a cura di Sponge Arte Contemporanea
GuilmiArtProject intervista MADEINFILANDIA
L’Occhio di Sponge si sofferma, per questo quinto appuntamento, sulle Voci InDipendenti presenti con noi a Scicli (RG) in occasione di NUVOLE, un viaggio nell’arte indipendente, appena conclusosi nell’affascinante cornice barocca della cittadina siciliana. Fra queste “Voci” una ci colpisce particolarmente, quella di Pietro Gaglianò con cui ci confrontiamo lasciando fluire, fra spritz più o meno alcolici, parole e filosofie che condividiamo in gran parte e che hanno nelle relazioni umane il loro focus principale. Pietro ci racconta GAP e MADEINFILANDIA, strutture con le quali collabora.
Guilmi Art Project (GAP) è un progetto di residenza a Guilmi, in Abruzzo, dove Lucia Giardino e Federico Bacci aprono la loro casa, nel centro della cittadina, ad artisti che creano opere dialoganti con il paese e con la comunità che lo abita. MADEINFILANDIA, invece, è una short residence in Toscana, a Pieve a Presciano (AR). A dare corpo al progetto è soprattutto il confronto serrato tra gli ideatori Luca Pancrazzi, Claudio Maccari, Elena El Asmar e Loris Cecchini ed altri in un luogo fortemente connotato architettonicamente, una vecchia Filanda del XIX secolo.
Iniziamo questo viaggio di andata, da Guilmi Art Project a MADEINFILANDIA, in attesa del ritorno…
Tra le cose che ci uniscono c’è un Solido alle intemperie di Fabrizio Prevedello, costruito a pochi mesi di distanza nelle due situazioni, che in entrambi casi si sfalda con l’andare del tempo e deve essere fotografato a distanza di un tempo stabilito, per documentarne il passaggio dallo stato scultoreo a quello pittorico. Per quell’opera effimera, a Guilmi, Fabrizio è responsabile di fronte ad un’intera comunità di pubblico, la quale, non essendo addetta ai lavori, s’interroga sul perché di quell’atto artistico, di cui a breve, non solo non rimarrà più nulla, anzi che in parte contribuirà al deterioramento della costruzione su cui si colloca. In che contesto, invece, viene letta l’opera di Fabrizio Prevedello a Madeinfilandia? Di che tipo di responsabilità si carica un artista nel vostro contesto?
Madeinfilandia si fonda sulla volontà di accogliere gli artisti al di fuori di qualsiasi tipo di condizionamento. È uno spazio di possibilità aperte, realizzato da artisti per artisti. Questo facilita molto, e semplifica, le questioni legate al tipo di linguaggio e all’intelligibilità dall’opera da parte del pubblico. Il breve periodo in cui gli artisti abitano la filanda viene interpretato come un intervallo in cui gli autori si confrontano con altri artisti e con una situazione di distensione dove possono scegliere di dare un esito formale alle visioni maturate in questa fase oppure no. Pensiamo che sia proprio l’assenza di sollecitazioni alla formalizzazione a portare ad una produttività sorprendente. In questo senso l’artista, almeno qui, si deve interrogare solo sulla responsabilità rispetto al proprio lavoro.
Che valore date agli artisti che invitate a Madeinfilandia?
In realtà Madeinfilandia adotta un processo non gerarchico nella scelta degli artisti, che vengono invitati a partecipare a un dialogo tra pari. Questo permette di trovarsi in uno stesso piano di confronto con giovani, emergenti e con autori già affermati e famosi. Oltre alla valutazione sulla integrità del lavoro, l’unico criterio che guida la scelta è la ricerca di una facilità relazionale, del piacere nella convivialità. A volte, da inviti scaturiti per empatia sono nate profonde amicizie.
Qual è lo spirito che vi ha mosso la prima volta e che vi muove ad ogni edizione?
Tutto è nato attorno a un tavolo, in una conversazione tra amici artisti e non. E questo è stato sempre lo spirito che ha guidato le successive edizioni: una specie di disarmo rispetto agli imperativi del presenzialismo, della giustificazione linguistica e formale, delle relazioni strategiche. Continuiamo a dare vita a Madeinfilandia perché riteniamo che sia necessario questo nutrimento per l’intelletto e per l’anima, questa astensione rispetto alla finalità, questo lusso di poter ancora difendere uno spazio di totale libertà dell’arte rispetto alle logiche di un sistema (o di una serie di sistemi) in cerca di definizioni sempre più costringenti.
Credete che Madeinfilandia possa spostare l’asse della conoscenza, dell’apprezzamento dell’arte? Quanto vi interessa questo discorso sui “massimi sistemi” e sulla responsabilità dell’arte?
Ognuno di noi compie una propria ricerca, in cui si interroga su temi, su alfabeti formali, e qualcuno anche sui massimi sistemi. Inevitabilmente il progetto che scaturisce da questi incontri porta i contributi di tutti, e forse è proprio grazie a questa complessa poliedricità che Madeinfilandia, pur senza adottare un manifesto, sta segnando la via per una possibilità diversa di conoscenza dell’arte, una specie di zona franca dove si recupera la facoltà del confronto e dell’approfondimento, e dove il pubblico stesso può entrare in contatto con i processi senza le mediazioni degli spazi espositivi cosiddetti deputati e senza la costruzione concettuale della critica.
Madeinfilandia è un atto politico?
Sì, certo. È un atto di autonomia, di differenziazione, di intenzione precisa nel definire l’arte come bene irrinunciabile. In questo senso lo possiamo interpretare come un atto politico.
Quali sono le tappe di Madeinfilandia, dall’invito degli ospiti, fino ai giorni della manifestazione?
Gli ospiti vengono invitati nell’arco di un certo numero di mesi, cercando di creare una compagine eterogenea e trasversale. Circa un mese prima del loro arrivo inizia il lavoro organizzativo, con la pianificazione della logistica, dell’accoglienza, della comunicazione. All’arrivo (di solito di domenica) gli ospiti iniziano a entrare in contatto con gli spazi, con l’ambiente, con l’atmosfera. Alcuni ci sono già stati, altri, che abitano nei dintorni, cominciano a frequentare lo spazio anche prima. I giorni che precedono l’apertura al pubblico (che è dal venerdì successivo fino alla domenica) sono il vero cuore di Madeinfilandia. È lì che succede tutto: gli incontri, le lunghissime conversazioni, la ricerca di un posto, la concretizzazione dell’idea, o il suo volo in forme lievi, che rimangono come patrimonio esclusivo di chi ha fatto parte di questo viaggio.
Poi, dal venerdì, c’è l’apertura al pubblico, caratterizzata da un calendario di appuntamenti che comprendo performance, incontri, azioni, proiezioni. Oltre ai momenti conviviali e naturalmente alla festa serale.
Quali sono i momenti a cui assegnate maggior valore?
Ogni momento in cui un artista si addentra nella propria ricerca.
Da visitatori, abbiamo sperimentato varie formule a Madeinfilandia (l’ingresso con il regalo di un multiplo d’artista; l’acquisto di piccole opere donate dagli artisti; pasti – buonissimi, complimenti al cuoco! – a prezzi simbolici), etc… Queste iniziative a cosa servono di più? Servono per finanziarvi o coprire i costi, fanno “spirito di squadra” o creano semplicemente momenti conviviali?
Madeinfilandia non riceve nessun tipo di finanziamento. Si basa sull’autoproduzione, sulla generosità di Arturo Ghezzi che mette a disposizione spazi e strutture e sulla partecipazione di amici e appassionati che condividono con noi l’idea che un luogo del genere debba continuare a esistere. Tutte le operazioni di merchandising e raccolta fondi sono finalizzate a questo obiettivo, e sono appena sufficienti a coprire le spese. A nessun artista è stato mai chiesto il minimo impegno economico: è questo che vogliamo difendere soprattutto.
Come si finanzia Madeinfilandia? Avete aspirazioni di profitto o ambizioni professionali legate a Madeinfilandia?
Non abbiamo mai pensato che Madeinfilandia potesse aspirare al profitto. I finanziamenti sono quelli di cui abbiamo detto prima. E sulla sua professionalizzazione molto si dibatte, ma per ora siamo convinti che sia necessario mantenere questo carattere che è in parte transitorio, l’unico che garantisca una totale libertà di azione rispetto alle scelte.
Da una a tre ragioni per cui qualcuno che non è interessato all’arte, si dovrebbe recare a Madeinfilandia.
Perché è uno spazio non condizionato da logiche mercantili o egemoniche.
Perché l’arte è il più importante tra i piaceri che si trovano a Madeinfilandia ma non l’unico.
Perché siamo sexy…
Guilmi Art Project
via Italia 30, Guilmi (CH)
Info: +39 349 5745922
guilmiartproject@gmail.com
guilmiartproject.wordpress.com
MADEINFILANDIA
via Migliari, Loc.Filanda
Pieve a Presciano, Pergine Valdarno (AR)
Info: +39 0575 897183
info@madeinfilandia.org
www.madeinfilandia.org
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