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#SPECIALEGALLERIE #GALLERYATTHEFIRSTSIGHT

Ultimo appuntamento (di una prima serie) con la selezione di 26 gallerie con cui abbiamo deciso di iniziare il 2022 con uno slancio verso il futuro. Approfondimenti online di cui trovate una sintesi sul primo numero di Espoarte dell’anno: il #116. Mentre è già in distribuzione un nuovo numero, il #117, e si attendono le edizioni primaverili delle fiere di settore.

(a cura di Francesca Di Giorgio)

 


MILANO | CEcontemporary

Christine Enrile


 

Il periodo storico che stiamo attraversando si sta rivelando un’occasione per riflettere sul ruolo delle gallerie come luoghi di vendita, di scambio, di progettazione ma anche spazi di sperimentazione artistica di scoperta o riscoperta di artisti. Che cos’è oggi una galleria d’arte? Le gallerie d’arte possono essere ritenute ancora luoghi di sperimentazione? Potete raccontarci alcuni aneddoti, episodi ed esperienze personali (del passato o del presente) che facciano comprendere al pubblico cosa accade in galleria oltre ai classici momenti espositivi?
Stiamo vivendo un cambiamento radicale, ci troviamo nel pieno della società liquida teorizzata da Zygmunt Bauman un’epoca in cui, come dice il filosofo, “il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza è l’unica certezza”, in cui siamo spinti a ripensare i paradigmi che si sono imposti nel sistema dell’Arte Contemporanea nei decenni precedenti la pandemia. È proprio la riflessione su questi temi che ci ha portato a trasformare una sezione del nostro spazio espositivo di Milano in un laboratorio ed incubatore artistico. Penso che oggi le gallerie debbano tornare ad essere luoghi di scambio culturale oltre che commerciale e che questo obiettivo si possa raggiungere solo senza porre condizionamenti alla ricerca creativa.
Abbiamo sentito l’esigenza di sperimentare, di scoprire nuove vie, di allontanarci in un certo qual senso dal sistema, partendo proprio dalla considerazione sul ruolo che le gallerie dovrebbero svolgere oggi, così ha preso vita “Discovery” una nuova esperienza che stiamo sviluppando da alcuni mesi e che ci sta dando soddisfazioni.
Si tratta di una fresca e vivace sezione, che ha trovato la sua ideale collocazione in una piccola area dello spazio espositivo, nella quale proponiamo opere di artisti che non fanno ancora parte del sistema dell’Arte contemporanea il cui lavoro però si contraddistingue per progetti concettualmente rilevanti e per la grande qualità. Proponiamo un calendario fuori dagli schemi che entra in dialogo con la programmazione istituzionale di galleria e che ci permette di offrire a collezionisti e appassionati d’arte contemporanea l’opportunità di vivere l’esperienza personale della scoperta e il privilegio, non da poco, di entrare anche in contatto diretto con gli artisti.

Shinwook Kim, The Loch Ness story

L’esperienza della pandemia e il nuovo rapporto che si è venuto ad instaurare con la tecnologia e il digitale. Come avete continuato a portare avanti la vostra comunicazione, con quali strumenti e modalità? Questi strumenti, sviluppati a partire dalla necessità del momento, continuano ad essere parte integrante della vostra attività?
Ormai da anni ci confrontiamo con il web, con i social ma la pandemia ci ha sollecitato ad ampliare l’utilizzo delle piattaforme digitali ideando rubriche, tour virtuali, interviste… Cito, per esempio la rubrica, “Pixel” ideata con l’artista Federica Marangoni che abbiamo mandato in linea e che ci ha permesso di far conoscere più approfonditamente il lavoro della nostra artista.
Senz’altro il digitale “democraticizza” l’arte aprendo la possibilità di parlare ad un pubblico più vasto per questo continueremo ad utilizzare tali strumenti, ormai parte integrante della nostra attività, anche se, devo essere sincera, penso che nulla possa sostituire l’alchimia che nasce dagli incontri.

Il 2021 ha segnato la ripresa degli appuntamenti in presenza. Tra mostre in galleria e la vostra presenza nelle fiere di settore, che tipo di feedback avete avuto dal pubblico e dal collezionismo?
Abbiamo ripreso con grande gioia l’attività in presenza sia in galleria che in fiera partecipando a Mia Photo Fair. Siamo anche stati gratificati dal premio GAA assegnato a Elena Chernischova la talentuosa artista russa, di cui abbiamo l’esclusiva per l’Italia, che abbiamo portato in fiera con le serie Days of Night – Night of Days, il bilancio è decisamente più che positivo e l’interesse e l’attenzione del pubblico ci ha davvero gratificati.

Lo stand di CeContemporary con opere di Elena Chernischova, Mia Photo Fair 2021

Qual è il vostro pubblico di riferimento e come lo avete visto cambiare nel tempo?
Il pubblico che si avvicina alla nostra realtà è eterogeneo, proponiamo, infatti, fin dalle prime mostre, percorsi espositivi che alternano figure di artisti che hanno scritto un’importante pagina di storia, nel contesto linguistico di riferimento ed altri di una generazione contemporanea di mezzo che ha tuttavia già messo a segno la sua ricerca estetica e il pensiero teorico che la sottende, oltre ad una ricca selezione di giovani emergenti. L’acquisto di opere d’arte in questi ultimi tempi sta evolvendo: non acquistano solo coloro che hanno grossi budget a disposizione, si sta formando una nuova generazione di collezionisti che fra le sue motivazioni ha la passione e il voler godere di cose belle. Nostro il compito di motivarli, stimolarli, nutrirli di emozioni e turbamenti, fino a farli innamorare delle opere e dei progetti che proponiamo.

Qual è, invece, il vostro personale rapporto con gli altri attori privati (le altre gallerie del vostro territorio) e le istituzioni come Musei e Fondazioni?
Da quando ho fondato CEcontemporary ho sempre sviluppato rapporti di collaborazione sia sul territorio italiano sia su quello europeo ed extraeuropeo con gallerie private ed Enti Istituzionali ideando e promuovendo progetti culturali di interscambio e creando sinergie che negli anni si sono consolidate.
Mantengo rapporti istituzionali con Ambasciate italiane all’estero e con Consolati di Francia, Svizzera e Corea del Sud, oltre ad altre importanti nazioni, ricoprendo il ruolo di curatore di eventi culturali.
Mi piace ricordare Focus Korea Postmodern – Short Stories la prestigiosa iniziativa promossa dal Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano che ho curato e mi ha permesso di promuovere in Italia, durante Mia Photo Fair 2019, il lavoro di artisti coreani che hanno scelto il linguaggio fotografico quale mezzo di espressione, artisti selezionati per la contemporaneità, l’efficacia comunicativa e l’originalità del loro lavoro.
Penso che le collaborazioni siano fondamentali in tutti i settori e specialmente nel mondo dell’Arte e della Cultura.

Dario Santacroce, Hemi-Sphere

Le Gallerie continuano ad essere tra i pilastri del Sistema e sono considerate come un punto di riferimento per artisti, collezionisti e non solo ma oggi più che mai dobbiamo chiederci: di che cosa avete bisogno in questo momento?
Le gallerie giocano un ruolo delicato che richiede molta dedizione, energie e risorse economiche forse interventi volti a detassare l’acquisto di opere d’arte potrebbe essere un aiuto e questa misura permetterebbe ai galleristi italiani di competere con l’estero.

Spesso si parla di mancanza di coraggio da parte del sistema dell’arte ma oggi nel mercato dell’arte contemporanea è ancora possibile assumersi margini di rischio? Da quando è direttrice di Galleria a quali cambiamenti sostanziali ha assistito nel mercato dell’arte?
In dieci anni è cambiato tutto e niente. L’espansione globale, la rivoluzione digitale, le fiere, le case d’asta hanno contribuito a modificare il sistema dell’arte e, in alcuni casi, hanno sottratto stimoli e possibilità alle gallerie che stanno rischiando di essere relegate al ruolo di soli espositori. Il coraggio forse oggi è nell’andare controtendenza ritornare a fare cultura coinvolgendo intellettuali e studiosi, insomma osare.

Cho Daso, La Femme

Nuove sfide e prospettive. Progetti da sviluppare o in cantiere?
Dopo In search of Nessie, la prima personale in Italia dell’artista sud coreano Shinwook Kim, un reportage fotografico dal taglio antropologico dedicato alla cittadina sul lago di Loch Ness realizzato dal talentuoso fotografo durante un soggiorno in Scozia partiremo dal 7 giugno, in concomitanza con l’apertura del Salone del Mobile, con  la mostra Vis a Vis Cho Daso e Dario Santacroce con opere scultoree e fotografiche. Un dialogo fra artisti che hanno un comune denominatore derivante dalla riflessione filosofica alla base della loro poetica. Dario Santacroce, scultore, concentra la sua ricerca sul tempo, vissuto come metafora, teoria, esperienza e visione. Crea forme scultoree pure, impiegando innovativi materiali a base di pietra e strumenti tecnologici d’avanguardia. Santacroce ha realizzato un proprio universo scultoreo, un mondo ricco di simboli e archetipi, centrato sulla pietra stampata in 3D. Le opere esposte in mostra appartengono alle serie Spherical Creations e Hemi-Spheres atte a documentare la ricerca estetica dell’artista basata sulla manipolazione degli elementi geometrici. In mostra sarà inoltre presente l’opera Reuleaux Tetrahedron, elemento alla base della creazione scultorea della serie Spherical Creations. L’esposizione prevede la presenza di un video attraverso il quale l’artista spiega il suo processo creativo.
Cho Daso, vive e lavora a Parigi, formatosi all’École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris Lavillette mette in opera, nelle sue straordinarie fotografie, un sistema generativo di strutture semio-narrative profonde, desunte dal Quadrato semiotico del ricercatore lituano Algirdas Greimas, a sua volta derivato dal quadrato delle opposizioni di Aristotele, al fine di classificare testualmente concetti oppositivi, come bello-brutto, maschio-femmina, vita-morte, nelle loro composite varianti (contrari, contraddittori, subcontrari…). La sua formazione semiologica ha come esito opere fotografiche in cui il soggetto diventa instabile, fluido, immerso in una realtà di metaconcetti. Quando fotografa una poltrona nera su un fondo rosso in uno spazio vuoto, oppure un tavolo neutro in uno spazio neutro, pittoricamente tonale, e li intitola donna o uomo, coglie simultaneamente la presenza e l’assenza di quel soggetto, ora inteso come ente, ora come non-ente, cioè niente.

Cho Daso, L’Homme


PROSSIMO EVENTO:

Vis a Vis Cho Daso e Dario Santacroce

Dal 7 giugno 2022

C|E CONTEMPORARY
via Tiraboschi 2 – citofono c76, Milano

Info: +39 02 45.48.38.22
+39 391.4166725
gallery@cecontemporary.com
https://www.cecontemporary.com/

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