MILANO | PoliArt Contemporary | 22 febbraio – 18 aprile 2020
di MATTEO GALBIATI
Ho sempre avuto una particolare passione per il ciclo Notturni di Silvia Inselvini che, pur recependo le lezioni dei maestri che l’hanno preceduta in questo tipo di modalità espressiva, nonostante il minimo spazio di personalizzazione che una ricerca come questa può consentire, ha saputo ritagliarsi con convinzione una forma di autonoma definizione e riflessione. Il concetto di scrittura, apparentemente ossessiva nel gesto ripetuto fino all’esaurimento dell’inchiostro delle penne a sfera, fino all’estrema saturazione del foglio, quasi a sollecitarne le possibilità ultime dei suoi limiti fisici, svela una ritualità, che è anche esercizio fisico e mentale, di meditata sapienza e concentrata dedizione, che trascende ogni aspetto di casualità istintiva.
Finalmente vediamo le declinazioni differenti di queste opere – ogni singolo foglio ha modo di comporsi in un’infinita possibilità combinatoria con gli altri, a suggellare un universo di superfici e immagini imprevedibili – riunite in una sola occasione espositiva nella bella personale, intitolata Nights like lights, che Leonardo Conti propone negli spazi di PoliArt Contemporary a Milano.
Visitata poco prima della serrata per l’emergenza sanitaria, qui, tra lavori piccoli e grandi, lo sguardo si è perduto nelle profondità silenziosamente vorticose delle modulazioni del nero e del blu scuro, le cui cromie sanno accogliere l’emersione di una luminosità nascosta che conquista la curiosa sensibilità dell’intuizione. Ho ritrovato la forza tipica, come si diceva, della sua scrittura ascetica che ha energia, che va infaticabilmente alla ricerca, nell’espressività propria della sua autrice, di una misura dello spazio-tempo, quantificata e dimensionata in un ordinamento visivo differente, non leggibile secondo la nostra definita ovvietà ordinaria.
Dentro al loro niente apparente alberga l’incanto di un tutto possibile, Inselvini si prende il rischio e, con decisione, conduce il passo della sua danza con l’ombra. Un’ombra che fissa tracce, che lascia una fisicità inseguita foglio dopo foglio, notte dopo notte, meditazione dopo meditazione, cercando di cogliere lo spiraglio dell’infinito entro la dimensione predefinita della superficie bianco “oscurata” di buio per comprendere il senso vero dell’illuminazione.
Se il foglio di carta è il campo aperto delle ipotesi, Inselvini, con questo lavoro, travalica il concetto di appunti, di disegno, di riproduzione di un’immagine, di una forma, di una formula, di un segno o di un concetto per abbracciarli tutti assieme: dietro l’esaurirsi dell’inchiostro della penna e nel conseguente riempimento del foglio c’è la misura della massima rivelazione. Nel nascondimento totale della cancellazione si annida la bellezza del cambiamento, origine di un processo di continuità infinita.
La consistenza dell’inchiostro, poi, ha in sé anche la capacità di misurarsi e dialogare con l’affermazione di una mutazione che implica una vera e propria trasformazione alchemica che sposta la sensibilità visiva verso quella tattile costretta a interrogarsi sulla vera natura e la vera identità di questo “materiale”. Tessuto, metallo, materiale naturale o artificiale? Le peculiarità della ricerca dell’artista amplificano oltremodo la semplicità minima del gesto originario concentrato nel dettato delle sfumature dell’ombra che, quindi, saggia ogni plausibile concretezza reale.
La mostra nella galleria milanese ci ha confermato appieno lo sforzo e la dedizione di Silvia Inselvini che non ha mai paura di perseguire il silenzio del suo desiderio, la logica della sua impulsiva e ragionata ripetizione. La sua pratica artistica ci sussurra il proprio assiduo convincimento che nell’apparente “durezza” del suo gesto mutevole, sposa la poesia di una sconfinata libertà. Quella che sa scegliere di ascoltare, rendendo noi testimoni, le vibrazioni impercettibili dell’oscurità per assaporare in esse la volontà assoluta della luce.
Silvia Inselvini. Nights like lights
a cura di Leonardo Conti
catalogo in 120 esemplari numerati, ognuno contenente un’opera unica originale dell’artista
22 febbraio – 18 aprile 2020
PoliArt Contemporary
Viale Gran Sasso 35, Milano
In ottemperanza del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito all’emergenza Coronavirus (Covid-19) la galleria rimarrà chiusa, pertanto, la mostra resta sospesa fino a diversa comunicazione.
Info: +39 388 6016501
info@galleriapoliart.com
www.galleriapoliart.com