MILANO | La Triennale di Milano | Fino al 17 settembre 2017
di MATTEO GALBIATI
Non poteva essere nessun altro luogo se non La Triennale di Milano ad ospitare un’esaustiva e completa mostra personale dedicata a Carlo Ramous (1926-2003), la cui arte risuona in questo progetto espositivo in tutta la sua forte valenza iconica.
Questa retrospettiva, sapientemente curata da una regia critica attenta e accorta, costituisce una preziosa occasione per poter ammirare il valore potente del lavoro del grande scultore, la cui fortuna si è dovuta misurare con un declino critico e un ingiusto oblio di un lavoro di cui oggi si restituisce giustizia e rilevanza.
La mostra del Palazzo di via Alemagna – offerta gratuitamente al pubblico – riporta, quindi, per la prima volta in questi fastosi termini, attenzione su uno dei maestri del Novecento, tra i pochi che hanno saputo legare in stretto dialogo la presenza della scultura con l’ambiente pubblico, il contesto urbano, la dimensione ambientale del vivere collettivo. Ramous qui si ripercorre, grazie anche al restauro di un numero importante di opere, in tutta la forza del suo segno concreto, tracciandone in modo completo l’itinerario del suo pensiero artistico e della sua evoluzione creativa e poetica.
In un ambiente aperto, intervallato dalla presenza monumentale di opere di ampio formato, si susseguono sculture, disegni e repertori fotografici d’epoca – qui davvero fenomenale è il contributo degli scatti eccezionali di Enrico Cattaneo (1933), il grande fotografo milanese che con la sua macchina fotografica ha ritratto oltre sessant’anni di arte a Milano – emerge il valore di quel necessario e stretto legame con l’ambiente che hanno determinato lo sguardo di Ramous come artista.
Non dobbiamo dimenticare, in questo senso, che Ramous seppe collaborare in modo proficuo con architetti e progettisti, fatto questo che gli permise numerosi interventi che andavano ad interagire con luoghi industriali, spazi pubblici e edifici sacri: negli anni si coglie poi un processo evolutivo che porta la sua opera ad alleggerirsi, a slanciarsi via via in forme geometriche fluide e leggere, segni quasi dipinti nello spazio in un equilibrio inatteso e impensabile. La sua scultura si protende, si contorce, cerca di emanciparsi da una solidità ormai passata che la pone, ora, in una tensione di ampliamento rinnovato con la delicatezza agita nel vuoto.
Da quasi semplice decoro e abbellimento ad estensione volumetrica tridimensionale, la ricerca scultorea dell’artista sottolinea il suo continuo ripensarsi, si modula allora secondo un processo di costante riflessione che riconfigura la plasticità concreta del suo esserci. Questa modulazione fisica rigenera e migliora quel patto che lega, senza vincolarla più, l’opera scultorea al tessuto del paesaggio urbano. Una trama e un ordito, fatto di progetti abitativi in cui Ramous appunta, qua e là, la presenza di “segni” che siglano un senso altro alla concretezza dei luoghi umani.
Carlo Ramous. Scultura architettura città
a cura di Fulvio Irace e Luca Pietro Nicoletti
12 luglio – 17 settembre 2017
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6, Milano
Orari: da martedì a domenica 10.30-20.30; lunedì chiuso
Ingresso libero
Info: +39 02 724341
www.triennale.org