FIRENZE | Libreria Brac e Museo Marino Marini | 4 – 7 ottobre 2018
di IRENE BIOLCHINI
Ha riaperto a Firenze Scripta Festival, una tre giorni di incontri attorno ai temi portanti del contemporaneo. Rispetto alle precedenti edizioni, Scripta si “estende” come format: non solo presentazioni della recente editoria d’arte, ma anche mostre e spettacoli teatrali. E questa nuova dimensione non deve giungere come una sorpresa, ma come un segno coerente all’interno della ricerca critica di Pietro Gaglianò, che ha curato il festival. Fin da Memento. L’ossessione del visibile, infatti, Gaglianò ci ha abituati ad un esercizio critico che fa della parola l’elemento principe di riflessione: il suo è un ritorno sistematico al confronto che, sebbene fuori da qualsiasi iconoclastia, rifugge l’immagine in quanto veicolo mediatico e tenta – piuttosto – di ristabilire il fuoco attorno alla scrittura.
Un esercizio critico attraverso il quale chiedersi non come scrivere d’arte, ma perché farlo. E il perché arriva semplice e direttissimo nel tema del festival: fronteggiare il disastro. La parola, dunque, non è verboso esercizio di stile o meticoloso raffronto su questioni specialistiche, ma esercizio di partecipazione. Come a sostenere, ancora una volta, che il senso di quello che si fa – specie quando si fa critica – risiede nella condivisione di idee, in un confronto con ciò che ci circonda, fuori da quello specialismo che tende a rinchiudersi in se stesso. E fuori dallo specialismo (e dalle divisioni tra arti visive e non) si possono inquadrare anche gli interventi presentati all’interno del Museo Marino Marini e della Libreria Brac: le installazioni di Daniela Comani e lo spettacolo di Chiara Lagani, fondatrice della compagnia Funny&Alexander. Entrambe, infatti, ripartono dai libri per portare davanti al pubblico una ricerca fatta di sconfinamenti oltre la pagina scritta, una ridiscussione dell’idea stessa di canone letterario che arriva proprio tramite l’esercizio creativo.
Best book titles di Daniela Comani ripensa le distinzioni di genere proprio ripartendo dal canone, o per dirla con le parole dell’artista: «L’installazione Best Book Titles è stata pensata e fatta ad hoc per la parete della Libreria Brac e si rapporta ai lavori esposti al Museo Marini Novità editoriali a cura di Daniela Comani e Bookshelf. Questi tre lavori sono un confronto ironico con l’immaginario di genere legato ai protagonisti della letteratura occidentale: vediamo una lista di romanzi dove le copertine ed i titoli sono manipolati da me – capovolgendo il genere sessuale dei protagonisti (ad esempio troviamo le “Sorelle Karamazow”, “Monsieur Bovary” e “La piccola principessa”).
Se l’intervento di Daniela Comani mira alla ridiscussione del canone occidentale, per contro Chiara Lagani presenta in questa sede un recital frutto di una ricerca – ormai decennale – sui romanzi di Baum, in Italia noto per Il meravigioso mago di Oz (in realtà solo primo romanzo di una ben più complessa saga). All’interno del Museo Marino Marini, Chiara Lagani porta I libri di Oz, un progetto all’interno del quale confluiscono: il suo lavoro di traduzione e antologizzazione dei libri di Baum (uscito per I Millenni di Einaudi); il recital che da oltre dieci anni analizza gli archetipi della saga; la collaborazione con l’illustratrice Mara Cerri.
Descrivendo questo progetto è la stessa Chiara Lagani ad affermare: «Sono molto felice di portare questo progetto a Firenze, una città molto cara ai Funny&Alexander e che in passato ci ha accolto in luoghi importanti, come il Teatro di Scandicci. Il recital che presentiamo è un ibrido di arti performative, con sconfinamenti ben oltre la sola letteratura o le sole arti visive e credo che per questo si inserisca in maniera naturale all’interno di Scripta. Questo recital è una galassia, costellata di moltissime parti, tutte collegate. Ciò che lo contraddistingue è la capacità di prendere nuove forme ogni volta che lo si presenta: è come un fiore che cresce a seconda del terreno che incontra. È nato aperto, per cambiare ed adattarsi al pubblico, agli spazi (ovviamente la versione che porteremo nello spazio molto intimo del Museo Marino Marini sarà necessariamente diversa dai recital che abbiamo fatto in un parco all’aperto): è proprio il pubblico e non tanto, o non solo, il luogo a determinare uno spostamento ogni volta. Siamo davanti ad uno recital fluido, che prende nuove forme. Così come l’esercizio di traduzione, associato alla dimensione performativa, diventa un flusso continuo in cui è molto complesso separare le diverse parti. Mettere in scena un personaggio, scrivere una drammaturgia è sempre un esercizio di traduzione: con il teatro diamo voce alle parole d’altri, impersonandole. È quindi per me molto difficile separare la traduzione in scena da quella sulla pagina, perché l’una influenza l’altra.
Ecco dunque far tornare la parola al centro della riflessione. Una parola che assume forza nell’atto di traduzione ad un pubblico, che cessa di essere esercizio privato nel momento in cui incontra l’altro. Ed è proprio su questo confine tra diario, Storia e pubblico che interviene anche Daniela Comani nel progetto Diario di Strada, un lavoro in cui l’Io e il Noi si fondono continuamente. «Il punto di partenza del mio progetto più recente intitolato 1975 – Diario di strada – spiega l’artista – è un piccolo diario ritrovato dopo quasi 40 anni. Una agendina del 1975, dove io bambina, annotavo le targhe delle automobili e soprattutto le marche e i modelli delle vetture che vedevo passare in autostrada durante i viaggi in automobile con i miei genitori. L’assomiglianza di queste liste ai miei lavori attuali l’ho trovata intrigante e coinvolgente, così che ho realizzato sia una serie di fotografie che una pubblicazione, o meglio un libro d’artista uscito da Archive Books Berlino nel 2017. Dopo aver scansionato le pagine dell’agendina con queste infinite liste scritte a mano ho raccolto materiale fotografico sulle autovetture che erano in strada nel 1975. Molti di questi modelli sono icone di stile che raccontano lo spirito del tempo come i film, la moda e la musica di quegli anni».
E se quegli anni possono essere riesaminati e rivisti grazie al filtro della distanza, i nostri Anni (per citare la letteraria Ernaux) – sembra suggerire Scripta – sono ancora un terreno aperto al dialogo e al confronto, un luogo dove poter operare al di fuori delle divisioni di “competenze”. Perché il disastro da fronteggiare non è solo fuori da noi, ma dentro un pericoloso modo di presentare l’arte come evento spettacolare.
Fronteggiamolo assieme questo disastro dunque e facciamolo a Scripta, con un sorriso quando ci incontriamo.
Scripta Festival. L’arte a parole
ideato e curato da Pietro Gaglianò
organizzato e promosso dalla Libreria Brac di Firenze con la collaborazione del Museo Marino Marini
4-5-6-7 ottobre 2018
Libreria Brac
Via de’ Vagellai 28 r
Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio
Firenze
Il programma:
Giovedì 4 – Libreria Brac
18.00 Presentazione dell’installazione di Daniela Comani Best Book Titles, 2018
segue aperitivo
Venerdì 5 – Museo Marino Marini
17.30 Daniela Comani
1975 – Diario di strada / Diary from the Road
Archive Books, 2017
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Novità editoriali
Maurizio Corraini, 2012
introduce Pietro Gaglianò
18.30 Serena Carbone
Marcel Broodthaers. Poetiche dell’ombra
Mimesis, 2018
introduce Daria Filardo
19.30 Flaminio Gualdoni
Corpo delle immagini, immagini del corpo
Johan&Levi, 2017
introduce Laura Lombardi
21.30 Fanny & Alexander
I libri di Oz, con Chiara Lagani
regia Luigi De Angelis
recital
Sabato 6 – Museo Marino Marini
17.30 Christian Caliandro
Italia Evolution
Meltemi, 2018
introduce Marco Brizzi
18.30 Bruno Di Marino
Segni, sogni, suoni. Quarant’anni di videoclip da David Bowie a Lady Gaga
Meltemi, 2018
introduce Fulvio Paloscia
19.30 Bianco-Valente
Terra di me
Silvana Editoriale, 2018
introduce Pietro Gaglianò
21.30 OoopopoiooO
(Vincenzo Vasi & Valeria Sturba)
performance sonora
Domenica 7 – Museo Marino Marini
17.30 Ilaria Bernardi
La Tartaruga Storia di una galleria
Postmedia Books, 2018
introduce Lucilla Meloni
18.30 Gianni Pettena
The Curious Mr. Pettena. Rambling around USA 1971-73
Humboldt Editore, 2017
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About Non Conscious Architecture, a cura di Marco Scotini
Sternberg Press, 2018
introduce Pietro Gaglianò
19.30 Bruno Corà
Kounellis. Impronte
Gli Ori, 2017
introduce Matteo Bergamini
Nei giorni del festival il Museo Marino Marini ospita l’installazione Novità editoriali a cura di Daniela Comani, 2007/2017