TORINO | Paolo Tonin Arte Contemporanea | Fino al 15 dicembre 2017
Intervista a MICHELE BRAMANTE di Elena Inchingolo
“Tutto, nella pittura recente di De Alexandris, sembra essere una promessa: il presentimento dello spazio, lo sfioramento della sua coesione, l’impressione di poterne conoscere l’essenza attraverso l’esperienza, fino alla soglia di un colore calibrato su tonalità sfuggenti, elusive, che si allargano intorno ai punti saturi delle scale cromatiche per non lasciare ai concetti la possibilità di catturarle, definirle e nominarle. La figura è assente, viene alla luce uno sfondo vergine, che, però, è teso ad intensificarsi e dilatarsi entro la tela rapportando il suo accrescersi localizzato all’ambiente che ne contiene l’effusione”.
Le opere recenti (2009-2017) di Sandro De Alexandris sono presentate in maniera davvero efficace dalle parole di Michele Bramante, curatore della mostra Soglie, personale dell’artista, in corso presso la galleria Paolo Tonin Arte Contemporanea di Torino.
Sandro De Alexandris nasce nel 1939 a Torino dove vive e lavora. È dai primi anni Sessanta che rivolge la propria ricerca ai processi del linguaggio visivo che sottendono le componenti sistematiche e autoriflessive proprie dell’astrazione radicale. A partire dalle carte bianche, egli indaga la modulazione graduata di spazi bidimensionali e le superfici a spessori minimi e articolazioni orizzontali e ortogonali, che vedono il loro naturale sviluppo, dalla metà degli anni Settanta, nelle superfici graffiate e articolate secondo un andamento verticale. Dai primi anni Ottanta realizza i trittici, piani tripartiti in cui l’abbassamento percettivo delle superfici graffiate si unisce, attraverso una relazione di tensione e contrapposizione, a spazi di trasparenze cromatiche.
In continuità con questo studio sono le tavole con sovrapposizioni e stratificazioni di superfici, che confluiscono, nei primi anni Novanta, nel ciclo di opere dedicate al tema della “soglia” della pittura in cui il concetto di apparizione e sparizione della luce e del colore sono al centro della sua indagine compositiva e concettuale, da cui prende spunto il titolo della mostra Soglie.
L’opera di De Alexandris è manifestazione dell’origine della pittura. La percezione visiva del fruitore consente allo spazio di materializzarsi sulla superficie del quadro dove colore, sensazione e natura sono un unicum. Lo sguardo dello spettatore si perde nel colore, nelle varie “atmosfere” che ciascuna opera, di cerulei lievemente distinti, evoca.
Il visitatore che si lascia rapire dall’essenzialità della tela, dalle linee accennate e dai tenui toni di colore entra in un mondo immaginifico, indefinito in cui la sostanza primordiale della forma si rivela nella quiete dei sensi. Pensiero e sentimento si manifestano nella “quadratura” della tela in un atto di conoscenza che si compie.
In queste opere più recenti De Alexandris stratifica il colore, stendendolo direttamente sul supporto in un’essenzialità che caratterizza lo “spazio di rappresentazione”, posto in evidenza, al centro della tela, dagli strati di olio e pastello e da un appena accennato segno di contorno.
Appare qui, marcata, la vocazione analitica della ricerca dell’artista che anela a “fare propria” la pittura, comprendendola nel suo statuto e nei suoi dettami.
Le opere sono sempre molto simili tra loro, ma allo stesso tempo diverse, tutte soggette alla possibilità di infinite soluzioni compositive per cui ciascuna appare inevitabilmente preludio della successiva.
Abbiamo rivolto alcune domande a Michele Bramante, curatore della mostra:
Perché hai scelto le opere più recenti di De Alexandris per la tua mostra?
In accordo con Paolo Tonin, si è pensato di proporre l’ultima ricerca dell’artista, il suo “sentire” più attuale. Personalmente, come scrivo nel testo che accompagna la mostra, ritengo che la forza della sua ricerca si situi proprio nelle velature di questi dipinti, che sollevano una nebbia dischiudendo il fondo nelle tele. Qui la conoscenza dello spazio reale diventa possibile anche per il soggetto, nella misura in cui viene tolta la distanza ottica per far penetrare lo sguardo nell’atmosfera pulviscolare, lasciandolo assorbire e diffondere nel suo polverio di luce senza incontrare qualcosa da vedere, in modo tale che la sensibilità pura diventi spazio e lo spazio si fonda nella capacità di percepire.
Per quale motivo De Alexandris utilizza queste tonalità di ceruleo?
Quando recentemente mi incontrai con Sandro nel suo studio mi resi conto che le sue tele mi ricordavano il colore utilizzato da Giorgio Morandi nei suoi quadri e glielo comunicai. Sandro si illuminò e mi confessò che Giorgio Morandi era proprio il pittore al quale si ispirava per la ricerca dei suoi colori. De Alexandris sceglie quindi un colore indefinibile che non si può individuare. È un azzurro che tende al violaceo, a volte al rosa; è un colore che sfugge alla concettualizzazione.
Un concetto che possa definire sinteticamente la sua opera?
Un minimalismo che coinvolge i sensi, una pittura antropologica.
Sandro De Alexandris. Soglie
a cura di Michele Bramante
4 novembre – 15 dicembre 2017
Paolo Tonin arte contemporanea
Palazzo Della Chiesa di Roddi
Via San Tommaso 6, Torino
Orari: da lunedì a venerdì 10.30-13.00 e 14.30-19.00; sabato su appuntamento
Info: +39 0111 9710514
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