VERONA | ArtVerona | 16 – 18 ottobre 2015
Intervista ad EVA COMUZZI di Francesca Di Giorgio
Dodici maestri indiscussi dell’arte internazionale, tra cui Boetti, Pascali, Griffa e Tobey in dialogo con cinquanta giovani artisti. Questa la base del concept di SomeVelvet Drawings che conferma la natura da project fair di ArtVerona, indirizzo rafforzato da alcuni anni da Andrea Bruciati con il format Artes. Progetto nel progetto, dunque, sul filone del precedente 2000Maniacs, incentrato sulla pittura. In SomeVelvet Drawings si parla invece di disegno con la curatela di Eva Comuzzi che, ormai da anni, collabora con ArtVerona dai primi progetti di Andrea Bruciati, quando ancora non era direttore della fiera, da Argonauti a The Gentlemen of Verona, fino a partecipare ai talk I benandanti e On stage/Capsules ed, infine, a curare le mostre video Le lacrime degli eroi e Noli me tangere.
Maestri e giovani a rapporto, dicevamo, dove il confronto messo in atto non verte sui “masterpiece” bensì sulla “forma primaria” del disegno e suoi sconfinamenti, di cui abbiamo parlato con Eva Comuzzi…
Some Velvet Drawings nasce in un contesto già avviato, all’interno del format Artes ideato da Andrea Bruciati. Come dialoga con ArtVerona e come si definisce rispetto alle esperienze precedenti?
Continua ad esserci una particolare, se non esclusiva, attenzione nei confronti delle giovani generazioni di artisti, con la volontà di farli conoscere ed apprezzare non solo al grande pubblico ma anche e soprattutto ai collezionisti. Per quanto concerne invece la parte concettuale dei miei progetti precedenti, nonostante i mezzi siano variati, passando dal video al disegno c’è, in entrambi i casi, qualcosa che ha sempre a che fare al contempo con la tattilità e l’evanescenza. Le lacrime degli eroi raccontava, attraverso il video, di una scultura che cambia, che quasi si scioglie, divenendo qualcosa di fluido e intangibile; dall’altro lato, Noli me tangere, trattava la difficoltà dei sentimenti espressa da Michelangelo Antonioni, messa a confronto con la difficoltà del contatto nella società odierna. Infine Some Velvet Drawings parla della delicatezza e fragilità della carta che però può farsi anche scultura. In tutti i casi vi è, inoltre, uno sconfinamento continuo. L’impossibilità di definire qualcosa, dove definire però è fondamentale per poter mettere ordine.
Come avete concepito il display espositivo?
Cercando di dare valore ad ogni singola opera. Mentre l’anno scorso la mostra 2000Maniacs, dedicata alla pittura, si era distinta per l’aspetto dinamico e performativo, mettendo prevalentemente in luce il temperamento ossessivo-lesivo del pittore, Some Velvet Drawings porterà l’attenzione verso la dimensione silenziosa e intimista del disegno, quella che spesso, ancora oggi, è traccia di una prima, immediata, intuizione.
Semplice e, allo stesso tempo, molto complesso il disegno rappresenta spesso un modo alternativo per entrare in contatto con il modo di “fare arte” dell’artista.
Cosa avete “scoperto” valutando le opere dei Maestri e dei giovani coinvolti?
Che il disegno rimane sempre la parte più autentica, pura, immediata dell’artista. Che è fondamentale per comprenderne immediatamente la poetica, perché non riesce a celare nulla.
Il disegno come “inizio” ma anche come “fine”… Cosa ci dici sul concetto di processualità, completezza interno all’opera e sulla ri-definizione dei confini con altre tecniche?
Questo è proprio un punto che emerge nell’allestimento, dove sono affiancate e messe a confronto modalità diverse di approccio a questo mezzo. Ci sono, infatti, semplici abbozzi, quasi degli schizzi e dunque quel frammento che oggi raggiunge non solo una “parità di genere”, ma spesso si considera anzi la prassi con cui un’opera viene presentata, e disegni così definiti da sembrare delle pitture; ci sono dei collage, come pure una stampa che simula il disegno, disegni a matita, penna, pastello, oli e a punta secca o d’argento. Carte preparate o già colorate… Non a caso ho sempre voluto parlare di opera su carta più che di disegno, dove è proprio il supporto ad essere protagonista. Supporto delicato, fragile, ma che spesso può prendere anche la forma di una scultura. Ed è in questo caso che si ricollega il discorso sulla processualità al quale più volte ho fatto riferimento, pensando anche ai precedenti progetti video, da Le lacrime degli eroi a Noli me tangere, nei quali vi era sempre in atto un cambiamento repentino e dunque una processualità continua che rifletteva anche sullo sconfinamento delle tecniche.
Artes | Some Velvet Drawings
a cura di Eva Comuzzi
in collaborazione con Andrea Bruciati
Vito Acconci, Vincenzo Agnetti, Stefano Arienti, Alighiero Boetti, Giuseppe Capogrossi, Giuseppe Chiari, Francesco Clemente, Giorgio Griffa, Giulio Paolini, Pino Pascali, Mario Schifano, Mark Tobey in dialogo con 50 giovani artisti.
Artisti selezionati: Giuseppe Abate, Bari, 1987; Lorenzo Aceto, Pescara, 1985; Paola Angelini, San Benedetto del Tronto (AP), 1983; Adriano Annino, Napoli, 1983; Manuel Baldassare, San Vito al Tagliamento (PN), 1979; Thomas Braida, Gorizia, 1982; Nicolò Bruno, Milano 1989; Anna Capolupo, Lamenzia Terme (CZ), 1983; Jacopo Casadei, Cesena (FC), 1982; Stefano Cumia, Palermo, 1980; Luca De Angelis, San Benedetto del Tronto (AP), 1980; Francesco De Grandi, Palermo, 1968; Fabio De Meo, Latina, 1986; Andrea Dojmi, Roma, 1973; Sabino Donda, Palmanova (UD), 1970; Ilaria Fasoli, Mirano (VE), 1992; Matteo Fato, Pescara, 1979; Marina Ferretti, Pordenone, 1982; Eckehard Fuchs, Alzenau/Wasserlos, (Germania), 1975; Pascal Gadaleta, Ruvo di Puglia (BA), 1988; Anna Gramaccia, Perugia, 1980; Andrea Grotto, Schio (VI), 1989; Luca Macauda, Modica (RG), 1979; Francesco Maluta, Lovere (BG), 1983; Dacia Manto, Milano, 1973; Dario Molinaro, Foggia, 1985; Elena Monzo, Orzinuovi (BS), 1981; Lorenzo Morri, Jesi (AN), 1989; Andrea Nacciarriti, Senigallia (AN), 1976; Valerio Nicolai, Gorizia, 1988; Alessio Onnis, San Gavino Monreale (CA), 1979; Dario Pecoraro, Milano, 1984; Alessandra Piga, Cagliari, 1989; Ettore Pinelli, Modica (RG), 1984; Greta Pllana, Durazzo, (Albania), 1992; Barbara Prenka, Gjakova, (Kosovo), 1990; Paolo Pretolani, Assisi, 1991; Agne Raceviciute, Klaipeda, (Lituania), 1988; Giovanni Sartori Braido, Mestre (VE), 1989; Giulia Martina Serafini, Milano, 1990; Mario Scudeletti, Treviglio (BG), 1980; Mattia Sinigaglia, Sirmione (BS), 1989; Chiara Sorgato, Padova, 1985; Kristian Sturi, Gorizia, 1983; Federico Tosi, Milano, 1988; Sulltane Tusha, Durazzo, (Albania), 1988; Marco Useli, Nuoro, 1983; Lucia Veronesi, Mantova, 1976; Adriano Valeri, Milano, 1987; Vinicio Venturi, Firenze, 1971.
16 – 18 ottobre 2015
ArtVerona | Art Project Fair
Veronafiere, pad. 12
Appuntamento: sabato 17 ottobre ore 14.00 talk di Eva Comuzzi su progetto e opere su carta
Info: www.artverona.it