VENEZIA | Abbazia di San Giorgio Maggiore | Fino al 24 novembre 2024
di VIVIANA SIVIERO
Uno spazio maestoso e protettivo, installazioni monumentali che entrano in dialogo sia con l’architettura che col suo significato, amplificando non solo la spiritualità ma anche il senso di inquietudine, fra phatos e tenerezza. Sono molteplici le sensazioni che assalgono lo spettatore quando si relaziona con la mostra City of Refuge III di Berlinde De Bruyckere, evento collaterale della 60. Biennale d’Arte di Venezia, presso la Abbazia di San Giorgio Maggiore, realizzata in collaborazione con Benedicti Claustra Onlus (ramo no profit della comunità benedettina).
Una mostra che sembra porsi come obiettivo primario una cosa di cui abbiamo disperatamente bisogno: l’oggettivizzazione dell’arte come rifugio.
Sono 3 i nuclei di opere appositamente realizzati dall’artista belga, capaci di condurre chi guarda per mano, in luoghi di solito evitati. Il primo gruppo di opere monumentali occupa la navata centrale e quelle laterali: si tratta di Arcangeli, figure che l’artista ha sentito di dover realizzare per la prima volta durante l’epoca buia del lockdown; un incontro avvenuto vedendo un’opera fino a poco tempo fa attribuita a Giorgione, Il Cristo Morto, in cui l’Arcangelo emerge dal fondo, avvolgendo Gesù in un abbraccio. L’artista la accosta agli infermieri, ai soccorritori e al personale medico, mentre è alla ricerca di una figura di conforto da inserire nei suoi soggetti.
Nelle installazioni di San Giorgio Maggiore grandi figure velate e dall’equilibrio incerto, si sporgono da un imponente piedistallo, come enormi fantasmi che non si è sicuri di non dover temere. Eppure lo spettatore – che avverte la sensazione di pericolo imminente – si ritrova a dialogare con gli spazi e con ciò che Venezia stessa è stata fin dal V secolo e con Lei tutte le chiese: luogo di rifugio universalmente riconosciuto. Così le intenzioni delle grandi e incombenti figure velate e ibride si palesano, amplificate dagli specchi inclinati ma allo stesso tempo bloccate come fossero strutture processionali, per la presenza di uno stendardo privo di alcun’immagine, che ricorda la quinta di un teatro. Contemporaneamente si identificano con le figure di prigionieri politici torturati o in attesa nel braccio della morte, palesando il fatto che il vero pericolo sia al di fuori.
Questa, per Berlinde De Bruyckere, è la terza mostra sull’archetipo degli Arcangeli. L’artista ha il dono – attraverso la sua poetica – di far arrivare allo spettatore la sensazione desiderata: in questo caso, anche prima di scoprire di cosa si tratta, si viene rapiti da un nuovo genius loci che sembra innestarsi sugli spiriti già presenti nell’aria, fino a trascendere gli spazi in un momento solenne ed eterno. Il dialogo con i luoghi prosegue nelle viscere dell’abbazia: la sacrestia ospita un’installazione ingombrante che sembra essere sgraziata e aggraziatissima, inadeguata al luogo e, nello stesso tempo, perfetta per esso. Si tratta di una serie di tavoli da saldatura, già utilizzati in precedenza dall’artista, sui quali giace una grande natura morta: un albero caduto e ricoperto di cera che parla di Apocalisse ma lascia anche spazio alla speranza.
Si prosegue al sicuro nella galleria del monastero, dove l’artista si è lasciata ispirare dai bassorilievi lignei di Albert Van den Brulle (XVI sec.) dedicati alla vita di S. Benedetto da Norcia. De Bruyckere crea delle vetrine murali in cui inserisce corpi feriti e lividi, creando di fatto nuove reliquie che sembrano abitare gli spazi da sempre, caricandole di una vita che non hanno mai avuto. L’ultima appendice della mostra espone opere significative e recenti dell’artista, che di fatto piano piano restituiscono allo spettatore – ormai trasformato di fatto in un fuggitivo – gli orrori che ritroverà all’esterno: ma che importa, viviamo questo attimo eterno, contemplando queste opere ambigue eppure rassicuranti, portando con noi le note della canzone City of Refuge di Nick Cave da cui l’artista ha tratto l’ispirazione del titolo.
BERLINDE DE BRUYCKERE
CITY OF REFUGE III
Curatori: Carmelo A. Grasso, Ory Dessau, Peter Buggenhout
Evento Collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
20 aprile – 24 novembre 2024
Orari di apertura:
Fino a settembre: 11.00 -19.00; da ottobre a novembre: 10.00 -18.00. Chiuso il lunedì
Abbazia di San Giorgio Maggiore
Isola di San Giorgio Maggiore 2, Venezia