PRATO | Villa Rospigliosi | Fino al 19 marzo 2023
ChorAsis si occupa di indagare quelle relazioni che esistono tra il passato e il presente, guardando a entrambi attraverso uno sguardo concreto e contemporaneo. Il progetto culturale svolge la sua azione di ricerca presso gli spazi della storica Villa Rospigliosi di Prato, un luogo in cui storia, natura e arte si armonizzano in un dialogo senza tempo. Gli artisti sono invitati a leggere e interpretare gli spazi con creazione di opere ed interventi site specific pensati in questo e per questo sito, nella massima libertà artistica. L’attenzione di ChorAsis si pone sul processo creativo della genesi dell’opera, col fine di ristabilire il fondamentale rapporto tra l’opera , lo spazio e lo sguardo di chi la osserva. Chiara Bettazzi è la dodicesima artista invitata da ChorAsis. Soggiorno è un lavoro nato da una residenza di quasi sei mesi tra gli ambienti più nascosti e dimenticati della storica dimora. Soffitta, cantine, rispostigli, stretti passaggi di un’antica servitù e poi angoli del parco, garage, ex vinsantaie, locali adibiti a lontane e oggi nuove attività produttive, divengono quei luoghi in cui l’artista attraverso una sensibilità naturale e il gesto, si appropria di banali e quotidiani oggetti una volta scartati e allontanati, trasformandone l’uso e la forma in un montaggio continuo, restituendo un nuovo valore legato all’ibridazione di naturale e artificiale. – Carla Carbone. Estratto dal testo L’orizzonte delle cose, Mirco Marino.
“Soggiorno è un progetto installativo site-specific di Chiara Bettazzi per gli spazi di Villa Rospigliosi. Il processo artistico che ha portato alla definizione di una mostra compiuta ha avuto inizio con una mappatura preliminare tanto dei luoghi della villa quanto degli oggetti che li abitano. È stato così possibile individuare quegli spazi che sono a loro volta dei mondi a sé, in cui il senso si sviluppa a seconda della loro architettura, della loro storia, di ciò che contengono e del modo in cui essi sono quotidianamente vissuti. La comprensione dello spazio a partire dal sincretismo di ognuno di questi elementi ha portato alla decisione dell’artista, per la prima volta all’interno della propria ricerca, di intervenire sullo spazio unicamente con gli oggetti trovati nei luoghi della residenza. Questo le ha permesso di lavorare per sineddoche, l’oggetto diventa la parte del tutto, il rimando significativo che ha in sé tutte le caratteristiche del mondo da cui proviene. La villa è diventata ben presto un grande sito di esplorazione, non della grande storia e delle epoche, ma del vissuto. Attraverso gli oggetti stipati in armadi, lasciati in soffitta, impolverati nei ripostigli, Chiara Bettazzi ha ridato vita e tempo a delle cose il cui tempo era ormai infinito, e quindi indifferente. La natura quotidiana e dimessa degli oggetti scelti mira esattamente a de-identificare la preziosità storica del luogo, sovvertendo il significato di reperto e dando un nuovo valore a ciò che, nonostante l’essere stato parte di un proprio presente, era ormai caduto in disuso. Le cose sono allora pensate come parte di un presente indefinito, il presente esatto della loro vita in quanto oggetti d’uso, che per similitudine prende forma nel presente esatto dello scatto fotografico. Nasce così il ciclo inedito Soggiorno, una serie di composizioni che interlacciano i più tempi presenti e i più spazi di provenienza in un unico momento. Un antico busto aldobrandino è posato su dei tappi di cristallo, un faldone dalla soffitta è piedistallo per un vaso di fiori in ceramica, un tubo di gomma acquista un carattere scultoreo nell’articolare la tensione del proprio materiale attorno a delle sedie. Ogni cosa assomiglia a sé stessa, ma è in un montaggio continuo di tempi distanti, come di funzioni, che l’inaspettato prende forma e dimensione. Così oggetti da giardinaggio trovati in un garage inquadrano marmi ottocenteschi, delle piante trovate nel bosco germogliano tra i tubi in metallo di un carrello portapacchi. Il tutto crea un’immagine continua, che si espande e si contrae nella fattoria che l’artista ha scelto come luogo su cui intervenire. Le fotografie di grandi dimensioni sono momenti architettonici, visioni installative che si fondono con il loro nuovo contesto. La distanza tra presentazione e rappresentazione è posta al suo limite, caratterizzando la liminalità dello spazio e del tempo.
Le fotografie di Soggiorno appaiono allora come vive in un paradosso: sono soglie verso un altro mondo e un altro tempo e nello stesso momento sono profondamente legate allo spazio che occupano e al presente. In una nuova contrazione e distensione dello spazio una nicchia di grandi dimensioni si sviluppa in mostra in un unico movimento visivo, creando l’immagine iconica dell’intervento di Chiara Bettazzi nella villa. All’interno della nicchia su mensole in vetro invisibili, composizioni di oggetti, materiale organico e inorganico, gesso, cenere ed elementi carbonizzati fioriscono nello spazio. La nicchia di Soggiorno possiede il ritmo del gesto che l’ha creata, è dinamica ed evanescente nel costringere l’occhio a fare balzi alla ricerca del dettaglio fuori luogo, del mistero dietro alla tenda in plastica che lascia intravedere, della profondità del tempo. Non c’è niente di tutto questo, non esiste un sentimento mistico dietro alla composizione, non c’è religiosità occulta, ma solo oggetti, pezzi di quotidiano, intromissioni e interruzioni di spazi e di tempi che si confondono e si contraddicono, ma che infine rimangono sempre lì sulla soglia, a lasciarsi guardare nella loro banalità di cose e straordinarietà di opere. Chiara Bettazzi non parla tanto dell’esistenza, quanto della vita, ciò che crea è una sospensione perpetua. L’artista si muove nello spazio guidata da un pensiero formale, in cui l’oggetto asciugato da ogni sentimento d’affezione è status di un mondo nel mondo. È così che attraverso la collisione tra contenuto e forma, tra consueto e alienato, ogni opera diventa accesso a un’esplosione di mondi che sono e che sono stati. La mostra Soggiorno mira in questo senso a restituire quel sentimento di liminalità dello spazio espresso dalle opere, rendendo chiaro come la ricerca di Chiara Bettazzi sia profondamente visuale in una continua trasformazione del gesto in immagine.”
Chiara Bettazzi. Soggiorno
a cura di Mirco Marino
Direzione artistica
ChorAsis – Lo spazio della visione
Fino al 19 marzo 2023
Villa Rospigliosi
via Firenze 83, Prato
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