale di Poesia di Genova, Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Etherea Art Gallery.
Palazzo Ducale – Torre Grimaldina (antiche carceri)
Fino al 6 febbraio 2022
Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 15.00 alle 18.30)
eventi collaterali:
domenica 6 febbraio ore 18 Torre Grimaldina Palazzo Ducale
Bruno lo scemo (de Tod, die Mask) di Gianluca Bottoni
24 gennaio – 3 febbraio – Spazio46 e Cortile di Palazzo Ducale
Progetto Nuda Vita
con Paolo Piano, Danila Barone e Agata Canziani
ideazione e produzione DoascoPerformingArt con Dialoghi d’arte in collaborazione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse
Info e prenotazioni: artcommission.genova@gmail.com whatsapp +39 346 7336012
Online canale You Tube di Art Commission / Facebook pagina Segrete Tracce di Memoria