PIETRASANTA | Kyro Art Gallery | Presentazione libro d’artista sabato 9 ottobre 2021
Intervista a SIMONCINI.TANGI di Livia Savorelli
L’occasione di questo intenso scambio con Simoncini.Tangi è l’imminente presentazione alla Kyro Art Gallery di Pietrasanta, sabato 9 ottobre, di [Origo] Fenomenologia del tempo, il primo libro d’artista del duo edito Boîte Editions. Attenti osservatori delle “(in)visibili connessioni tra noi e il tutto” hanno concepito il progetto editoriale, basandosi su una pluriennale ricerca sulla natura e sul tempo, quale organismo vivo, innestando il seme di una “consapevolezza biologica e generativa dell’arte”.
Attraverso il racconto di [Origo] Fenomenologia del tempo, ripercorriamo i punti nodali della loro poetica…
Ho sempre pensato che realizzare un libro d’artista fosse un processo complesso di sintesi della poetica di un/una artista e che esso dovesse rappresentare un perfetto equilibrio di forma e contenuto, dovendo soddisfare sia i requisiti fondamentali di libro quanto quelli di oggetto da collezione. Vi trovate d’accordo?
Ci raccontate come nasce l’occasione di questa collaborazione con Boîte Editions e come avete concepito lo sviluppo del progetto editoriale? Mi piacerebbe partiste da questa frase da voi scritta negli scambi di questi giorni: «Origo è anche questo: una stratificazione di ricordi, incontri, studi e confronti tra natura e persone»…
[Origo] Fenomenologia del tempo cammina sui margini di un libro d’artista e realizzarlo è stato senz’altro un processo lungo e complesso. Tornare indietro e guardare, raccogliere, scegliere, semplificare per mantenere solo l’essenziale, non è stato semplice. Non volevamo fare una descrizione biografica o cronologica, ma ci interessava raccontare la nostra poetica – fortemente in bilico tra arte e tecnica, tra scienza e poesia, tra materiale e immateriale – mostrando la ricerca di anni sulla natura e sul tempo. Ecco l’idea: creare un libro in cui forma e contenuto si stratificassero l’una dentro l’altra, similmente ad un organismo vivente. I corpi non sono forse la sintesi di strati, tessuti, cellule, circolazione linfatica e così via? In questo senso Origo è proprio un corpo: una stratificazione di ricordi, incontri, studi, confronti tra natura e persone che hanno contribuito e partecipato alla realizzazione delle nostre opere, dal 2006 (quando abbiamo iniziato a lavorare insieme), sino ad oggi, per tentare di condurre il lettore vicino all’origine della materia, al mondo invisibile dei microorganismi, delle cellule, dei semi.
“Tra queste pagine di fibre naturali sono racchiusi tanti discorsi: il racconto ecologico, che riflette sull’ambiente in cui gli organismi/opere nascono, crescono e si mettono in relazione con l’altro; la classificazione accurata di fenomeni e accadimenti artistici (…); gli esperimenti sul campo, fatti di semine e metamorfosi; la ricerca continua di visioni nuove del mondo attraverso l’osservazione della natura (…), come fenomeno che si trasforma nello spazio e, soprattutto, nel tempo”. (1)
L’incontro con Boîte Editions inizia nel 2010 con l’articolo di Federica Boragina, Simoncini.Tangi: Arte come acqua, in «boîte», n.5 – rivista in scatola, dedicata alle arti visive – e prosegue nel 2013 con “Simoncini.Tangi”, pubblicato in «Titolo», rivista scientifico-culturale d’arte contemporanea, con il testo sempre a cura della Boragina. Nel 2019 in occasione della presentazione di un progetto editoriale di Boîte a Firenze, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere di persona Federica e Giulia e così comincia a prendere forma l’idea di un progetto editoriale, capace di mostrare la nostra attenzione ai microcambiamenti della materia e del tempo.
Nonostante in questi due anni sia successo di tutto, sia a livello personale sia artistico, per non parlare ovviamente del Covid, nel maggio del 2021, dopo un attento e costante dialogo con Boîte, con il sostegno della cartiera Favini e con la collaborazione grafica di Sara Murrone, è nato Origo: una forma viva che riassume ciò che per noi è l’essenza di un Libro d’artista.
Il libro è concepito come organismo vivente, si compone di una serie di racconti attraverso la materia. La spirale, come inizio, come simbologia ma anche struttura fisica del libro, la carta Favini Crush (ecologica perché realizzata con gli scarti della frutta) scelta in diverse varianti in base al capitolo da accogliere, fino al seme finale. Un flusso generativo della vita dei vegetali, un “corpo della natura” così connesso a quello dell’uomo… Come avete concepito l’approccio del lettore a questo progetto editoriale? Possiamo dire che la vostra volontà fosse di attivare un processo conoscitivo ma soprattutto generativo?
Origo è pensato come un organismo capace di cambiare forma: le pagine si aprono e si chiudono, si espandono e si contraggono come un respiro e attendono di essere lette senza fretta. È un libro che, da una parte, ci chiede di prenderci del tempo per conoscerlo e scoprirlo, dall’altra, la forma ispirata agli schedari ed erbari lo rende una costruzione semplice, in cui è possibile entrare e uscire in qualsiasi momento. È dunque, un libro in fieri, un’opera vegetale, pronta a trasformarsi tra le mani del lettore o attraverso lo sguardo del collezionista: può essere aperto, letto, analizzato e sfogliato, oppure ascoltato, osservato come si guarda, un albero, una pianta, una scultura. La struttura della cover spinge il lettore a guardare la spirale, attraverso il foro e, se si ha la pazienza di aprirla lentamente, si srotola come una coperta aiutando l’osservatore a scoprire l’immagine di un seme, conservata e protetta alla fine del libro. Guardare attraverso “un buco” è un modo per concentrare la visione e, similmente allo sguardo del biologo di fronte al microscopio, è compiere un’incursione nella complessità della materia, abbattendo il limite tra l’interno e l’esterno.
La carta Favini Crush, prodotta con gli scarti dell’industria agro-alimentare, ci ha interessato non solo per il progetto di economia circolare ed ecologica, ma principalmente per la storia che lo scarto porta con sé. Macinare è mescolare, impastare la vita delle piante a quella degli uomini e all’ambiente: lo scarto è sedimento, racconto della vita di una pianta, quando è stata seminata, aiutata a crescere, raccolta, mangiata e, in quanto tale, non può essere semplicemente buttato ma merita di tornare a nuova vita, in questo caso, sotto forma di carta. In fondo la carta è da sempre “la memoria vegetale” dei nostri ricordi e pensieri, ci siamo affidati a lei fin dall’antichità per tramandare e custodire le nostre storie. In questo senso forse Origo, attraverso la “nuova vita” dell’Uva, degli Agrumi, dell’Oliva, delle Mandorle e del Mais, suggerisce di osservare le (in)visibili connessioni tra noi e il tutto, attivando una consapevolezza “biologica” e “generativa” dell’arte. Un libro stampato in edizioni limitate (suddivise in esemplari Deluxe – interventi manuali corredati da un’opera unica – Special – con una stampa fotografica annessa al libro – e le Basic), che si dispiega come un organismo vivente: “ogni pagina è un’entità capace di moltiplicarsi, talvolta fisicamente, talaltra nella mente di chi legge, con l’intento di svelare, silenziosamente la magia della natura”. (5)
Parliamo dei vari capitoli che si susseguano come in un Erbario. Mi piacerebbe approfondiste in particolare Entaglement – Connessioni con le fotografie della serie Grazing…
Gli erbari ci hanno sempre affascinato, perché frutto della collaborazione tra artisti, biologi, stampatori e storici, perciò ispirarci al loro procedere analitico, sistematico e morfologico, ci è sembrato un metodo efficace per archiviare le varie tematiche. Entanglement raccoglie performance, progetti di arte partecipata, ma anche alcune opere quali ad esempio Grazing, che riflettono sulla relazione e interdipendenza tra noi e il tutto. “L’entanglement è un fenomeno quantistico e significa letteralmente ‘groviglio’, ‘intreccio’ (…). Le forme dell’essere non possono essere separate le une dalle altre: il tempo e le cose si creano e si ricreano intrecciandosi in grovigli di azioni e reazioni”. (6)
Il cambiamento di un evento naturale, anche minimo, comporta ripercussioni impensabili nel mondo circostante e la serie di Piume sull’acqua e su Calice, sono state per noi un pretesto per cogliere il momento in cui i corpi sfiorandosi, interagiscono divenendo altro. Lo scatto fotografico interrompendo il normale fluire del tempo, cattura l’attimo e, rendendolo eterno, mostra il deformarsi inevitabile della materia, quando viene sfiorata, accarezzata o peggio aggredita. Grazing coglie l’istante in cui una piuma, seppur leggerissima, cadendo sull’acqua, ne modifica la superficie liscia, generando onde concentriche; l’acqua si solleva, si allarga e accoglie la piuma, la quale impregnandosi del nuovo elemento, sprofonda leggermente, mutando la forma.
Nel vostro percorso, vi siete già confrontati con progetti editoriali particolari, penso ad esempio alla collaborazione avuta nel 2016 con la rivista BAU Contenitore di Cultura Contemporanea per il numero Tredici della rivista. Il progetto è strettamente connesso ad un vostro lavoro molto suggestivo, Abito vegetale #Kimono. Carta, pieghe, memoria, stratificazione per riempirsi di natura… lo stesso lavoro che compare nel capitolo Morfologia – Radici di [Origo] Fenomenologia del Tempo.
Siamo molto grati a «Bau», per l’invito a partecipare al progetto Dress #Codex, perché in quest’opera siamo riusciti a far confluire la passione per la cultura orientale con quella tessile di Prato. Il Kimono nasce come ispirazione alla poetica giapponese dello Shirin-Yoku (Bagno di foresta). Immergersi nei boschi è un modo semplice per trovare benessere e serenità, ma il biologo americano O.Wilson, ci ricorda che “per noi è una necessità biologica immergersi nel mondo vegetale e in tutto quello che gli somiglia: mobili, abiti, oggetti di arredamento ci attraggono maggiormente se simili alle forme vegetali”. (7)
Abito vegetale #Kimono è un abito vegetale, fatto di parole e immagini fotografiche di cortecce e radici, stampate su carta da lucido. La parola abito si connette, inevitabilmente, a quella del tempo e dello spazio: habitus, habitat, abitare; parole che si ripetono come un mantra, sulla carta da lucido, in lingue differenti, creando una texture multietnica, cucita alle immagini, mediante tracciati irregolari. Le trame della cucitura e degli zig zag sono linee spontanee piante vagabonde, che crescono ai margini delle strade. In alcuni parti dell’abito, la carta si arrotola, come un papiro, mentre le pieghe, richiamando la magia dei ventagli cinesi e giapponesi, alludono al concetto della materia che si avviluppa creando pieghe e texture di G. Deleuze.
Gli aghi da cucito, che tengono unite le immagini al manichino, ricordano anche i principi dell’agopuntura cinese; la cura del corpo e dell’equilibrio del Qi, l’energia vitale.
La carta come memoria e stratificazione, che trattiene il tempo, è un elemento chiave anche della serie Missing, ispirata dalla psicoanalisi del fuoco di Bachelard…
La carta ha già una sua storia: il processo di sedimentazione, di macinazione, il tempo per prepararla e raccogliere il materiale è quella stratificazione di ricordi, pensieri e azioni di cui parla H. Bergsòn. Ma per la serie Missing cercavamo qualcosa in più, avevamo bisogno che la carta entrasse in intimità con la fiamma, in modo autentico e semplice, mostrando le tracce della sua origine. Le fibre della carta di riso giapponese di 60 anni – trovata dopo varie ricerche – non essendo imprigionate da un collante industriale, possono muoversi, respirare e interagire con l’aria, l’ambiente e i nostri respiri. Due legni si sfregano e si accende una fiamma, che consuma la materia, un soffio di un respiro e la fiamma si spegne, il fumo si disperde nello spazio.
In Missing, i fiammiferi spenti e attorcigliati ci ricordano che la fiamma è scomparsa e la materia si è trasformata in cenere. Nella Psicoanalisi del Fuoco (8), il filosofo e alchimista G. Bachelard, parla del fuoco come di un’immagine di intensità e lo coglie nelle sue intime contraddizioni: la poesia della fiamma, il conforto del focolare e il calore che riscalda si contrappongono alla violenza che irrompe bruciando tutto, alberi e intere foreste. Un fiammifero che brucia e si spegne, ci parla dello Jin e dello Jang, di amore e poesia, di morte e silenzio, rendendosi testimone silenzioso della duplicità della vita.
Sono state previste delle edizioni Deluxe con interventi in foglia d’oro. Che significato attribuite a questa ulteriore stratificazione, c’è un riferimento al “curare la ferita” dell’arte giapponese?
Le edizioni Deluxe sono 10 esemplari con interventi manuali: cuciture, disegni, incisioni, scotch e foglia oro 24 kt. Applicare l’oro, simbolo alchemico di luce e immortalità, su alcune pagine del libro è un espediente per rafforzarne la poetica e lasciare che le opere possano trasmutarsi in una nuova forma o uscire del libro, divenendo un’opera vera e propria, come nel caso di Siccità.1 e Impronte. Gli scatti fotografici presenti in Origo appartengono a Microcambiamenti, un progetto del 2010, ideato a Cancelli durante Manufatto in Situ/4 a cura di Viaendustriae. Le foto scattate nella cava documentavano i micro-cambiamenti, i segni e le tracce che il tempo e gli animali hanno lasciato nella materia, che asciugandosi si frantumava, scagliandosi come terra arida.
Intervenire con l’oro in quelle crepe e in quelle tracce è stato naturale; era necessario portare luce e vita nelle ferite della terra, ricucire gli strappi e rinsaldare le fratture. Nella cultura giapponese non si butta niente, ciò che è rotto, imperfetto, deve essere rinnovato e curato; Kintosugi, l’arte di riparare ceramiche rotte congiungendole con l’oro, ci insegna che le cicatrici possono essere trasformate: la ferita è il luogo in cui la luce entra in noi. La luce scende nel buio dell’anima portando calore, là dove non arrivano né l’occhio né la mano, come scrive in proposito Novalis.
SIMONCINI.TANGI
[Origo] Fenomenologia del tempo, Boîte Editions, 2021
Presentazione sabato 9 ottobre dalle 17.00 alle 20.00
Kyro Art Gallery
Via P.E. Barsanti 27, Pietrasanta (LU)
Info: www.kyroartgallery.com
info@kyroartgallery.com
1 F. Boràgina, G. Brivio, [Origo] fenomenologia del tempo, Boîte Editions, Lissone 2021, p.4
2 F. Boràgina, Simoncini.Tangi: Arte come acqua, «boîte», n.5, primavera 2010
3 F. Boràgina, Simoncini.Tangi in «Titolo», n.6, Rubbettino editore, Perugia 2013, pp.30-32
4 U. Eco, La memoria vegetale, Bombiani editore, Milano 2011
5 F. Boràgina, G. Brivio, [Origo] fenomenologia del tempo, Boîte Editions, Lissone 2021, p.4
6 F. Boràgina, G. Brivio, [Origo] fenomenologia del tempo, Boîte Editions, Lissone 2021, p.39
7 F. Boràgina, G. Brivio, [Origo] fenomenologia del tempo, Boîte Editions, Lissone 2021, p. 26
8 G. Bachelard, L’ intuizione dell’istante-La psicoanalisi del fuoco, trad. it M. Bianchi, Dedalo edizioni, 2010