Le Relazioni Interpersonali scompigliate
VORNO (LU) | TENUTA DELLO SCOMPIGLIO
10/11 – 17/18 – 24/25 settembre 2011
INTERVISTA AD ANGEL MOYA GARCIA DI DANIELA TRINCIA
La dimensione in cui si trova la Tenuta dello Scompiglio è facilmente prefigurabile se si pensa che per raggiungerla, usciti dal casello dell’autostrada Lucca est, è necessario seguire le indicazioni della segnaletica stradale del Ristorante Lo Scompiglio (per intenderci quella con cucchiaio e forchetta incrociati). Perché i circa duecento ettari della Tenuta si stendono sulle rigogliose e lussureggianti colline del Vorno, dove la densità demografica (leggi cementificazione) è scarsa e (per fortuna) ancora contenuta. In poche parole, dove il paesaggio ha mantenuto pressoché intatto tutto il suo fascino e laddove esiste l’intervento dell’uomo, esso si è ben coniugato alle esigenze e ai cicli della natura.
È seguendo i ritmi e gli impulsi della natura stessa che l’omonima Associazione Culturale (creata nel 2006) attiva nella Tenuta si è prefissata l’obiettivo (espresso dallo scritto di Cecilia Bertoni, Direttore Artistico), di «dare spazio a una cultura dove i sensi, l’istinto, l’incontro fra artisti, pubblico, natura, coltura siano stimolati, eccitati, riempiti, svuotati. Dove in mezzo al pubblico ci si possa sentire forse un po’ più individui». Tutto ciò raggiunto col chiaro intento di scombinare i linguaggi codificati. E nell’attuale società “postmoderna”, in cui si è ancora portati a rapportarsi con modelli dei legami del passato applicati alle ideologie della modernità (in cui ognuno è manager di sé stesso e tutto deve sperimentare e scoprire, senza sosta, anche nei legami affettivi) tradotte con le nuove tecnologie (leggi social network), cosa c’è di più scompigliato delle relazioni interpersonali? Da questa riflessione e elementare constatazione, è nato l’articolato progetto curatoriale Relazioni Interpersonali di Angel Garcia Moya. Per tre week end (10-11, 17-18 e 24-25 settembre), sette artiste (Roberta Cavallari, Valentina Vetturi, Corinna Conci, Barbara Uccelli, Francesca Banchelli, Eleonora di Marino e Caterina Pecchioli), si alternano con le loro performance, appositamente pensate per lo Scompiglio, nel verde della tenuta, in postazioni scelte dalle artiste stesse. Prendendo le mosse dallo Schema di Johari (che ha sintetizzato lo studio delle relazioni interpersonali nella raffigurazione geometrica di un quadrato che prevede, a sua volta, una suddivisione in quattro quadranti – arena/area pubblica, facciata/area privata, punto cieco/informazioni sulla persona note agli altri, ignoto/area inconscio -, ognuno dei quali è ricollegato a uno specifico aspetto della comunicazione interpersonale) le artiste coinvolte lavorano sul tema. Ma ce ne parla in modo più approfondito lo stesso curatore.
Daniela Trincia: L’evento, prendendo le proprie mosse dallo Schema di Johari, vuole indagare sulle relazioni interpersonali: perché questa esigenza?
Angel Moya Garcia: Il progetto nasce come una tappa ulteriore di una mia ricerca, curatoriale e critica, sul concetto di identità. A differenza delle mostre che ho curato finora, con una predominante privata e nettamente soggettiva, mi interessava approfondire i rapporti intersoggettivi. È un’esigenza “verso l’altro” che inizia dalla mostra Il principio di Realtà di Enrico Vezzi per il progetto Reload e che qui si dilata ulteriormente. In particolare, mi interessava vedere le reazioni delle artiste a uno schema che ha provato a studiare la base dei meccanismi psicologici che regolano il limite tra identità e alterità, e su come la comunicazione quotidiana e la realtà circostante, possono influire o determinare la consapevolezza di questo rapporto.
Partendo dall’assunto che l’arte non dispensa risposte, bensì pone delle inattese domande e molte le lascia aperte, con questo evento, quali nuove domande ti si sono presentate?
Alcune domande sono nate mentre sviluppavo il progetto, altre, la maggior parte, durante le diverse performance che si sono susseguite in questi weekend: Qual è il confine tra l’io e l’altro? Quali sono le modalità in cui quella soglia può essere valicata? Che tipologia di eventi o successi possono influire in questo rapporto? Fino a che punto la comunicazione può alterare le diverse relazioni? (Roberta Cavallari). Che ruolo gioca la memoria e il suo tradimento o cosa succede quando un individuo decide consapevolmente di esiliarsi e chiudere ogni tipologia di rapporto? (Valentina Vetturi). Qual è la differenza tra un rapporto fugace e anonimo e uno sentimentale? (Corinna Conci). Quali sono le reazioni e le relative conseguenze della conoscenza mediata dall’altro? “Noi abbiamo creduto a quello che ci hanno raccontato” (Barbara Uccelli)? Fino a che punto il gesto simbolico si avvicina alla collettività diventando performativo nella teoria twofolddi Jacques Lacan? (Francesca Banchelli). Quali sono i gesti, gli sguardi nei rapporti interpersonali e come modificano la nostra percezione della realtà? (Caterina Pecchioli). Cosa succede quando una persona parla sapendo di essere ascoltata, forse per la prima volta? (Eleonora Di Marino).
E come mai solo performance, contrariamente al passato in cui erano state allestite delle mostre con la realizzazione di lavori site specific?
Forse una delle limitazioni più importanti, ma anche uno dei punti di forza, della Tenuta Dello Scompiglio è la quasi mancanza di spazi interni. Limitazione che è stata sicuramente la nota più caratteristica degli eventi realizzati finora, ma che sarà integrata nella futura programmazione con l’apertura di un incredibile spazio espositivo. Da quel momento ci sarà l’opportunità di giocare con tutte le modalità espositive contemporaneamente. Tuttavia, per la natura di questo progetto, ho creduto fosse più interessante non “limitarci” a interventi che potessero rischiare una sorta di staticità, privilegiando l’azione, il movimento, la fluidità e il rapporto diretto con il pubblico che nessuna modalità come la performance può provocare.
Le performance sono state specificatamente pensate per lo Scompiglio?
Sì. Una delle richieste più importanti, durante i primi incontri con le artiste, è stata quella di rapportarsi direttamente con il luogo, per dare vita a una performance inedita e ideata appositamente. Il concetto Dello Scompiglio si basa sulla trasversalità e sull’interazione tra le diverse realtà che lo compongono originando al suo interno, appunto, un continuo scompiglio. Per questo motivo preferivo che, dopo i diversi sopralluoghi, le artiste entrassero in dialogo con tutte queste caratteristiche, lasciandosi andare.
Settembre dello scompiglio
performance / arti visive / tree climbing / attività per bambini
a cura di Angel Moya Garcia
Tenuta Dello Scompiglio
via di Vorno 67, Vorno (LU)
Info: 0583 971475 – 338 7884145
www.delloscompiglio.org
10/11 – 17/18 – 24/25 settembre 2011