Alta Irpinia | sedi varie | 21 – 27 agosto 2017
Intervista a TOMMASO EVANGELISTA di Francesca Di Giorgio
Da fuochi, salsicce, fegatini, viscere alla brace, camping libero ad attività ludiche, trekking e musica notturna, a declamazioni di poesie di Majakoskij fino ad un “progetto nel progetto” dove c’entra anche l’arte contemporanea. Per riassumere il festival che, dal 21 agosto, inaugura la settimana della sua V edizione dobbiamo ribaltare la visione e, se possibile, pensare ed agire al di fuori delle consuete coordinate spazio-temporali.
Sponz Fest rinnova un incontro fuori dai soliti schemi, basta dare un’occhiata al programma (vedi il racconto di Massimo Zamboni a trentacinque anni dalla nascita dei CCCP il più famoso gruppo punk italiano o la presenza, tra gli altri, di Erri De Luca ed Emir Kusturica) e al manifesto del suo ideatore Vinicio Capossela che, con l’ultimo album “Canzoni della Cupa”! si è aggiudicato il prestigioso Premio Lunezia Canzone d’Autore 2017 assegnatogli lo scorso 8 agosto e il Premio Tenco 2017 per il contributo dato alla canzone d’autore mondiale.
All’incontrè’R, il filo conduttore di questa edizione del fest. «È, per esempio, andare proprio in quei luoghi da cui la gente se ne è andata. Già questo è un rovesciamento del mondo, un piccolo atto che può generarne altri. Trascorrere una settimana insieme per costruire un mondo al rovescio, e quindi finalmente un po’ più giusto secondo natura, può essere un atto rivoluzionario». Un proposito e un invito… Una rivincita del dionisiaco sull’apollineo? Forse…
Nel frattempo abbiamo raggiunto Tommaso Evangelista, che quest’anno cura la sezione SponzArti (letteralmente “mettiti a bagno”) del Festival, ideata e diretta da Mariangela Capossela (artista e sorella del cantautore Vinicio), per entrare in un mondo al rovescio…
Cos’è Sponz Fest?
La storia dello Sponz è quella di un piccolo miracolo che ha riqualificato l’intera immagine di un territorio dimenticato, l’Alta Irpinia; la storia di un festival nato per inventare un’occasione di fare “comunità” e giunto quest’anno alla quinta edizione. Partito come festa sui riti dello sposalizio si è allargato ai temi dell’unione, del rapporto con la terra, dell’incontro e scambio con altre culture, il tutto nel segno del recupero dell’identità locale. Quest’anno poi, nel centenario della Rivoluzione Russa, il filo conduttore sarà proprio la rivoluzione ovvero il rovesciamento, attraverso il rito e la festa, del mondo precostituito. All’incontré’Я è il titolo e una parte di questo rovesciamento riguarda anche l’arte.
Come sei arrivato a SponzArti e qual è stato il tuo contatto con questo festival fino ad ora?
Conoscevo il festival come tra le più interessanti proposte estive del sud Italia, animato com’è dal genio creativo di Vinicio Capossela che è anche direttore artistico. L’anno scorso mi sono interessato, per un articolo, all’intero programma e in particolare alla sezione SponzArti, dedicata all’arte contemporanea e ideata e diretta da Mariangela Capossela. Tra gli artisti invitati Erica Hansen, Giovanni Spiniello e la stessa Mariangela autrice di due interessanti performance: Il velo della sposa e Amore in polvere. Trovo molto belle le sue parole di quella intervista che penso comunichino anche l’unicità del festival: «Lo Sponz Fest mi ha dato l’occasione di rimettere a zero le lancette, di allontanarmi dalla pratica artistica solitaria per uscire allo scoperto e, come i contadini che quando andavano a lavorare nei campi, andare fuori. Uscire da me e confrontarmi con gente che conoscevo senza conoscere e viceversa. Uscire dallo studio e andare in piazza. È stata per me una scoperta illuminante, che mi ha fatto conoscere un nuovo e benefico senso di fare arte. Costruire un progetto artistico con persone di tutte le età che non hanno mai sfiorato nessuna esperienza di arte contemporanea mi ha insegnato che l’arte ha senso a maggior ragione quando esce dalla ristrettezza del suo sistema elitistico».
Pochi gli artisti invitati a partecipare ma tutti sulla carta presentano un progetto dal filo conduttore visibile…
L’aspetto più importante dello Sponz naturalmente è la musica e quel senso permanente di festa e positiva e poetica anarchia. L’arte, in questo contesto, si deve inserire con discrezione arricchendo l’offerta culturale e creativa, proponendo più che altro “azioni” e relazioni. Nella scelta degli artisti abbiamo seguito naturalmente il concept generale dell’intera settimana e le parole-manifesto di Vinicio per cui bisogna «Ribaltare i punti di vista e osservare le cose al contrario, scardinare l’ordine cui siamo assuefatti per creare un momento di resistenza a un mondo che va sempre più irrigidendosi nelle visioni». Mi piace questa idea d’insurrezione. Occorre trasformare, come ho scritto nell’introduzione del programma, l’azione installativa e performativa in pratica vitale, in sentimento del contrastante che crea nuova comunità e relazione, riconquista i luoghi e suggerisce diverse ipotesi di crescita. L’artista contemporaneo è nomade, esiliato, esule, in viaggio tra i segni delle storie che incontra e si radica a volte anche solo per un istante, per rammentare alla collettività la bellezza dell’attimo, dell’effimero, dell’opposto. La ri-creazione dello Sponz di quest’anno non è solo fisica ma anche estetica, un’estetica del contrario.
Quali sono “gli spazi” dedicati all’arte contemporanea e come sono inseriti nel programma del festival?
Gli spazi dello Sponz, essendo un festival diffuso, sono ovunque, concentrati soprattutto nella zona di Calitri ma anche in tutta l’Alta Irpinia tra Cairano, Conza, Sant’Angelo dei Lombardi, Rocca San felice e Villamaina. Per l’arte abbiamo preferito non esporre opere in contesti chiusi e musealizzati bensì guardare al contesto, alla comunità, ai suoi luoghi e alle sue tradizioni. Molte installazioni saranno site-specific. Michele Giangrande realizzerà le sue opere della serie Gears tra la stazione di Conza e Calitri, in un paesaggio a metà tra film western e landa desolata, con l’aiuto anche del pubblico. Il Collettivo FX, col murales degli scioperi al contrario, e Virginia Zanetti presentano i loro lavori a Calitri, in particolare Zanetti, col suo progetto performativo I pilastri della terra, dialoga in maniera molto calzante con il concept generale dello Sponz, per la sua idea di immaginare universi al contrario con le persone che reggono il mondo. Dal tramonto del 21 agosto in località Santa Lucia a Calitri si accenderà Il Teatro Degli Alberi Uomo e Degli Uomini Cervo, l’installazione di Michele Mariano fruibile per tutta la durata del festival. L’artista senza spianare il terreno e senza tagliare gli alberi ha disegnato un campo da gioco, nel bosco di notte; un luogo del contrapposto. Andrea d’Amore indagherà il contesto legato all’alimentazione, attraverso la partecipazione collettiva e la condivisione del cibo, ribaltando diversi punti di vista con una performance nelle grotte del paese. Silvio Giordano durante una serata dedicata al musicista Gesualdo da Venosa, presenterà invece il cortometraggio The Prince of Venusia. Infine, seguendo la ricerca di Mariangela sull’immagine della sposa e sull’idea dello sposalizio, abbiamo voluto rendere un omaggio all’artista Pippa Bacca e alla sua performance Il viaggio della sposa. Il 25 agosto all’ex cinema Rossini a Calitri proietteremo il film La Sposa di Joël Curtz, che racconta l’intera sua azione fino alla tragica morte, e nell’incontro che seguirà, grazie anche alla presenza di Bahar Adan della galleria G-art di Istanbul, per la prima volta si parlerà della ricezione in Turchia, tra gli artisti, del lavoro di Pippa, un lavoro che di per sé è già un’azione rivoluzionaria nella visione dell’abito da sposa al contrario. Un vestito non più bianco ma che dura per tutta un’esperienza e ne diventa il testimone, raccoglie su di sé i ricordi, “consumandosi” e sporcandosi.
Rispetto ad altre tue esperienze curatoriali più “istituzionali” quali caratteristiche ha questa collaborazione?
È un’esperienza in “divenire”, certamente diversa dalle solite manifestazioni artistiche, che si costruirà molto sul campo e sul momento, con la scoperta dei luoghi, il dialogo con le persone e gli stimoli dei tanti artisti invitati: Georgos Xilouris, Jim White, Erri De Luca, Massimo Zamboni, Emir Kusturica e la No Smoking Band, Dobranoitch, Vurro e naturalmente Vinicio Capossela. L’ultima edizione ha visto la partecipazione di 35.000 persone e fatto rinascere una linea ferroviaria che aveva cessato di essere il punto di unione tra paesi dimenticati. Lo Sponz Fest, come scrive Vinicio, è dove il tempo smette di essere tiranno e la ri-creazione diventa rivoluzionaria. Noi, con la nostra sezione, proviamo a reggere l’urto di quella che è più una grande esperienza comunitaria che un semplice festival, con un programma che spazia fra molteplici ambiti espressivi e unisce occasioni di approfondimento culturale a momenti di festa e convivialità. Sette giorni di intensa vitalità creativa che travolgerà tutti i partecipanti fino a farli cadere “sponzati come baccalà”. Leggetevi il Racconto al Яovescio sul sito dello Sponz per capirne le qualità e le sue anarchie.
Sponz Fest 2017. V edizione
All’incontre’Я – Яivoluzioni e mondi al Яovescio
festival ideato e diretto da Vinicio Capossela
SponzArti – Sezione di arte contemporanea dello SponzFest
a cura di Tommaso Evangelista
ideata e diretta da Mariangela Capossela
Artisti: Collettivo FX, Andrea d’Amore, Michele Giangrande, Silvio Giordano, Michele Mariano, Virginia Zanetti, con un omaggio a Pippa Bacca
21 – 27 agosto 2017
Calitri e Alta Irpinia: Cairano, Conza, Sant’Angelo dei Lombardi, Rocca San felice, Villamaina
Tutti gli appuntamenti dello Sponz Fest 17 sono ad ingresso libero
Info: info@sponzfest.it
www.sponzfest.it