MILANO | Officine dell’Immagine | 23 aprile – 21 giugno 2015
di ELEONORA ROARO
La mostra The Others Me, ripercorre la produzione artistica di Shadi Ghadirian (Tehran, 1974) che, dalla fine degli anni ’90, indaga il ruolo della donna in un contesto sociale ambivalente e ambiguo come quello iraniano, sospeso tra modernità e tradizione.
Nel 1998 per la sua tesi di laurea presso l’Azad University di Tehran realizza i celebri ritratti di donne del progetto Qajar, ispirandosi alle fotografie tradizionali della dinastia Qajar che ha governato l’Iran dal 1794 al 1925. Ad uno primo sguardo sembrano foto antiche non solo per il trattamento cromatico, ma anche per la posa e l’ambientazione; tuttavia le immagini contengono un elemento proibito, un oggetto quotidiano appartenente alla modernità: una lattina di birra, un paio d’occhiali da sole alla moda, una radio. Con humor sottile descrive l’esperienza delle donne iraniane che sembrano esistere al di là del tempo e l’assurdità di una società conservatrice, che rende impossibile una reale apertura e spinta verso la globalizzazione.
Il ruolo della donna è anche una volta al centro della serie Like Everyday (2002), in cui i volti femminili sono coperti da chador floreali. Al posto del viso, in un’atmosfera surreale e sospesa, vi sono utensili da cucina, ad evidenziare le incoerenze della società, le cui tradizioni e costumi portano alla negazione della libertà e dell’identità.
Nil, Nil (2008) si riferisce invece alla difficile esperienza della guerra e alle sue ripercussioni nel quotidiano, in particolare al conflitto Iran-Iraq (1980-1988) che l’artista ha vissuto in prima persona durante l’infanzia. A oggetti domestici semplici e innocui se ne affiancano altri, simbolo di aggressività e di dolore, che ricordano che la guerra e la violenza sono sempre presenti, che sono fantasmi impossibili da scacciare.
La serie Miss Butterfly (2011), realizzata con un elegante bianco e nero, evidenzia un anelito verso la libertà che si rivela impossibile in una società sempre tesa tra riformismo e conservatorismo. Fa riferimento ad un’antica favola iraniana che racconta di una farfalla che, desiderosa di incontrare il sole, cade prigioniera di una tela di un ragno. Le donne tessono le tele della loro prigionia negli unici angoli di luce in stanze buie; vorrebbero essere libere ma la loro volontà di individui non è sufficiente, hanno sempre la meglio tradizioni e convenzioni sociali.
Shadi Ghadirian. The Others Me
a cura di Silvia Cirelli
catalogo vanillaedizioni
23 aprile – 21 giugno 2015
Officine dell’Immagine
Via Atto Vannucci 13, Milano
Orari: martedì – sabato 11.00/19.00. Lunedì mattina e giorni festivi su appuntamento
Info: +39 02 91638758
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