MILANO | Spazio Morris – Studio Giovanni de Francesco | Fino al 12 maggio 2024
di ALESSIA PIETROPINTO
Spiragli di luce si espandono nello spazio, molteplici punti di osservazione destabilizzano lo spettatore e generano uno spettacolo visivo; eliminata la pesantezza derivante da un’eccessiva preziosità emerge l’essenza vera e pura dell’opera, una viscerale composizione che gioca con la materia senza mai dominarla.
Spazio Morris, laboratorio no profit di ricerca inaugurato nel 2010 riapre – dopo dieci anni – in uno spazio nuovo, con la personale dell’artista triestino Andrea Kvas (Trieste, 1986). Fondato dalla collezionista Alessandra Pedrotti e dall’artista Marta Pierobon, Spazio Morris apre al pubblico – presso lo Studio Giovanni de Francesco – con la mostra A New Golden Age of Guano, progetto installativo site specific immersivo realizzato dall’artista nei sette giorni precedenti l’opening. Un vero e proprio work in progress aperto al pubblico, adesso visitabile fino al 12 maggio.
Accompagnata da un testo dell’artista Valerio Nicolai, A New Golden Age of Guano nasce come analisi codificativa dei dogmi pittorici e non solo; rielaborazione sensoriale che spinge l’artista e il suo pubblico ad una riconsiderazione riguardante l’assetto consolidato della pratica, sempre più distante e strutturalmente preimpostata.
Ad emergere sono dinamiche percettive in equilibrio, una percezione scenica accompagna la scelta dei materiali, il modo in cui si accostano gli uni agli altri, il modo in cui dialogano, coesistono, si parlano e – nel mentre – parlano allo spettatore.
La tavolozza si anima di colori che prendono il sopravvento sull’opera finita e guidano la mano dell’artista in un atto esplorativo totalizzante e mai uguale; la staticità compositiva elude l’opera, lasciando spazio ad un complesso dinamismo materico che sovverte non solo la tela, bensì l’intero ambiente reso, per l’occasione, terreno sperimentale.
Un’indagine sui materiali – semplici, poveri, non troppo pretenziosi – pone le basi: la non consapevolezza stimola una crescente curiosità che pervade le pareti e si innesta nella mente dell’artista e del pubblico presente. La realizzazione in progress del lavoro permette al visitatore di esplorare l’idea celata dal gesto, il pensiero dietro la stratificazione graduale della sagoma iniziale che prende così possesso dell’ambiente, lo abita, lo determina e ne sancisce i confini.
Andrea Kvas, in una dinamica esplorativa, invita a riflettere sull’arte creando una modalità esecutiva giocosa, legata ad un processo esecutivo basato sull’istinto e sulla quasi-casualitá. Dinamiche che non si sottraggono totalmente al controllo, bensì lo rielaborano in chiave differente: una decostruzione pittorica allontana l’artista dal peso derivante da una tela vuota, ne modifica l’approccio privato ora di inutili formalismi generatori di barriere che ne impediscono la libera visione.
Le resine, sintetiche e naturali, insieme ai pigmenti, generano immagini pseudo-astratte; pareidolie visive che confondono ma, nel contempo, delineano figure riconoscibili appartenenti ad un condiviso pattern socialmente stabilito. Così, ciò che apparentemente appare forma indistinta, emerge dal suo sfondo, si distacca dal contenitore per divenire contenuto, per delinearsi ai nostri occhi, ancor prima nella nostra mente; riconosciamo le linee che la compongono, il cerchio nero che si trasforma in occhio, le sinuose pennellate bianche che diventano ali.
Partendo da questa immagine Kvas, prendendo possesso di Spazio Morris, la riproduce e la moltiplica, accompagna la sua espansione spaziale e osserva come, quest’ultima, riesce a interagire con ciò che la circonda, con gli oggetti presenti, con il pubblico in attesa.
L’opera va oltre la mera contemplazione poiché accoglie e abbraccia il mondo e noi; non si limita a esistere circoscritta in un formato, fissa in un punto, stabile nella sua compostezza, poiché si spinge oltre, al di fuori della tela, al di fuori dello spazio, al di fuori dell’immaginazione. La sua presenza è palpabile, non tace sommessa su di una parete bianca, la sua essenza stravolge le dinamiche abituali e pone lo spettatore in un’ottica partecipativa ed esperienziale, lo guida alla sua scoperta, lo accompagna verso l’acquisizione di una nuova consapevolezza riguardante il vero scopo di un’opera d’arte immersiva e non banale.
Andrea Kvas. A New Golden Age of Guano
6 aprile – 12 maggio 2024
Spazio Morris
c/o Studio Giovanni de Francesco
via Francesco Ingegnoli 13, Milano
Ingresso su prenotazione: +39 346 3165454
Info: spaziomorris10@gmail.com