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Mentre il 2022 si è aperto nell’atmosfera del “posticipo” (vedi Fiere ed opening rimandati in questa primavera in corso) per le gallerie italiane, e non solo per loro, si tratta di affrontare ancora un anno all’insegna dell’adattamento.
I temi su cui riflettere sono sempre tanti e abbracciano aspetti differenti che partono dalla programmazione di galleria, in presenza e online, agli strumenti e alle modalità di comunicazione, al ruolo del digitale e alle relazioni al di là di uno schermo. Non ultime le nuove sfide, prospettive e progetti da sviluppare cui una galleria non può mai prescindere pur nell’incertezza del momento.
Iniziamo una serie di appunti settimanali con la selezione di 26 gallerie scelte per introdurci nel 2022 con uno slancio verso il futuro. Approfondimenti online di cui trovate una sintesi sul primo numero di Espoarte dell’anno: il #116.
(a cura di Francesca Di Giorgio)
VERONA | La Giarina Arte Contemporanea
di CRISTINA MORATO
Quando aprii la galleria nell’ottobre del 1987 con una singolare e sorprendente mostra sul cinema fantasy americano, l’idea era quella di farne un centro multimediale, ma anche di dare un segnale chiaro della mia volontà di uscire dagli schemi, dalle regole del sistema esistente che tendeva e tende sempre a definire, a classificare. Poco dopo ho cominciato a fare soprattutto mostre di Arte visiva (la prima: Arman) – la mia storia personale e la mia attitudine lo richiedevano. Avevo iniziato a collezionare da qualche anno, preferibilmente opere di artisti della Avanguardie storiche del primo Novecento, che erano state oggetto dei miei studi universitari per la mia tesi su Alberto Savinio – scrittore inattuale. Affascinata da quel periodo straordinario, e conosciuto poco dopo il mitico Arturo Schwarz, ho deciso che questi studi e questa esperienza avrebbero dovuto essere alla base del mio lavoro di gallerista. Erano il mio capitale da investire nell’attività. Ecco allora che nei primi anni, grazie anche a delle illuminanti frequentazioni di artisti internazionali, le mostre riguardavano spesso le Avanguardie storiche e le Neo Avanguardie: dal Dadaismo al Surrealismo, dal Nouveau Realisme alla Poesia Visiva, Sonora, da Fluxus alla Body Art, etc. Spesso si trattava di un confronto intrigante tra artisti storicizzati e giovani artisti emergenti contemporanei, c’era allora molta curiosità da parte dei collezionisti, soprattutto dall’estero.
L’indagine sulla Body Art Shape Your Body a cura di Luigi Meneghelli, durata due anni, dal 1993 al 1994, ha portato in galleria le prime importanti performance che, negli anni, sono diventate un filo conduttore e un segno distintivo de La Giarina. Gli artisti performer in scena sono stati molti: Giuseppe Chiari, Ken Friedman, Philiph Corner, Jacob De Chirico, Ben Patterson, Sarenco, Valeria Seyão, Andrea Bianconi, Ernesto Jannini, Mauro Dal Fior, per citarne solo alcuni.
Francesco Conz, figura straordinaria di collezionista ed editore, è stato determinante per la conoscenza del movimento Fluxus e i “Fluxartisti”, un vero maestro con cui ho collaborato per anni e che avrebbe desiderato mi occupassi esclusivamente di quest’ultima Avanguardia, arrivando a considerare “tradimenti” le mostre sui giovani artisti che presentavo in galleria. La mia natura eclettica me lo impediva, naturalmente.
La Giarina, alla fine, è sempre stata questo: un luogo di confronto tra la storia e la contemporaneità, dove l’artista è quasi sempre un intellettuale non integrato, testimone del proprio tempo, che pone interrogativi e dubbi, rovesciando i canoni stabiliti e rifiutando il mainstream.
In galleria si dovrebbe andare, ed ha ancora un senso oggi, per “scoprire” le opere degli artisti, leggerle criticamente a livello etico ed estetico, e dialogare con chi ne cura e promuove la ricerca con costanza. Solo da questo può nascere un rapporto di fiducia e magari un serio e concreto interesse per il collezionista. Il momento storico non rende facile il lavoro della galleria, che deve scontrarsi con la dura realtà sociopolitica, sanitaria e la crisi economica. Le istituzioni nel territorio, un tempo più collaborative, latitano; si trovano più possibilità fuori, per l’impegno di curatori con interessi affini come per esempio Valerio Dehò, il quale organizza mostre nei musei che coinvolgono spesso miei artisti, come, ad esempio, Claudio Costa ai Musei Civici di Pavia.
Il nostro settore è, con tutte le sue problematiche, purtroppo ignorato da chi fa politica e da sempre, per questioni fiscali e norme restrittive, non si è competitivi con l’estero. Dobbiamo quindi muoverci con estrema prudenza nella scelta dei programmi.
Il lungo periodo della pandemia mi ha costretto a cercare di utilizzare al massimo i mezzi di comunicazione offerti dalla tecnologia, per cui oltre all’invio delle ormai classiche newsletter il mio staff è molto attivo sui social anche con format ideati da noi, per tenere i contatti con il pubblico più affezionato che ci segue da anni. A questo di recente si è aggiunto quello di una generazione più giovane, più aperta e propensa anche a collezionare senza farsi condizionare dai diktat del mercato delle aste e delle fiere.
Il clima di incertezza che ci circonda mi ha fatto valutare l’importanza di ripercorrere la storia della galleria anche attraverso il recupero di artisti presentati in passato e che, essendo stati degli anticipatori nell’affrontare certe tematiche e tecniche che tuttora portano avanti, sono stati poco supportati dal sistema dell’arte, troppo soggetto ai trend e agli umori del mercato. Un esempio: Francesco Garbelli, famoso per i suoi interventi urbani sulla segnaletica in Italia, Olanda e Germania, con cui ho lavorato dalla fine degli Anni ’80, su suggerimento di Enrico Baj, e che ho ripresentato, a distanza di diversi anni, con una significativa personale, Diario Pubblico. Dagli anni ’80 agli anni 2000, a cura di Francesca Di Giorgio, corredata da una significativa monografia edita da Vanillaedizioni.
A marzo, abbiamo seguito lo stesso criterio di scelta, con la mostra personale di Francesco Totaro, Diptychon. Dittici Dialogici, sempre a cura di Francesca Di Giorgio, artista che, dalla fine degli Anni ’90, unisce una raffinatissima tecnica digitale alla pittura e affronta temi filosofico-esistenziali legati al nostro presente. Il prossimo appuntamento è in galleria, sabato 30 aprile, con la presentazione del catalogo della mostra, targato Vanillaedizioni.
MOSTRA IN CORSO:
Francesco Totaro. Diptychon. Dittici Dialogici
a cura di Francesca Di Giorgio
Catalogo Vanillaedizioni. Presentazione: sabato 30 aprile 2022
Fino al 28 maggio 2022
La Giarina Arte Contemporanea
via interrato dell’Acqua Morta 82, Verona
Info: +39 045 8032316
info@lagiarina.it
www.lagiarina.it