MILANO | Davide Gallo | 5 febbraio – 5 marzo 2015
di MATTEO GALBIATI
Nella storia dell’arte diversi sono stati gli espedienti adottati dagli artisti per rapportarsi alla resa della rappresentazione dello spazio e del tempo, scendendo sempre a quei compromessi ai quali il linguaggio, da loro adottato, avrebbe ovviamente costretto e che, sempre, hanno condotto ad un’artefazione illusoria del risultato. Nella seconda metà del Novecento, complice il ricorso a nuovi strumenti tecnologici, che sono diventati mezzi espressivi atti a concepire e realizzare opere, le sperimentazioni sono aumentate portando ad esiti alquanto suggestivi e coinvolgenti. Il video, soprattutto, ha permesso di riproporre un’infinita elaborazione sperimentale che, utilizzando proprio codici penetrati nella sensibilità comune, come con il cinema e la televisione, ha restituito un’emotività nuova.
La videoarte, che però ancora in molti stentano a riconoscere come forma d’arte, ha spesso ragionato sull’identità del luogo e del tempo, registrando contingenze esclusive ed esiti insperati. Nel panorama internazionale tra i talenti emergenti – o ormai affermati – troviamo certamente l’israeliano Nir Evron (1974) al quale la galleria Davide Gallo di Milano ha dedicato una bella – coraggiosa quanto difficile! – mostra personale. Endurance porta all’attenzione del pubblico italiano l’ultimo video-film di Evron nel quale, con un raffinato concettualismo, riesce a trasformare, su pellicola, il tempo in spazio e viceversa.
Segno della sua capacità analitica nell’uso mezzo del cinematografico, l’artista ha prodotto una sequenza di circa una quindicina di minuti che, in una sala completamente oscurata, proietta una flusso di immagini “astratte”, recanti composizioni ortogonali di matrice puramente geometrica. Campi bianchi, neri, grigi, definiscono in variazione le forme definite. La pellicola scorre mentre le si ammirano e lascia fluire, sotto il nostro sguardo, questi “quadri” che si susseguono a ritmi differenti, per poi riproporsi in loop.
Quello che si vede, però, non è una ripresa di composizioni “esterne” o un loro montaggio empirico: Evron parte proprio dalla pellicola in 16mm – il cui uso non rientra in una visione nostalgico-vintage – per segnarla con forme che rimandano ad un’interpretazione degli ambienti del modulo abitativo della città di Rawabi, a nord di Ramallah, che costituisce l’abitazione tipo per molti palestinesi. Lo spazio abitativo viene suddiviso, parete per parete, calcolando la superficie occupata da porte, finestre e arredi e dallo spazio lasciato libero, i quali vengono poi riproposti con una quantità di forma-colore sul singolo shot.
Poi – qui subentra quell’interessante trasformazione dello spazio e del tempo – Evron fa durare la sequenza di ogni parete seguendo la proporzione 1m=5.4II, scala per creare una proporzione tra la dimensione metrica e la successione temporale corrispondente.
Il luogo reale si trasforma non solo secondo percezioni visive, ma anche attraverso sollecitazioni che rimandano direttamente a considerazioni mentali e concettuali. Il video, del resto, cattura l’attenzione e il rumore del proiettore scandisce questo film che narra di un luogo sconosciuto che, nella proposta di Evron, accentua il desiderio di una sua conoscenza e scoperta.
Evron, particolarmente sensibile – come molti artisti israeliani – alla situazione israelo-palestinese, riesce a parlare di una problematica sociale senza cadere in nessuno stereotipo forzato. La pellicola di celluloide tradizionale – e quindi la dimensione cinematografica che viene in essa implicitata – si offre in lui come unico mezzo, preciso e adatto, a descrivere la relazione spazio-tempo in quei termini, efficaci ed esatti, che dall’arte si sanno spostare anche ad una relazione con le circostanze della propria storia e della propria realtà.
Endurance, che con i video Oriental Arch del 2009 e A few moment del 2011 costituisce una trilogia che riporta a luoghi simbolo del conflitto irrisolto che imperversa tra Israele e Palestina, concede una schietta e severa lettura di un luogo lontano che occupa ora la nostra visione e il nostro tempo. Guardando il video, che si fa magnetico e ipnotico, esploriamo il perimetro interno di quella casa tipo e veniamo in contatto con un ambiente s-conosciuto e che, ora, siamo costretti a decifrare nella sua nuova realtà.
Ricordiamo – con un plauso a Davide Gallo che ce l’ha fatto conoscere in questa circostanza – che il Museo d’arte contemporanea di Tel Aviv dedicherà a Nir Evron una mostra monografica di notevole importanza nel corso del prossimo anno.
Nir Evron. Endurance
prodotto con supporto di New Fund for Cinema and Television, Israele
5 febbario – 5 marzo 2015
Davide Gallo
via Farini 6, Milano
Orari: da martedì a sabato 15.30-19.00
Info: +39 339 158 61 17
info@davidegallo.net
www.davidegallo.net